Il fiore delle mille e una notte

 

 

Fantastico, Italia, 1974

Regia: Pier Paolo Pasolini

Attori principali: Ninetto Davoli, Tessa Bouché, Franco Citti

Durata : 125 minuti

 

 

 

 

 

 

 

IL FILM
Girato in Yemen, Etiopia, Iran, India e Nepal, è il film più ambizioso della cosiddetta “trilogia della vita” (successivo al Decameron, del 1971, e a I racconti di Canterbury, 1972), attraverso cui il regista vuole ribellarsi all’atteggiamento del mondo borghese a lui contemporaneo nei confronti del sesso, che a suo avviso rappresentava un ritorno al medioevo. In tutti i film della trilogia abbondano scene di nudo e riferimenti sessuali espliciti, ma è in particolare in questo film (il più riuscito della trilogia) che Pasolini affida all’atto sessuale in tutte le sue manifestazioni (eterosessuali, omosessuali, anche pedofile) il compito di illustrare il riscatto dell’uomo sulla Storia. Senza illusioni. Nel suo lucido pessimismo, Pasolini è perfettamente consapevole dell’inesorabile china della Storia, anche per il Terzo Mondo (un Terzo Mondo da lui mitizzato e idealizzato, in cui il sesso viene liberato dagli aspetti legati al reciproco possesso, alla prevaricazione, al predominio).
Il film ha vinto il gran premio speciale della Guiria al festival di Cannes.

 

LA TRAMA
I racconti sono presi dalle novelle arabe de Le mille e una notte e si alternano in un intrigo celestiale e pittoresco. Lo sviluppo narrativo procedeinfatti secondo una struttura a incastro. Nella stora di Nur ed-Din che cerca l’amata schiava Zumurrud, e la ritrova sotto le spoglie maschili del re Sair sono contenute, come in una scatola cinese, altre storie. Si intrecciano così, in una sottile trama, sogni e racconti di amori felici o tragici, fino a costituire un unico luminoso arazzo, in cui le singole storie si fondono in un armonioso canto alla vita e all’amore.

 

IL REGISTA
È considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo. Si distinse in numerosi campi, lasciando contributi come poeta, scrittore, linguista, giornalista oltre che regista. Attento osservatore della trasformazione della società dal dopoguerra sino alla metà degli anni Settanta, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi italiana, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti.
Con la trilogia della vita Pasolini combatte le sue ultime battaglie contro i tabù sessuali, armato unicamente delle leggi della natura che, nella sua visione, raggiungono la purezza solo se liberate dai vincoli educativi e religiosi e dopo aver dato sfogo ai piaceri del sesso. Suo intento era “opporre al presente consumistico un passato recentissimo dove il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali, benché arcaici, benché preistorici, benché rozzi, e opponevano questa realtà all’irrealtà della civiltà consumistica”. Ma non ottenne fino in fondo il suo obiettivo. Dichiarò infatti, con una certa amarezza: “Ma anche questi film sono stati in un certo senso superati, resi vecchi dalla tolleranza della civiltà dei consumi”.

 

QUALCHE LINK

Il trailer

Il film

 

SECONDO NOI E’ UNO SPLENDIDO QUARANTENNE PERCHE’…
Perché Pasolini è un grande anticipatore: dalla struttura del film a più livelli (che ricorda l’Inception di Nolan) ad alcune scene crudamente realistiche di mutilazioni (ben prima di Kim Ki Duck), agli attori-improvvisatori presi per la strada (personaggi da “Sacro Gra“, potremmo dire). Ma a farlo percepire moderno è anche la libertà sessuale accanto alla purezza dei sentimenti, che fa sì che il sesso non appaia mai né morboso né osceno bensì libero da inibizioni e sovrastrutture culturali. Se a Cannes ci fosse stata la Queer Palm (che invece verrà introdotta solo nel 2010!) l’avrebbe probabilmente vinta lui.

 

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