Questo e’ lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film “Viva la Libertà”.
Dati Tecnici
Regia: Roberto Andò
Con: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Michela Cescon, Valeria Bruni Tedeschi.
Durata: 95 min
Trama del film
Il segretario del più importante partito di opposizione improvvisamente parte per la Francia per incontrare Danielle (Valeria Bruni Tedeschi), amata venti anni prima.
Per rimediare alla sua assenza, la moglie Anna (Michela Cescon) e il collaboratore Bottini (Valerio Mastandrea) si rivolgono a Ernani (Toni Servillo), fratello gemello
di Enrico e professore di filosofia recentemente dimesso da un ospedale psichiatrico. Tratto dal romanzo Il trono vuoto di Roberto Andò, Ed. Bompiani.
Trailer
Veramente guardare questo film è come immaginare la politica che vorremmo realmente.
Quella non necessariamente concreta o con la risposta pronta per tutto, ma quella sincera, quella che forgia un patto con l’elettore di comune intento, quella che non ti vuole fregare e pensa solo alla propria autosopravvivenza.
E quella che, come suggerisce il film in più punti, non utilizza la cultura come mezzo per farsi belli e per creare una barriera con la gente comune, ma che invece la sfrutta per essere più vicino e per fornire motivazione ed ispirazione.
Quella con la passione invece che con il bilancino delle opportunità.
Su Toni Servillo invece c’è poco da dire: io lo amo (artisticamente !!!) come nessun altro per la sua immensa capacità, come avviene in questo film con la doppia interpretazione del ruolo del segretario, di calarsi nei suoi personaggi così “sotto pelle” e delinearli anche solo con uno sguardo o una lieve increspatura del volto.
Qui però è tutto il cast di alto livello: da Mastandrea alla Bonaiuto alla Cescon passando per il cameo di Gianrico Tedeschi.
E se in mezzo spicca negativamente Valeria Bruni Tedeschi… beh ce la dimentichiamo subito senza problemi!!!
Io leggo il finale positivamente: Enrico è tornato ed è cambiato, o perlomeno ha riscoperto la parte del fratello che era in lui, ma sepolta dalla lunga aridità della sua vita politica.
È palesemente un finale aperto a tutte le letture, ma io sono ottimista e nel sorriso di Enrico leggo il piacere e la sorpresa di aver riscoperto nuovamente la passione dentro di se.
Il film “Viva la libertà” è un film veramente straordinario!
Ho conosciuto personalmente Roberto Andò, l’estate scorsa, mi aveva colpito la sua profondità e creatività di pensiero nel spiegare la complessità dei nostri tempi.
Ha raccontato con estrema accuratezza e ironia il suo libro ” Il trono vuoto”. Aveva annunciato la preparazione del film, tratto dal suddetto libro e la presenza di un grande attore.
Non sono esperta nei tempi di preparazione di un film, ma mi son sembrati veramente veloci.
Dopo la visione del film, penso che un buona unione di regista e cast, abbia contribuito!
Ho letto il libro “Il trono vuoto” , mi è piaciuto molto, è un capolavoro per l’analisi, i colpi di scena e la creatività che emerge nella descrizione del ruolo politico e umano che s’intrecciano con grande maestria. Non è da meno il film con il grande Toni Servillo. Dal film emergono le dicotomie leggerezza/riflessione, politica/vita che s’intrecciano.
La politica che smuove la vita dei due personaggi, una che cerca di ritrovarsi, allontanandosi e l’altra, che con creatività poetica e pensieri fuori dai “clichè di finzione” politica, s’immerge in un ruolo di potere. Emerge una verità, che “attrae” gli elettori che offre chiarezza , come cita Andò “una favola filosofica”….”in un paese malato”.Il film dà un messaggio chiaro, trasparente di verità del nostro sistema politico italiano. Il personaggio del professore Ernani, che uscito da un ospedale psichiatrico, riesce ad esprimersi e “districarsi” con grande libertà e coscienza, all’interno di un ruolo di potere, secondo me, in parte, richiama il pensiero di Pirandello “Le pazzie soltanto hanno il privilegio di poterle urlare certe cose”.
Assolutamente d’accordo; Pirandello permea assolutamente questo film, (e sicuramente anche il libro da cui è tratto) tanto è vero che potremmo tranquillamente usare il titolo di una sua opera (“Così è se vi pare”) come sottotitolo finale dell’ultima scena che è stata resa volutamente ambigua.
