Mercoledì 21 novembre gli Amicinema sono andati a vedere Argo.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati tecnici:
Regia: Ben Affleck
Con: Ben Affleck, Alan Arkin, John Goodman, Clea DuVall.
Durata: 120 min
Trama del film:
“La mattina del 4 novembre 1979, all’ambasciata Usa di Teheran, la rivoluzione iraniana tocca un punto di non ritorno quando la folla abbatte i cancelli e cattura 52 persone. La crisi degli ostaggi dura così 444 giorni, fra negoziati falliti, un disastroso tentativo d’intervento armato e problemi crescenti per la presidenza di Jimmy Carter. Intanto la Cia si occupa di un’operazione particolare: finge la produzione di un inesistente film di fantascienza per far rientrare in patria i sei cittadini statunitensi che durante l’assalto all’ambasciata si sono rifugiati fortunosamente nella casa dell’ambasciatore canadese, a pochi isolati di distanza.”
Trailer
Teheran vuole fare causa a Hollywood – Nel mirino del governo iraniano il film Argo di Ben Affleck perché darebbe un’immagine «irrealistica» del Paese
http://cinema-tv.corriere.it/cinema/13_marzo_12/teheran-causa-argo_fee420b4-8b0f-11e2-b7df-bc394f2fb2ae.shtml
4 Novembre 1979 una delle pagine della politica internazionale statunitense più complicata. L’Iran è nelle mani degli Ayatollah e l’accoglienza dell’ex scià Reza Pahlevi ormai malato nel territorio americano è la scintilla di un grave scontro diplomatico.
Il popolo iraniano brucia le bandiere a stelle strisce e preso dalla rabbia occupa l’ambasciata USA prendendo in ostaggio 52 dipendenti…..ma non tutti sanno che 6 temerari sono riusciti ad uscire da un’uscita secondaria e rifugiarsi presso l’ambasciata canadase.
Argo segue l’operazione che portò la liberazione e la fuga degli stessi in America…..un’operazione talmente segreta che è stata riconosciuta e catalogata dall’amministrazione Clinton.
Prosegue il percorso per diventare un bravo regista da parte di Ben Affleck, se con Gone Baby Gone entrava nel terreno torbido del thriller e The town omaggiava i Heist-Movie con Argo siamo in piena spy story anni ’70 quella che vedeva protagonista Robert Redford o Michael Caine, quella dei Tre giorni del condor o Tutti gli uomini del presidente.
Prendendo spunto dalle memorie di Tony Mendez, l’artefice di quest’operazione, Argo ci racconta una pagina di storia tanto assurda quanto vera con la messa in scena di un finto film di fantascienza da girare in territorio iraniano come pretesto per far fuggire i malcapitati dell’ambasciata canadese.
Affleck usa l’arma della concretezza e del ritmo serrato puntando sull’esperienza del suo cast su tutti John Goodman e Alan Arkin esperti mistificatori della realtà essendo a Hollywood da una vita (e forse questo parallelismo tra mondo del cinema e mondo della politica è l’aspetto che diversifica Argo da altri film del genere).
Affleck si ricorda che questo genere è stato fatto da maestri artigiani quali Sidney Pollack o Alan J. Pakula e ne segue gli insegnamenti come si può vedere nella claustrofobica scena del sopraluogo nel mercato di Teheran o in tutta la messinscena dell’aeroporto…..di contro lo stesso Affleck che è il protagonista Tony Mendez non intende gigioneggiare incarna bene un eroe che è stato nell’ombra per tanti anni con un’interpretazione in calare.
Non siamo di fronte a un capolavoro ma a un buon film dove il suo pregio rischia sempre di diventare un suo difetto ossia questo voler essere molto Seventy può essere avvertito come un qualcosa di datato.
Terza prova superata senza infamia e senza lode…..
Voto 6,5
Il film riesce a bilanciare la necessaria spettacolarizzazione (dopotutto bisogna rientrare nel budget) con la fedeltà agli eventi storici. C’è un unica omissione. Riprendo da Wikipedia:
Falliti tutti i tentativi di ottenere il rilascio degli ostaggi per via diplomatica, gli Stati Uniti reagirono tentando, il 24 aprile 1980, di salvare gli ostaggi con la forza, ma l’operazione, denominata Eagle Claw (artiglio dell’aquila), fallì miseramente. Alcuni aerei ed elicotteri con a bordo militari incaricati di tentare il colpo di mano furono inviati segretamente ne Paese, ma durante le manovre a terra un elicottero RH53D ed un C130 si scontrarono tra loro (almeno secondo le fonti ufficiali) nel deserto iraniano presso Tabas e otto militari americani persero la vita mentre altri quattro rimasero feriti.
