Questo e’ lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film “17 ragazze”.
Dati Tecnici
Regia: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Con: Louise Grinberg, Juliette Darche, Roxane Duran, Esther Garrel.
Durata: 90 min
Trama del film
“In una piccola città francese sull’Atlantico, diciassette ragazze dello stesso liceo prendono una decisione eclatante: rimanere incinte tutte insieme, nell’arco di poche settimane. Quello che sembra un gioco provocatorio si rivelerà un gesto d’amore e di ribellione, una scelta di libertà capace di andare oltre ogni pregiudizio. Ispirato a una storia realmente accaduta.”
Trailer
E’ fatto di braccia, gambe, pance e primi piani questo film delle sorelle Coulin, quasi a sottolineare la materialità dei sogni di queste 17 ragazze. I loro sono sogni che non volano. Mi è piaciuta la scelta di farci vedere un unico punto di vista, il loro. Di ragazze adolescenti e sole. La scelta della maternità condivisa, in fondo, è solo un modo per uscire dalla solitudine. Quella di Camille certo, che per prima si ritrova il problema di essere incita, quella di Florence che usa la gravidanza per farsi accettare dal gruppo che la respinge, ma anche quella di tutte le altre ragazze, che viene a turno mostrata nelle inquadrature delle loro stanze da letto. Ed è una solitudine dell’anima, impoverita dalla mancanza di interessi, di speranze, di amore. E per questo rimarrà tale, nonostante la maternità e la ribellione.
Non trovo sviluppato il punto di vista dei genitori, a parte la madre della ragazza emulata, la prima rimasta incinta per caso, che spiega il motivo della sua assenza , il dover lavorare per far frone al mantenimento della famiglia (del padre non si parla) ; film documentario, riflessione sul vuoto causato dalla mancanza di stimoli e valori, incredibilmente attuale, la noia reiterata che investe la maternita di un progetto di vita che delude nel momento che si materializza nella nascita . Nichilista.
A me il film è piaciuto abbastanza . Concordo sullimpianto un poco noioso e , non privo, ma con poca poesia . In questa storia, io di poesia, ne ho vista tanta.
L’assenza,che fa da fondo al film è prima di tutto assenza, di prospettive. Siamo in una realtà impoverita dalla crisi ed è difficile per qualiasi dei personaggi prospettarsi un futuro, ancora più difficile per delle adolescenti. Per certi versi mi ricorda alcune realtà sociali della Gran Bretagna, dove anche li, gli adolescenti fanno figli perchè è il loro unico sguardo sul futuro. Camille rimane incinta per caso, il preservativo rotto, e prova da questa casualità ad immaginaree ad utilizzare le ue energie x creare un futuro migliore . Un futuro fatto di famiglia scelta, e di quell’amore che avrebbe voluto lei stessa ricevere . Per quello che riguarda gli uomini, secondo me, non c’è misconoscimento, c’è solo una constatazione di “Acerbità” Di fatto il genere maschile si mantiene adolescente per lungo tempo nel corso dell’evolversi della vita e a sedici anni sono poco più che bimbi
Anche a me il film è piaciuto così così, lo definirei solo “guardabile”, e sono PIENAMENTE d’accordo col commento di Annafranca. Avendolo visto in anteprima con successiva intervista ad una delle 2 sorelle registe presenti, posso aggiungere che al commento di una spettatrice che aveva sottolineato quanto avesse trovato irritanti e da prendere spesso a sberle le ragazzine, la regista ha risposto che insomma, ha voluto mostrare delle adolescenti che inevitabilmente possono spesso ESSERE tali nella vita reale. Ad un’altra domanda riguardo all’assenza delle figure maschili, la regista, un po’ piccata, ha risposto “Ma come! Ci sono un padre, un fratello e il direttore della scuola che non sono figure così marginali!” (contenta lei….).
Avrei voluto chiederle come sta procedendo la vita di queste ragazze, di come stanno crescendo quei bimbi monoparentali non per scelta, ma lei mi ha preceduta dicendo che le vere protagoniste e relative famiglie hanno voluto far calare il silenzio totale sulla vicenda…Meglio così, almeno si è evitato il rischio dell’emulazione!
A me è piaciuto così così… Alcune cose sì, rende bene QUELLA storia che non è certo una storia universale, anzi. All’interno di QUELLA storia rende bene le motivazioni delle protagonsite, e questo mi è piaciuto. Però l’impianto documentaristico risulta un po’ monotono e a tratti noioso, e mi sarebbe piaciuta qua e là un po’ di poesia in più che, appunto, colllegasse di più gli aspetti di una storia particolare a temi ed emozioni che possono essere di tutti.
