Mercoledi’ 14 dicembre “Almanya – La mia famiglia va in Germania” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amici del Cinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Yasemin Samdereli
Con: Aylin Tezel, Vedat Erincin e Fahri Yardim
Durata: 97 min
Trama del film
“Protagonista del film è la famiglia Yilmaz, emigrata in Germania dalla Turchia negli anni ’60 e giunta ormai alla terza generazione. Dopo una vita di sacrifici, il patriarca Hüseyin ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e ora vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Malgrado lo scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio e alle nuove avventure nella terra d’origine si intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania (Almanya in turco), quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente e tutta la famiglia si troverà ad affrontare la sfida più ardua: quella di restare unita.”
Oggi 22 gennaio 2012 sono riuscito a vedere questo bel film. Mi ha riportato alla mente: “Pane e cioccolata” di Brusati, con un bravissimo Nino Manfedi
E’ bello come film, ironico, poetico e non nascondo che mi stava scappando la lacrimuccia, ma forse mi ricordava acune storie di vita vissuta di mio padre, dei miei zii e di tante altre persone, partite dal sud dell’Italia per trovare lavoro e fortuna al nord Italia e all’estero. Mi è piaciuto questo racconto al bambino, come fosse una favola della storia della sua famiglia (da come il nonno ha conosciuto la nonna, in poi).
Io ho trovato il film interessante per gli spunti didattici che offre sul tema dell’integrazione, ma complessivamente didascalico e non particolarmente originale nella trattazione del tema (direi da fiction teelvisiva più che da grande schermo). Senz’altro una commedia simpatica, ma troppo acerbo come film e soprattutto troppo scopiazzato qui e là da altri film. Ho ritrovato delle citazioni che sono troppo lunghe e troppo luguali agli originali per essere pregevoli rievocazioni e suggestioni, ma veri e propri plagi, trattandosi di pezzi di altri film e cortometraggi ripresi e messi lì. Provo a ricordarne alcuni:
dal funerale del nonno in poi è tutto un rimaneggiamento del finale di Mine vaganti di Ozpetek, i morti e i vivi che stanno assieme nella visionarietà consolatoria della perdita; l’estasi allucinatoria della Coca Cola gigante nel supermercato è una rievocazione un po’ troppo marcata delle immagini oniriche che concludono il Nuovomondo di Crialese, che però alla fine ci può anche star bene lì in quella scena (in Almanya). Il viaggio in Turchia, la sorpresa nello scoprire che le donne turche in Turchia sono più emancipate di quelle turche o tedesche ricorda molto (troppo) il Fatih Akin della Sposa turca, però anche in quel caso diciamo che in quelal scena ci può anche stare, visto che è ben congegnata (le donne della spazzatura). Il plagio vero e proprio è l’immagine dell’anziana signora nella metropolitana che inveisce contro la giovane donna immigrata con i bambini: un copia e incolla del ben più originale e direi addirittura geniale “Der Schwarzfahrer” un cortometraggio di Pepe Danquart sull’ondata di razzismo nella Germania post-riunificata. La scena è ripresa integralmente al punto che all’anziana signora non ha neanche tolto il cappellino ( http://www.youtube.com/watch?v=il2wnw5CgLI ), e infine l’arrivo in aeroporto con l’inquadratura del display che segnala il ritardo è ripresa integralmente da un altro corto intitolato “The Cookie Thief”, sempre sul razzismo occidentale contro gli immigrati turchi (tra l’altro in una breve scena di Almanya in cui si vede un fruttivendolo che lancia un frutto contro uno di loro, l’attore che fa il fruttivendolo è lo stesso che interpreta il turco in The Cookie thief). Insomma un’esordiente che va bene in un’aula scolastica durante una lezione di educazione alle differenze, forse una promessa, ma secondo me ancora molto, troppo lontana da una buona prova cinematografica. Promettente e poetica ho trovato invece la frase finale, segnalata da Cristina, su quello che siamo.
ALMANYA è un film assolutamente delizioso, divertente, commovente (perfino a qualche maschietto è scesa qualche lacrimuccia) senza mai diventare patetico, con un bel ritmo, una bella storia, delle belle trovate registiche..Dissento dalle opinioni qui sopra di film “acerbo” e leggermente retorico (i film pieni di retorica e demagogia sono ben altri) , ha un bel ritmo e ti avvince fin dalle prime scene.Insomma, non perdetevelo!!!
Ho apprezzato il film per il tono vivace, ironico e divertente con cui viene affrontato un tema importante come quello dell’integrazione razziale e culturale….è un’opera prima per la regista turco-tedesca che l’ha orchestrato, traendo spunto anche dalla propria storia personale. Forse per questo motivo, come dice Omer, può risultare un pò acerbo…gradevole, ma perfezionabile.
Personalmente sono tra quelli che si è anche commossa ed intenerita di fronte alle scene di maggiore drammaticità. In effetti nella seconda parte del film ironia e divertimento lasciano maggiore spazio a momenti più drammatici
ed emerge un secondo tema importante oltre a quello dell’integrazione : il legame imprescindibile che ciascuno di noi mantiene con la famiglia di origine, anche quando emerge la volontà di differenziarsi ed emanciparsi dal modello famigliare imposto dai genitori.
E nel finale la voce narrante legge una frase che, a mio parere, riassume il significato del film in modo molto efficace (la unisco, sperando di far cosa gradita a Paolo Barni, che si chiedeva dove ritrovarla…) La frase è di Aylin Tezel :
“Una volta un saggio alla domanda “Chi o cosa siamo noi?” rispose così: siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o con la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti!”
un po’ acerbo, ma la tematica è assolutamente interessante.
All’inizio alcune scene sono poco raccordate e stenta a trovare un suo ritmo, quando poi lo trova scade leggermente nel retorico. Un film di forte impatto emotivo toccando la famiglia.
Interessante valutare come il tema dell’imigrazione si concentri su tematiche differenti per Germania e Inghilterra (sicuramente le società più avanti nell’integrazione), per Francia (integrati ma con forti scontri sociali) ed Italia (sui cui mi astengo).
Nel dettaglio la sceneggiatura a volte è carente nell’approfondire spunti interessanti ed all’inizio fa fatica a raccordare il presente con i ricordi/racconto. Carina l’idea di sovrapposizione dei personaggi attuali con quelli del passato.
In conclusione piacevole, leggero, ma con spunti interessati
Quindi consigliato?