La regola del silenzio – The Company You Keep

Questo e’ lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film “La regola del silenzio – The Company You Keep”.

 

Dati Tecnici
Regia: Robert Redford
Con: Robert Redford, Shia LaBeouf, Julie Christie, Sam Elliott, Brendan Gleeson, Richard Jenkins, Stanley Tucci, Nick Nolte e Susan Sarandon.
Durata: 117 min

Trama del film
“Jim Grant è un avvocato che si occupa di diritti civili e un padre single che vive con la figlia in un tranquillo quartiere alla periferia di Albany, New York. Il suo mondo viene sconvolto quando uno spregiudicato giornalista, Ben Shepard, rivela che Grant è un estremista pacifista evaso e ricercato per omicidio. Dopo essere vissuto per più di trent’anni fingendosi avvocato, ora Grant deve darsi alla fuga: diventato l’obiettivo di una sfrenata caccia all’uomo per tutti gli Stati Uniti scatenata dall’Fbi, si mette in viaggio alla ricerca della persona che può dimostrare la sua innocenza.

 

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=o0c6a4Oh9yM

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  1. Elena Costa scrive:

    Sebbene la critica osanni questo film…che è sicuramente vedibile e piacevole, ma nulla di più, a me ha lasciata indifferente. Ci sono latitanti che vengono arrestati dopo 30 anni, c’è gente che ha cambiato identità e vita, ci sono segreti che emergono, c’è un giovane sveglio reporter che, alla ricerca del suo scoop, dipana la matassa. Non c’è pathos, non c’è suspance, non c’è una morale precisa. Viene semplicemente narrata una vicenda.
    Mi è piaciuto molto l’unico giovane e vivace nel film – Shia LaBeouf – mentre mi han messo malinconia i tre vecchietti: Redford-Nolte e la Sarandon…
    Vedere fuggire Redford in questo film ci fa solo immaginare che possa morire d’infarto!
    E’ ovviamente solo un mio parere personale, il film si può vedere, ma certo non cambia la storia del cinema, a me a tratti ha pure annoiato, e soprattutto non trasmette la benchè minima emozione.

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Il Weather Underground è stata un’organizzazione di sinistra radicale, attiva nel periodo 1969-1976, che fece utilizzo di metodi di protesta violenta in reazione alla politica estera degli Stati Uniti d’America.
    Partendo da questa controversa vicenda del recente passato degli Stati Uniti, Robert Redford costruisce un film a metà tra la denuncia e la critica, sfumando i punti di vista come da sua abitudine, pur mantenendo un impianto tematico rigoroso e che suscita indignazione e commozione.
    Alla base c’e’ tutto quello che può fare un buon film: un argomento importante, un bravo regista, una confezione impeccabile in riprese e musica, un cast di all-star, una reputazione di liberal che puo’ portare gia’ da sola i commenti positivi della critica.
    Purtroppo per me questo non basta per fare di “Le regole del silenzio” un film riuscito e, a parte l’eccessiva lunghezza (quasi 2 ore) e una sceneggiatura che in qualche punto mostra qualche limite, l’errore sta nella scelta degli attori.
    Shia LaBeouf e’ veramente inadeguato per il ruolo da co-protagonista che è stato affidato, dovrebbe creare una figura di un giornalista a metà tra la voglia di ricercare la verità e il metodi non proprio cristallini con i quali ottiene le proprie informazioni, dovrebbe ritrarre un personaggio sul cui volto possiamo leggere i dubbi del proprio agire… invece encefalogramma piatto con quell’espressione da un bambino a cui e’ stato chiesto di giocare a fare il grande. Ripeto inadeguato.
    E purtroppo anche Redford come attore per me e’ davvero bollito. Il suo Jim Grant dovrebbe essere il perno morale di tutto il film e invece mostra il fiato corto come nelle scene nelle quali fa jogging o scappa dalla polizia.
    Non bastano le ottime prove di Julie Christie e, davvero bravo, Brendan Gleeson a dare niente di piu’ di una sufficienza a questo film che prometteva molto e mi ha deluso.

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