Quindi c’è stato spargimento di sangue.
L’altra omissione è l’apostrofo dopo “un”
In realtà ci sta che nel film non se ne faccia cenno visto che la liberazione dei 6 americani con la missione a cui Argo fa riferimento è accaduta prima del fallito tentativo, ossia, se non erro, il 28 gennaio 1980, e in effetti se ne accenna nel motivo per cui vogliono sospendere la missione di Mendez, in quanto, appunto, stanno per prepararne una militare.
Dopo i titoli di coda c’è il discorso di Carter in seguito alla decisione di Clinton del 1997 di togliere il segreto dalla missione. Potrebbe sembrare che la soluzione alla crisi, anche successivamente ad Argo, sia stata esclusivamente diplomatica e senza morti. Così non è.
Anche se limitatamente alla missione Argo si potrebbe omettere di menzionare la missione Eagle Craw, nel contesto più generale dei rapporti diplomatico-militari tra Iran e Usa e per completezza storica mi sarebbe piaciuto che ne avessero parlato.
Belloccio?!
Ben Affleck, classe 72, era noto fino ad oggi per essere principalmente un attore belloccio di blockbuster hollywoodiani, a partire da “Armageddon” fino a “Pearl Harbor”.
Film diciamo dove l’attore californiano sfodera un accattivante viso, ma non mette certo in risalto ampie doti recitative.
Molto meglio la sua carriera registica (tra gli altri ricordo anche il soggetto dell’ottimo “Will Hunting – Genio ribelle”) che lo ha visto lentamente maturare verso una consapevolezza maggiore dei propri mezzi.
Argo è la sua terza fatica registica e un buon punto del suo cammino.
Il film racconta una vicenda reale, ovvero la missione segreta di recupero a Teheran durante la rivoluzione iraniana del 1979 di 6 impiegati dell’ambasciata americana rifugiati nella casa dell’ambasciatore canadese. Il tutto con uno stratagemma tanto ingegnoso quanto improbabile: la finta produzione di un inesistente film di fantascienza (“Argo” appunto).
Le due ore della pellicola passano davvero velocemente grazie ad una sceneggiatura perfetta e ad un cast ben affiatato nel quale Affleck si ritaglia la parte principale in un ruolo molto misurato e intenso, lontanissimo dai suoi vecchi personaggi tutto testosterone e affettazione romantica.
Argo è una felice sintesi tra cinema d’azione e di puro intrattenimento con un cinema di impegno civile e politico (basta vedere le critiche molto dirette alla politica estera usa), seppur il film tenda piu’ sul versante spettacolare.
Si sono fatti molto paragoni con le tematiche care a Robert Redford, ma personalmente ritengo che quest’ultimo veleggi ancora molto lontano per Affleck… li accomuna sicuramente l’interesse nell’affrontare temi impegnativi e controversi, ma il regista di Argo è ancora un po’ leggerino e poco profondo.
Bellissimo film quello diretto e recitato da BEN AFFLECK che ci narra la storia vera del salvataggio di 6 ostaggi diplomatici statunitensi da una Teheran rivoluzionaria komeinista.
Un insieme di thriller politico, un pizzico di satira appena sfiorata, curato nelle ricostruzioni degli anni 70. Certo un tocco americano nella trama ben riconoscibile, ma mai superficiale.
Decisamente forte e coinvolgente e ricco di suspense all’ultimo respiro nonostante consapevoli della trama. Non ci sono arzigogolature, si narra la vicenda. la si evolve e si arriva alla fine.
Molto bello il conciso racconto storico iniziale che apre la mente anche a chi non ha conoscenza della storia iraniana e il discorso politico finale.
Decisamente un film da gustare senza pregiudizi e candidato agli Oscar.
Il film ha un suo significato fin dall’inizio, con un racconto delle motivazioni della rivoluzione iraniana “poco americano”. Ispirato da un pagina di politica americana rimasta occultata negli archivi della CIA fino a poco tempo fa, il racconto ha una buona tensione ed una struttura ben articolata. La scenaggiatura è sicuramente molto ispirata e ci sono alcune battute veramente efficaci. L’ironia con cui Hollywood si racconta (pensiamo solo al cartellone sempre mezzo distrutto) alleggerisce la trama senza cadere nel ridicolo. Peccato il finale (il primo) molto sincopato e davvero poco credibile (la convalida all’ultimo minuto dei biglietti, l’inseguimento dell’aereo) dove lo spazio per ‘l’americanata” è davvero notevole. Per chi ha resistito fino ai titoli di coda la frase finale di Carter lo riabilita notevolmente. Piacevole, gradevole ed interessante, non un capolavoro.