Un Cuento Chino (Cosa Piove dal Cielo ?)

Questo è lo spazio dedicato a tutti i commenti, idee, critiche, spunti di riflessione che volete lasciare sul film argentino “Un Cuento Chino”, orribilmente tradotto in italiano con Cosa Piove dal Cielo?

 

Dati Tecnici

Regia: Sebastian Borensztein
Con: Ricardo Darin, Ignacio Huang, Muriel santa Ana
Durata: 135 min


Trama del film

L’esperienza come soldato nella Guerra delle Falkland ha lasciato segni profondi nell’argentino Roberto, che ha trascorso gli ultimi vent’anni della sua vita alienato dal mondo, maltrattando perfino i clienti che frequentano la sua ferramenta. L’unico interesse che Roberto ha è quello di collezionare ritagli di giornale che raccontino strane storie e, per uno scherzo del destino, si ritrova coinvolto proprio in una di queste vicende quando accoglie in casa il cinese Jun, alla ricerca dei familiari dopo aver perso la propria amata a causa di una mucca caduta letteralmente dal cielo. Pur non parlando la stessa lingua, la convivenza quasi forzata tra le due differenti culture cambierà l’esistenza di entrambi.

Trailer italiano

http://www.youtube.com/watch?v=qw9uWunNccA

 

Trailer in lingua originale

Vale la pena:la voce di Ricardo Darin è splendida e si capisce tutto!

http://www.youtube.com/watch?v=onfIJVgS3Fo

 

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  1. Marta Erba scrive:

    Anche a me il film è piaciuto molto, e sono d’accordo con quanto già scritto da Stefano e da Cristina. In più spenderei una parola per Ignacio Huang, l’attore che impersona il cinese, personaggio di cui tendiamo a ignorare il dramma personale proprio perché il suo linguaggio (non solo la lingua cinese, ma anche la mentalità, i comportamenti) risulta inaccessibile anche a noi, come al protagonista. Cioè anche noi tendiamo a viverlo come un intruso, mentre ci viene molto più facile e spontaneo immedesimarci con Roberto. Io ho trovato particolarmente toccante la scena in cui il cinese al telefono sente finalmente la voce familiare dello zio, e non riesce a trattenere lacrime liberatorie. Come se fino a quel momento si fosse contenuto, per essere il meno fastidioso possibile, perfettamente consapevole che Roberto si stava a suo modo occupando di lui, mentre lui, non avendo soldi e non conoscendo una parola di spagnolo, non sapeva come contraccambiare.

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Ricardo Darin e’ davvero uno dei volti piu’ intensi che io possa ricordare al cinema, la sua espressione puo’ passare dal drammatico, al sornione, all’ironico, al depresso quasi solo con impercettibili variazioni muscolari. E i suoi occhi sembra che ti scrutino dentro.
    In questo film riesce a dare credibilità ad un personaggio che si e’ costruito una corazza di abitudini (l’andare a dormire sempre esattamente alla stessa ora, contare i chiodi di ogni pacchetto) per proteggersi da una realtà che lui avverte come irrazionale e dolorosa.
    La stessa realtà che ha ferito lo spaesato cinese che si ritrova sotto casa.
    Il loro rapporto, incomunicabile a parole, ma non a sentimenti, piano piano riporta Roberto fuori dal guscio e gli permette di capire che la realtà e’ dolorosa e senza scopo solo se noi crediamo che sia cosi’ (come ha ben detto Cristina).
    E il finale ci regala una bella scena di speranza e si conclude come meglio non potrebbe, il futuro non e’ degli spettatori del film, ma solo di Roberto e di Marie.

  3. Cristina Ruggieri scrive:

    Un ospite inatteso arriva in casa di Roberto, interpretato dallo splendido attore argentino Ricardo Darin, che avevamo visto due anni fa ne “Il segreto dei suoi occhi”. Roberto è orfano da quando aveva diciannove anni e da allora è sempre vissuto da solo. E ha sviluppato tutte le caratteristiche di chi è abituato alla solitudine: è ordinato, metodico, abitudinario, collezionista. Insomma ha lasciato da tempo la gioia di vivere fuori dalla porta. L’incontro con il ragazzo cinese che non parla una parola di spagnolo lo getta nel panico. Il suo animo gentile e il suo senso di giustizia non gli permettono di liberarsene, ma la convivenza mette a soqquadro le piccole certezze della sua vita. Il film è molto divertente nel raccontare le difficoltà di entrambi i protagonisti e la disperazione di Roberto. E ci racconta anche che la vita ha senso se questo senso noi decidiamo di volerlo vedere.

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