Margin Call

Mercoledi’ 23 maggio “Margin Call” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

 

Dati Tecnici
Regia: J.C. Chandor
Con: Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Zachary Quinto, Simon Baker, Demi Moore e Stanley Tucci.
Durata: 109 min

 

Trama del film
“Le ventiquattr’ore di Sam, broker a Wall Street nel 2008, che vive un pesante conflitto interiore: non sa se condividere la scelta del suo amministratore delegato che è intenzionato a svendere tutte le azioni della società in modo da salvarla dal fallimento. Sam comprende che questa decisione potrebbe causare il conseguente tracollo di milioni di persone e devastare i mercati mondiali facendoli piombare in una delle più drammatiche crisi finanziarie del secolo.”

 

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=-QKnsaWkIb0

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  1. Antonio Sechi scrive:

    I miei due centesimi sul film. A me è sembrato un “Michael Clayton” senza Michael Clayton, il protagonista.
    I protagonisti del film sono impiegati di concetto dell’avidità, sia pure con stipendioni a cinque zeri. Esce uno, entra l’altro, il gioco continua e la pallina gira nella roulette.
    Nessuno mi è restato impresso, nonostante il cast sia di gran livello e la recitazione ottima.
    La morale pare essere che il meccanismo è troppo più forte di tutti. Nessuno ha veramente una scelta.
    Ma la sensazione è di un film di puro racconto di fatti, senza vero dramma, senza climax (in fondo sappiamo già dalla metà del film come andrà a finire).
    Visivamente, il regista usa bene gli interni, credo imposti dal budget, e la confezione è di gran classe.
    In conclusione, un buon film che però non credo rivedrei.

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Un Grand Guignol dell’orrore con affondi alla giugulare, una tragedia Shakespeariana con coltellate sotto la cintola.
    Questa e’ la prima impressione che mi ha lasciato “Margin Call”, una fotografia impietosa di un mondo dove i valori (almeno quelli nei quali credo io) sono capovolti, dove il “vita mea mors tua” e’ l’unica massima di sopravvivenza.
    Esemplare il personaggio di Kevin Spacey che piange il cane morto e non i numerosi licenziamenti aziendali o le persone truffate dalle vendite delle posizioni aziendali.

    Compresi i due giovani apprendisti tutti i personaggi vivono in questa sorta di torre d’avorio (letteralmente il grattacielo), lontano dai problemi dei comuni mortali, tessendo di notte i loro complicati piani (qui il bardo di Stratford-upon-Avon mi ritorna in mente) mentre la gente comune dorme ignara.
    La fredda oscurità dei panorami di quelle scene mi e’ rimasta impressa dentro con tanta malinconia.

    Margin Call e’ davvero un film molto appassionante, gelidamente appassionante, con poca musica e ritmo incalzante ti prende e le quasi due ore di visione passano estremamente velocemente tra brividi freddi e un certo disgusto che si forma piano piano nello stomaco.

    Lodi ovviamente anche alle interpretazioni degli attori: Kevin Spacey e Paul Bettany sono perfetti nel loro ruolo, Simon Baker e Demi Moore se la cavano e Jeremy Irons, pur se con una certa dose di teatralità, incarna bene il prototipo massimo di tutti questi dirigenti cinici e con pochi scrupoli.

    Con una battuta folgorante: “Spieghi semplicemente. Non sono arrivato fino a qua’ certo per il mio cervello”.

  3. Annafranca Geusa scrive:

    Concordo con Cristina: il film è una bella sorpresa! Sebbene l’argomento sia appaia all’inizio abbastanza ostico, e prova ulteriore ne è l’incapacità del boss di comprendere l’analisi se non in termini di cifre finali, il film è girato in modo da risultare avvincente, con maestria registica, attori bravissimi, fotografia magistrale.
    Monitor e panorami della città sottostante mostrano le tante lucine, investitori e dati, lucine da manovrare e da leggere, e da spegnere se tutto va a rotoli tagliando la testa a qualche capro espiatorio che nel frattempo ha guadagnato cifre folli, tanto folli da accalappiare anche i più votati a costruire qualcosa di davvero utile contro l’intangibilità e l’evanescenza di titoli, derivati in particolare, spesso “fuffa” in sintesi, che nel 2008 hanno causato una delle più gravi crisi finanziarie mondiali. Lo scopo è guadagnare e i sensi di colpa e la coscienza sono assolutamente sopiti. E pure la solidarietà tra colleghi: il licenziato va via “asap” con il suo scatolone, discorsetto di incoraggiamento ai sopravvissuti e tutto come prima!
    Alla fine rimane una pala per seppellire non solo il proprio cane, l’unica fonte di sentimenti umani, ma anche il proprio orgoglio, forse pure la propria dignità perché domani tanta gente sarà sul lastrico, tu un venditore fallito, i tuoi dipendenti licenziati, la tua azienda e il tuo boss salvi.

  4. Cristina Ruggieri scrive:

    Una bella sorpresa Margin Call ieri sera. Confesso che mi aspettavo il classico film americano: ben fatto, avvincente, ma girato secondo gli schemi classici di hollywood. E invece, complice la bellissima sala dell’Orfeo, i campi stretti e le soggettive di Chador mi hanno spiazzato. E trovo che il film va oltre l’argomentazione finanziaria: la rappresentazione della catena direttiva aziendale è quanto di più realistico io abbia mai visto al cinema, inclusa l’atmosfera che si crea intorno all’incontro con i top manager.
    Ho trovato il film anche molto divertente nelle sue notazioni umane. Insuperabile Jeremy Iron con i suoi sorrisi alla Voldemort. Varrebbe la pena risentirlo in lingua originale.

  5. Sergio Gs IIo scrive:

    qui un articolo approfondito sul “buco” (nero) di 3 miliardi di dollari fatto nello stesso modo, ma fresco fresco, da JP Morgan solo 2 settimane fa…
    http://www.ritholtz.com/blog/2012/05/understanding-j-p-morgans-loss-and-why-more-might-be-coming/

    • Davide Righini scrive:

      Sempre puntuale Sergio…Sai perchè sono utili film come questi? Al di là della qualità, (niente di nuovo, tioico film alla Wall street con meno soldi ma con attori molto bravi ) lacerano il velo su chi comanda veramente nella nostra società….non c’è ombra di un politico, non c’è un minimo di controllo nè pubblico nè privato…niente….solo l’enorme egoismo di chi scarica sugli altri i PROPRI sbagli sicuro dell’immunità…

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