Ecco lo spazio per discutere e confrontarci sul film “Il comandante e la cicogna”, protagonista della nostra uscita del 24 ottobre.
TRAMA:
Sparse nelle piazze e nei giardini, le statue osservano ogni mattina la città che si risveglia. Se ci si avvicina abbastanza, arrampicandosi fino a loro, si può sentirle pensare o addirittura parlare. Giuseppe Garibaldi ad esempio, seduto sul suo destriero al centro di una grande piazza, non si dà pace alla vista della sua Italia, sempre più degradata e volgare, mentre in mezzo al traffico e alla gente sotto di lui, passano Leo, un idraulico con due figli da crescere, e Diana, una giovane artista piena di idee e senza una lira. Si incontreranno nello studio dell’avvocato Malaffano, potente e truffaldino, dove lei per pochi soldi affresca una parete della sala d’aspetto e lui è venuto in cerca di aiuto per la figlia, che senza saperlo è diventata protagonista di un filmato erotico su internet.
GENERE: Commedia
REGIA: Silvio Soldini
ATTORI:
Valerio Mastrandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Luca Zingaretti,
DURATA: 108 minuti
MUSICHE: Banda Osiris
A volte e’ necessario far fermentare un film un paio di giorni per farne rilasciare l’essenza dentro di te, per distillarne il succo (o l’anima se preferite) ammesso che ne rimanga ancora.
“Il comandante e la cicogna” e’ una pellicola che ammetto mi ha lasciato pochi ricordi forti, anche se all’uscita dalla sala cinematografica ero contento e inebriato da quel senso di piacere momentaneo.
Ripensandoci ora il film di Soldini mi sembra troppo costruito a tavolino, con una leggerezza ricercata volontariamente in sceneggiatura e per questo troppo forzata.
Non è un brutto film intendiamoci: Mastandrea, Battiston e la Rohrwacher sono bravi e nella parte, l’espediente delle statue divertente, qualche scena azzeccata e anche particolarmente commovente.
Male per me la Gerini e Zingaretti, molto macchiette e poco reali.
Insomma un’opera che vorrebbe parlare con i toni della commedia di argomenti anche più seri, ma si ferma ad una levigata e immediata simpatia.
Macchiettistico? Ma hai dimenticato le cronache recenti? La realtà supera di gran lunga ogni fantasia cinematografica vista finora, inclusa questa di Soldini. L’ho trovato uno dei film più amari visti negli ultimi anni. Ho riso tantissimo, ma sono tornata a casa col cuore pesante chiedendomi come si esce da questa situazione.
Per non parlare del molto “zelig-iano” siparietto dei meridionali offerenti salsicce, salami e agnellino eccetera allo scopo di ritirare la denuncia! A che serviva? A strappare una gratuita risata?
Beh la Gerini con il suo accento ligure e’ davvero poco credibile (te lo posso dire da esperto !!!) e l’idea appunto di far parlare ogni personaggio con un dialetto diverso non mi sembra efficace.
Cosi’ come Zingaretti che parla un milanese kitsch e a me sembra veramente un personaggio caricaturale.
Io ribalterei la tua visione comunque: non e’ l’avvocato di Zingaretti ad essere troppo reale ed aderente alla realtà, sono purtroppo Fiorito e compagnia bella (anzi brutta) ad assomigliare a delle macchiette….
film piacevole, fresco e con parecchie idee. tra le molte, ho trovato davvero creativo il collage dei titoli di coda.
E’ un film che mette un pò a nudo i difetti di noi italiani, certo Mario Monicelli sarebbe stato più pesante.
Amanzio, interpretato da un bravissimo Giuseppe Battiston è un moralizzatore e contestatore, ama studiare le lingue e gli aforismi, peccato che anche lui abbia un difetto, quello che guadagna con l’affitto di un suo appartamento, lo spende con una prostituta russa.
Il film è gradevole, gli attori sono bravi, mi è piaciuto questo spunto delle statue da Garibaldi, Leopardi, Verdi Leonardo, che si rammaricano di questi italiani.
Giudizio 7
Vito, scusa, perchè dovrebbero esistere personaggi senza difetti? Penso che Monicelli avrebbe apprezzato il film.
