Venerdi’ 16 marzo in tutte le sale italiane sarà proiettato “10 regole per fare innamorare” una commedia divertente e scanzonata, incentrata sugli spassosi consigli di conquista femminile che Renato (Vincenzo Salemme), chirurgo estetico di successo e donnaiolo, vuole impartire al figlio Marco (Guglielmo Scilla).
Abbiamo simpaticamente disturbato Cristiano Bortone, il regista di questo film, per farci raccontare qualcosa di più sulla sua ultima fatica a 35mm e anche sulle sue esperienze precedenti dietro la macchina da presa.
Cristiano, come scoprirete, e’ il proprio contrario dei famosi “bamboccioni” citati da Padoa-Schioppa, essendosi messo in gioco nello studio e nel lavoro già da giovanissimo.
Dopo alcuni film dai temi piu’ intensi (L’uomo dei guanti, Oasi, Rosso come il cielo) questa volta ti sei dedicato ad un opera più lieve e divertente. Come mai questo passaggio di toni, sentivi la necessità di affrontare il genere della commedia o semplicemente hai trovato un copione che ti ha colpito particolarmente ?
Io sono una persona curiosa e mi piace sperimentare cose diverse. Ho sempre amato la commedia. In fondo anche in film impegnati come Rosso uno degli elementi più belli è come una tragedia viene vista con un occhio di speranza. In questi anni viviamo tempi cupi… sento il mondo intorno a me vittima di grandi incertezze… forse è questo che mi ha spinto a voler alleggerire il tono… e poi io sono un grande fan della commedia americana: Ben Stiller, Jack Black, Adam Sandler… Credo ci sia qualcosa di tutto ciò nel film…
Nel film oltre a Vincenzo Salemme, recita anche Gugliemo Scilla alias Willwoosh.
Lui e’ un personaggio famosissimo in rete per i suoi filmati (delle divertentissime parodie cinematografiche) su YouTube. Come se l’è cavata a passare da un autoproduzione ad un vero set cinematografico molto piu’ organizzato e difficile ?
Guglielmo è un vero talento. D’altronde non potrebbe essere altrimenti. Un ragazzo che scrive, interpreta, dirige, monta e promuove i suoi video deve imparare a fare tutto. Certo, forse all’inizio era un po’ spaventato dalla macchina del cinema che non è la tele camerina in casa… Ma si è subito ambientato anche grazie all’aiuto di vincenzo che da attore navigato è stato una grande spalla…
“Rosso come il cielo” e’ stato il film che ti ha dato il maggiore successo di critica. Te lo aspettavi ? Che ricordi hai della lavorazione di quel film ? Immagino che sia stata una di quelle esperienze che ti rimangono impresse nell’anima.
Purtroppo devo dire che nella mia carriera tutto quello che ho fatto l’ho fatto a costo di un’estrema fatica. Forse perché i miei film ogni volta sono un po’ fuori dalle categorie a cui siamo abituati in Italia. E’ stato così anche per Rosso. Nessuno ci credeva. Una storia di bambini ciechi? Sembrava una follia… Abbiamo avuto difficoltà enormi a finanziare il film ma soprattutto a distribuirlo. A lungo ha rischiato di restare nel cassetto e solo grazie alla grande determinazione mia e dei miei collaboratori siamo riusciti, come delle piccole formiche, a farlo crescere sempre di più fino a farlo apprezzare davvero inm tutto il mondo. Pochi sanno che Rosso è uno dei film italiani degli ultimi anni che ha venduto in più paesi. In Giappone ne hanno tratto anche un romanzo!
Nella tua vita possiamo dire che non hai mai avuto paura di metterti in gioco. Sei andato a studiare negli Stati Uniti e poi a 24 anni sei tornato in Italia e hai fondato la tua società di produzione (la “Orisa Produzioni”).
Non hai pensato in quel momento di fare una scelta troppo impegnativa per la tua età ? Cosa ti ha dato la forza di prendere quella decisione ?
Ahah! Sì ho iniziato molto precocemente. Ma ho pagato questa cosa sulla pelle. Purtroppo conosciamo il nostro paese. Senza cadere nei soliti luoghi comuni, dirò solo che nel mondo del cinema ci sono gli stesso problemi del resto della società. Nepotismo, miopia, incompetenza, corruzione e arroganza. Questo, ci tengo a dirlo, da parte di tutti… istituzioni, produttori ma anche autori. All’estero le cose sono un po’ più semplici, trasparenti e coraggiose. Spesso mi sono pentito di non essere rimasto all’estero dopo la laurea in regia.
La veste di produttore cinematografico è molto diversa da quella di regista. Come ti sei calato in questa parte (che comunque ti ha fruttato vari premi, come ad esempio il Nastro d’argento per il lungometraggio “Saimir”) ?
Quello che io ho imparato in America è che il cinema oggi è sempre più un lavoro di squadra. Non esiste più il regista che piove dal cielo con la sua visione. La macchina è diventata troppo sofisticata. Il ruolo del produttore è importantissimo come alter ego del regista. Il problema nostro piuttosto è trovare un produttore che non sia solo in grado di trovare i soldi per fare l’opera ma che abbia anche la capacità di guidare il processo creativo. Questo è molto raro purtroppo… Io mi diverto molto a produrre opere di altri, ma a patto di trovare un regista che ha interesse ad avere un vero e proprio confronto creativo.
Facciamo un gioco per vedere i tuoi gusti cinematografici. Hai la possibilità di essere il regista di un film del passato. Quale sceglieresti e perché ?
Un film solo è troppo poco per i miei gusti onnivori. Te ne propongo 5, un po’ alla Nick Hornby.
- Forrest gump, perché è un film su quanto è leggera la vita alla quale noi invece diamo sempre troppa importanza.
- Rocky Horror Picture Show. Perché dietro quello che sembra squallido c’è sempre una grande umanità
- La donna scimmia di Ferreri. Perché in tutti noi c’è bisogno d’amore.
- Un film di Cassavetes (Una donna?) perché è il più grande regista di attori di tutti i tempi
- Cast Away o Benjamin Button. Vedi punto 1.
Ovviamente molti titoli sono rimasti fuori… Ma così va la vita!
Cristiano è stato davvero un piacere chiaccherare con te e ripercorrere anche alcuni momenti importanti della tua carriera cinematografica.
Per la quale ovviamente ti facciamo i nostri migliori auguri perché un autore sensibile come te è davvero un bene prezioso per il cinema italiano.
Grazie per il complimento. A presto.