“Non ho problemi a passare da film come “Il discorso del re”, con un budget da 12 milioni, a film dal budget incalcolabile come “I Pirati dei Caraibi” anche se hai 800 persone a pranzo, e 18 camion nel parcheggio, il tuo lavoro resta sempre lo stesso.”
Questa frase, raccolta da una intervista del 2011, ci racconta molto anzi tutto della poliedricità dell’attore australiano che nella sua carriera e’ passato senza problemi da piccoli film d’autore a grandi blockbuster.
Questa sera lo vedremo nell’ultimo film di Giuseppe Tornatore e noi vi raccontiamo la sua carriera a 35mm.
Geoffrey Roy Rush nasce a Toowoomba, una città del sud-est del Queensland nell’Australia nord-orientale, il 6 luglio 1951.
Dopo la laurea in letteratura inglese il giovane Rush si iscrive prima al Brisbane’s Queensland Theatre Company e poi nel 1975 si trasferisce per due anni a Parigi, dove frequenta la scuola per pantomimi di Jacques Lecoq.
Il teatro e’ quindi la sua prima inevitabile esperienza e, di ritorno in Australia, lavora alla produzione teatrale di “Aspettando Godot”, opera di Samuel Beckett, con il suo compagno di stanza Mel Gibson.
La fortuna non arride molto e i due amici sono costretti a dormire sul pavimento per mancanza di denaro.
Sul grande schermo esordisce nel 1981 con una piccola parte in “Hoodwink“, mentre pero’ Geoffrey Rush si divide tra cinema e palcoscenico, dirigendo svariati spettacoli di cui è anche protagonista (nei quali conoscerà anche la sua attuale moglie l’attrice Jane Menelaus).
Passano 15 anni di anonimato cinematografico con produzioni non certo memoriabili quando improvvisamente arriva la parte giusta nel momento giusto.
La parte è quella del tenero e stravagante pianista David Helfgott e il film e’ Shine (regia di Scott Hicks).
Il risultato e’ un successo planetario e per Rush il premio oscar come miglior attore, battendo il favorito della vigilia Tom Cruise, interprete di Jerry Maguire.
I successivi film vedono Rush in prove “in costume” come in “I miserabili” e “Elizabeth”.
Ma e’ con la parte di Philip Henslowe, l’impresario teatrale inglese di “Shakespeare in Love” (regia di John Madden) che nel 1999 arriva una nuova nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista.
Ma quell’anno purtroppo vinse James Coburn per il film Affliction.
Dopo una divertente parte da supercattivo in “Mystery Men”, Rush incanta ancora nel 2001 per il film “Quills – La penna dello scandalo” in cui interpreta la parte del protagonista Marquis de Sade.
Altra nomination all’Oscar come migliore attore protagonista purtroppo persa contro lo strapotere del gladiatore Russell Crowe.
Dopo una intensa parte nell’adattamento del romanzo di Le Carre “Il sarto di Panama”, Rush ritorna a recitare in una mega produzione e ci regala uno dei suoi personaggi piu’ riusciti: il pirata Hector Barbossa all’interno della saga dei “Pirati dei Caraibi“.
Divertente e scellerato Barbossa e’ un ottimo antagonista di Jack Sparrow-Johnny Depp e il duo ci regala dei momenti molto gustosi all’interno dell’action movies della Disney.
Rush interpreterà Barbossa anche nei successivi tre film della serie.
Nel 2005 l’attore australiano ci regala una nuova intensa, e direi alquanto difficile, interpretazione calandosi perfettamente nei panni del grande Peter Sellers nel biopic (“Tu chiamami Peter“) dedicato all’attore inglese.
Il film non e’ certo un capolavoro, ma la prova di Geoffrey Rush e’ riconosciuta da tutti come abilissima e molto sensibile e anche i giurati del Golden Globe se ne accorgono omaggiandolo del premio come miglior attore dell’anno.
Siamo quasi ai giorni nostri, dopo qualche bella parte in “Munich” di Spielberg e “Elizabeth: The Golden Age” Rush tira fuori dal suo repertorio un nuovo asso della manica recitativo.
Nel 2010 il regista inglese Tom Hooper sta preparando una pellicola su Giorgio VI re d’Inghilterra affetto una grave forma di balbuzie e sta cercando l’attore perfetto per la parte del logopedista australiano che lo aiutò a vincere il suo problema.
Sapete tutti come alla fine è andata: Rush si aggiudica questo ruolo, il film “Il discorso del re“ e’ un successo planetario, vince l’Oscar come miglior pellicola dell’anno, Colin Firth è il miglior attore della stagione, e Geoffrey (ormai lo possiamo considerare un amico e chiamarlo affettuosamente per nome) riceve una ennesima candidatura come miglior attore non protogonista (superato da Christian Bale in “The Fighter”).
Nonostante la mancata vittoria questa prova e’ una nuova gemma regalandoci una prova misurata ed eccentrica allo stesso tempo, perfettamente funzionale al personaggio, tanto che anche il figlio del reale Lionel Logue fece i complimenti a Rush.
Rush e’ una delle poche persone che hanno vinto il “Triple Crown of Acting” ovvero un Premio Oscar, un Tony Award e un Emmy Award. Contando il suo palmares alla fine ha vinto un oscar (più tre nomination), tre BAFTA Award (più cinque nomination), due Golden Globe e quattro Screen Actors Guild Awards.
Inoltre è il presidente della fondazione “Australian Academy of Cinema and Television Arts” e nel 2012 è stato nominato “australiano dell’anno”.
E questa sera lo ammireremo anche noi sotto la direzione di Giuseppe Tornatore !!!