Film delizioso, variopinto, ironico, dolce ma a tratti amaro e molto fantasioso… Davvero piacevole, secondo me. La scena che mi ha intenerito di più? Elia che dorme con la cicogna: un quadretto fiabesco che mi ha ricordato i libri che sfogliavo con mia nonna da bambina….mi perdevo sempre nelle immagini colorate e magiche…mentre lei mi leggeva la storia…
Tante volte ho sentito le classiche chiacchere da bar che dicevano “Se Garibaldi si fosse fatto gli affari suoi…..”, secondo me queste chiacchere le ha sentite anche Soldini e ne ha fatto l’inizio del suo ultimo film.
In questo caso la statua di Giuseppe Garibaldi dall’alto della sua visuale periferica osserva attonito e impotente quell’Italia che ha unito, e si chiede se non erano meglio gli austriaci.
Da questa premessa parte “Il comandante e la cicogna” una sorta di girotondo di anime strane ed estranee a quello che è il livello medio morale dei nostri tempi.
Abbiamo Valerio Mastandrea un idraulico campano vedovo con due figli con qualche problemino sociale (la figlia grande è finita su Internet con un video osè messo dall’ex e il piccolo dedica la propria vita all’amicizia con una cicogna) e un fantasma della moglie che viene a fare visita di notte per discutere di equilibri familiari; Alba Rohrwacher artista in bolletta che si trova ingaggiata da un avvocato truffaldino a fare la sua personale parete sistina e Bebbe Battiston, il suo padrone di casa, una persona che ha avuto la fortuna di non lavorare da 9 anni che parla ad aforismi e ha un proprio codice morale.
Questo surreale affresco umano si incontrerà, interragirà e si confronterà davanti allo sguardo e al giudizio degli uomini che hanno dato lustro l’Italia soprattutto da un punto di vista culturale (le statue parlanti ma di più pensanti di Garibaldi, Leopardi e Michelangelo sono il vero punto di forza del film).
Silvio Soldini ritorna alla commedia dopo aver trattato le difficoltà di vivere nel nostro Paese nei più drammatici Giorni e Nuvole e Cosa voglio di più, ma se negli intenti il film ha una sua nobiltà di fondo è nella messa in scena che il film latita.
In alcuni tratti il grottesco rischia sempre di cadere nel macchiettisco e il far interpretare a ogni personaggio un proprio dialetto (con l’intento di rappresentare il federalismo d’attore) non mi è sembrata una scelta felice.
Non reputo Il comandante e la cicogna un film brutto (anzi si lascia ben vedere) ma un film innoquo come una pistola che spara a salve. Rispetto alla commedia italiana di stampo classico che con la scusa di una carezza ti dava uno schiaffo qui mi sembra più l’incontrario nonostante il finale non proprio consolante al bar.
Da osservare, in parallelo con l’ultimo film di Virzì, la necessità dei nostri autori di dimostrare che, nonostante la merda sociale e politica che ci circondi, al mondo di persone belle dentro e fuori ci sono….a mio modesto parere c’è più riuscito a far arrivare il messaggio il regista toscano….
Voto 6
Silvio Soldini ha un suo genere narrativo particolare per me piacevolissimo e anche IL COMANDANTE E LA CICOGNA ne fanno sicuramente parte. La trama sarebbe inutile, ci sono diversi bei personaggi, macchiette umane, ognuna a modo suo sopra le righe, strampalati e sognatori, che hanno ruoli e vite specifiche e si intersecano fra loro.
Bravissimi tutti: Mastandrea in primis, la Rohrwacher, Battiston. Gerini e Zingaretti. Un film onirico, poetico e positivo. Il comandante Garibaldi, attore e voce fuoricampo che osserva, da statua,come degenera la società e commenta. La cicogna che vola libera in cielo e osserva ancora più in alto, ma muta.
La filosofia spiccia di Amanzio (Battiston) che è voce critica portante, e vite normali, quasi banali, caricature esistenziali. Tutti cercano un senso e un affetto, ognuno senza rendersene conto va verso il proprio destino, come a dire che se non ci si ama, se non si condivide la propria vita con altri, anche la vita sociale non arriva ad essere etica. Un bellissimo puzzle umano.
Si pensa poco e si ride moltissimo, presi dagli strani ambienti, strampalati come le persone che vi abitano, dalle continue assurde domande che si fan filosofia o dalle massime citate in vece propria. Una parentesi divertente e non inutile.
Da vedere sicuramente. Per me isilarante Battiston con lo studio di tutte le lingue…tranne l’unica che gli serve, che non sa…come a dire che possiamo sempre prepararci ma la vita ci sorprende sempre e ci manca sempre un tassello per completare il puzzle!