Anche a me il film è piaciuto,. Ho trovato una grande energia, anche se effetivamente calata in una serie di drammatiche assenza, cominciando , come diceva Stefano, da quella dell’uomo ma arrivando a quella, forse anchora più tragica data l’età delle protagoniste, della famiglia e concludendosi, alla fine del film, con quella, in fondo , delle stesse amiche. Assenza che secondo me la regia ha splendidamente sottolineato con una lunga serie di primi piani delle protagoniste sole, in stanze che più che camere di adolescenti mi sono spesso sembrate dei veri e propri rifugi da isolamento totale.
Di questo film un aspetto mi ha commosso e uno mi ha spaventato.
E’ stato bello vedere la carica, la vitalità di queste ragazze, la loro volontà di sognare, di aspirare ad una vita diversa, oserei dire quasi ad un ideale. Mi ha commosso questa energia che e’ necessariamente distruttiva contro il mondo degli adulti, della società, un tentativo di colmare il vuoto di prospettive e l’assenza di genitori e di modelli di riferimento.
Che abbiano deciso di canalizzare questa ribellione tramite la gravidanza e’ la parte meno importante della vicenda, un diciasettenne non e’ certo in grado di valutare gli impatti morali e sociali di una scelta di questo tipo, e il film che adotta il loro punto di vista e’ molto rigoroso nel mostrare i loro dubbi e i loro errori.
Alla fine anche il loro fallimento perche’ si ritrovano di nuovo a giocare, parlare, annoiarsi sulla giostra in città come all’inizio del film… ma l’importante e’ stato averci provato, non il risultato finale.
Da uomo mi ha spaventato la completa assenza dell’elemento maschile.
L’uomo e’ visto in pratica come “ingravidatore” e poi sparisce, per propria incapacità, per manifesta inferiorità, queste ragazze sono troppo in gamba sia per il ragazzi della loro età, sia per gli adulti (genitori e professori).
E’ triste vedere come non siamo ritenuti sufficientemente adeguati per trasmettere amore e valori etici/morali.
Un film comunque che consiglio a tutti, fa pensare ed emoziona (pur se in un impianto molto documentaristico).
Cosa mi ha lasciato questo film? Niente! L’idea di queste ragazze, abbastanza antipatiche, piccole bullette egocentriche e nello stesso tempo plasmabili all’idea bislacca di una di loro di mettere al mondo delle creature per “cambiare la propria vita”, usando i poveri ometti a scopo puramente fecondativo mi ha lasciato perplessa.
Dov’è l’amore? Dov’è la poesia?
È questa l’idea rivoluzionaria di “intelligenti” sedicenni? Che utopia collettiva se poi si restringe alla singola comunità di ragazzuole con bimbo? Oppure si l’idea è “meglio fare figli che sparare in Afghanistan”? Nessun’altra possibilità?
Si è voluto trattare come un fenomeno sociologico? Grazie al cielo, no!, visto che non si è ripetuto o esteso. L’esperimento di una comune per allevare sole innocenti creature?
Sarà anche per il mio concetto di maternità che è soprattutto grande responsabilità o non semplice diritto, il film non mi è piaciuto ed insieme alle immagini poco coinvolgenti, ai fermo immagine sulle riflessioni delle ragazze prontamente (negativamente) bilanciate dalla banalità di serate di pomicio e spinello, mi fa considerare il film abbastanza arido.
Poichè il film racconta una situazione realmente accaduta in un paesino francese, mi ha suscitato curiosità e interesse percepire le dinamiche relazionali che si sono innescate tra le ragazze, i parenti e gli amici, nel condividere un’utopia collettiva. L’intento del film, confermato dalla stessa regista, era mettere in evidenza soprattutto questo e, secondo me, ci è riuscito in modo leggero e delicato, facendoci anche sorridere a volte. Come giustamente e con un pò di amarezza si conclude il film: “Non si posssono fare le cose seriamente a 16 anni, ma si possiede una straripante energia!” E le responsabilità subentrate in seguito al gesto collettivo hanno annichilito la potenza del gesto A me è piaciuto e anche all’amica con cui l’ho visto, grazie per l’invito!a prsto, buona giornata a tutti
Rosanna