Venerdi’ 18 maggio in tutte le sale milanesi sarà proiettato “Isole” una intensa storia ambientata nelle isole Tremiti e che racconta i percorsi delle vite di tre anime solitarie (Ivan, Martina e Don Enzo) che il destino farà avvicinare e mischiare prepotentemente.
Il regista di questo film (presentato al Toronto Film Festival del 2011) e’ Stefano Chiantini, abruzzese classe ’74, che ci ha davvero incuriosito sia per quest’opera che per la sua particolare distribuzione e che gentilmente ha accettato di partecipare al nostro spazio interviste.
Intanto benvenuto Stefano nel nostro spazio dialoghi (o chiacchere ?)
Gia’ dai trailer che si trovano in internet (ad esempio quelli sul backstage) il tuo film ci ha affascinato per le sue calde immagini e per la sua storia che sembra piena di silenzi e di essenzialialità.
Cosa ha affascinato invece te in questa sceneggiatura ? Da che idea e’ nato “Isole” ?
Intanto grazie dell’attenzione. Della sceneggiatura mi ha affascinato tutto, anche perché nasce da un soggetto mio e di Massimo Gaudioso. È una storia molto personale. Mi interessava soprattutto raccontare l’incontro di queste solitudini e il riscatto “umano” che nasce dal loro relazionarsi.
Isole è una storia che è nata in me dopo aver incontrato una ragazza che viveva sola in un piccolo albergo in Abruzzo, una ragazza solitaria e silenziosa, appunto perché gli altri non sapevano ascoltarla.
Dirigi un cast davvero pieno di grandi attori, Ivan Franek (un volto veramente scolpito nell’essenzialità di cui sopra), Asia Argento e poi Giorgio Colangeli.
Quest’ultimo, che abbiamo apprezzato ne “L’aria salata” e in un piccola, ma fondamentale parte in “Romanzo di una strage”, è uno degli attori più sottovalutati del panorama italiano.
Cosa ne pensi ? Come e’ stato lavorare con lui?
Il lavoro con gli attori è l’aspetto che più amo del cinema, quando questi poi sono bravissimi come Ivan, Asia, Giorgio, Anna e gli altri, allora è tutto più facile e stimolante.
Giorgio è un grandissimo attore, non penso sia sottovalutato, è molto considerato anche se ancora forse gli manca il film da protagonista con un grandissimo autore.
Il tuo film e’ caratterizzato da una innovativa (qualcuno dice anche rivoluzionaria) campagna di distribuzione che permetterà, oltre all’uscita in sala, anche di vedere “Isole” gratuitamente online sul sito repubblica.it per cinque giorni a partire da mercoledi’ 16 maggio.
Come mai questa particolare scelta, non avete paura che la fruizione internet possa cannibalizzare l’uscita nelle sale ? O al contrario pensate che possa essere un buon traino per dare maggiore visibilità alla pellicola ?
La scelta distributiva nasce da un’idea di Gianluca Arcopinto che, insieme a Marco Ledda, ha da poco aperto la Zaroff, una distribuzione che proseguirà quello che aveva iniziato a fare la sua Pablo.
La scelta di uscire online e al cinema nasce da un’analisi del percorso di film tipo Isole, film mal distribuiti e scomparsi nell’anonimato. Noi in qualche modo vorremmo fare una denuncia, dire che un certo cinema può essere seguito e apprezzato se ben divulgato, differenziarci un po’ dal panorama quotidiano. Penso che il film possa solo benificiare di questa scelta.
Il tuo primo film “Forse si… forse no”, ha avuto una distribuzione molto limitata, ma nonostante cio’ ottime critiche. Da originario ligure ammetto che la trama del film, con quella marcata ossessione calcistica della partita Genoa-Oviedo e del gol di Skuhravy mi ha divertito tantissimo.
Cosa ricordi di quella tua prima esperienza con un lungometraggio ?
Un’esperienza importantissima per me, un lavoro divertente e stimolante che mi ha dato molto. È un film con molte ingenuità ma con molti pregi, è una storia originale e per certi versi “geniale” nell’idea.
E poi quel Genoa lo abbiamo amato tutti…
Nel film successivo “L’amore non basta” si ritrovano i temi che poi hai affrontato in Isole, come la solitudine e l’incapacità di relazionarsi se non per brevi attimi.
Inoltre il film e’ girato in Abruzzo, tua terra (Stefano e’ nato ad Avezzano), immagino pochi mesi prima del terremoto che ha tristemente colpito l’Aquila. Deve essere stato un colpo al cuore vedere gli stessi posti dove hai vissuto e dove hai girato un film pochi mesi prima quasi cancellati in breve attimo.
“L’amore non basta” è un film che ho scritto con Rocco Papaleo, una storia apparentemente semplice ma in realtà molto complessa. In germe si vedono già I temi che poi ho trattato in Isole. Ogni volta che lo vedo il dolore per quello che è accaduto al mio-nostro territorio è fortissimo, nello stesso tempo però è bello vedere L’Aquila come era e sperare che tutto torni ad essere come prima.
Cosa ne pensi della scena cinematografica attuale italiana, ti sembra abbastanza vitale oppure le commedie hanno ormai fagocitato tutti gli altri generi ?
E a proposito quale e’ l’ultimo film italiano che ti e’ piaciuto ?
Penso che ci sia un cinema di alta qualità che però non trova spazio nel panorama distributivo italiano, totalmente schiavo delle commedie, e non commedie per interderci alla Monicelli, ma commedie non classificabili.
In Italia se un film ha successo da vita ad una serie di rifacimenti di basso livello. Non si investe, si arriva sempre dopo.
Girando per i festival all’estero ho visto molti bei film italiani, ne cito alcuni: Sette opere di misericordia, Il paese delle spose infelici, La-bas, Io sono lì e altri, film che in Italia hanno avuto poco credito.
L’ultimo film italiano che mi è piaciuto molto è Romanzo di una strage, ma ce ne sono anche altri.
Stefano è stato davvero un piacere chiaccherare con te del tuo film e di cinema in generale.
Per “Isole” ti facciamo i nostri migliori auguri perché il buon cinema italiano merita di avere visibilità ed essere premiato quando effettua delle scelte coraggiose come nel tuo caso.
Grazie di tutto.