Per il resto direi che il film è Servillo-centrico (come del resto quasi tutti quelli di questo grande attore, qui addirittura in un doppio ruolo), generalmente ben recitato anche se non mi riesco a capacitare del perchè Valeria Bruni Tedeschi debba per forza lavorare in un film italiano , visto che ha fatto a gara con quell’altro genio che ha come sorella ad affermare di vergognarsi di essere italiana tra le altre cose pure perchè il povero assassino Battisti ai tempi è stato costretto a scappare in Brasile: evidentemente non si è poi fatta questa gran carriera oltralpe e le bollette bisogna pur pagarle…immagino lo sforzo di lavorare con una troupe così mediocremente italiana…vi prego…non fatela più soffrire dandole lavoro in italia…sarà contenta lei e saremo contenti noi
Pure il personaggio del marito orientale non scherza come credibilità…forse a causa degli occhiali da sole perennemente sugli occhi non si accorge che la moglie non disdegna “il ritorno di fiamma” del politico italiano…strano perchè se n’è accorta persino sua bambina pre-adolescente…ma forse è una astuta strizzatina d’occhio a certi stilemi tipici dei film francesi…non si sa mai..probabilmente solo in Francia questo film avrà mercato oltre a quello domestico e quindi la produzione si adegua..
Al di là di queste minuzie però secondo me questo film, ben lungi dall’essere un’opera di fantasia, ha assunto in questo particolare momento storico un valore di testimonianza, se non addirittura di incarnazione di una speranza per una politica degna di questo nome.
E in questi tempi convulsi e confusi non è poco !
A me e’ un film che ha davvero entusiasmata.Oltre l’originalita’ della trama,la bravura di Servillo,l’ho trovato un film elegante,tecnicamente ben costruito e di uno spirito gustosissimo.E’ un film che insegna….ma cosa?Ecco,per me insegna che le persone,per star bene hanno bisogno di scavalcare il proprio cervello…..quel cervello pedante,pieno di paure,di blocchi,che soffoca quella parte pure,fanciullesca che chiunque ha….il famoso “fancoillino”di Pascoli.Perche’ Giovanni conquista?Conquista perche’ spiazza,fa ridere e sa crear entusiasmo e passione ,piu’ coi gesti che con le tante parole che spesso accendono la parte inquinata della nostra mente.Mi e’ piaciuto come spiazza i giornalisti e i malvagi che tentano di attaccarlo…li spiazza con la positivita’ e portando alla ribalta le loro paure,che son sempre alla base delle malvagita’.Questo film ,seppur puo’ apparir strano,l’ho paragonato a “quasi amici”….altro film che infatti ho molto amato.Cos’ha di simile?Per me i due protagonisti(Servillo e il ragazzo di colore) conquistano perche’ sanno affrontare la vita con il sorriso,comunicano questo e sanno far fronte,senza troppe paure,che,per le sue frustazioni o inquietudini,tenta di far spegnere gli slanci sani degli altri.In poche parole….il mio voto a questo film supera il 10 e non edo l’ora di andare domenica mattina a conoscere l’autore di questo geniale film.
volevo correggere un punto che ho scritto…..volevo cioe’ scrivere….”per me i due protagonisti (Servillo e il ragazzo di colore) conquistano perche’ sanno affrontare la vita con il sorriso e sanno affrontare ,senza troppe paure,chi,per le sue frustazioni o inquietudini,tenta di far spegnere gli slanci sani degli altri”
Film davvero profetico questo di Roberto Andò: la politica è diventata teatro e un attore ci salverà. Giovanni recita la parte di suo fratello, riuscendo ad essere divertente, interessante, citando i grandi autori di teatro, parlando al cuore delle persone. E così rimonta nei sondaggi. E probabilmente farà vincere le elezioni al suo partito. Ma, e la domanda viene spontanea, cosa c’è dietro? E’ cambiato qualcosa nel partito? L’eletto è più o meno capace di governare, dopo gli show di successo?
Nessuno in Italia sembra piùporsi questo problema. Durante tutta la campagna elettorale non si faceva che dicutere dell’abilitàcomunicativa di Berlusconi, della capacità di Grillo di infiammare le piazze, del grigiore di Monti, della opacità di Bersani. E anche dopo le elezioni si continua a parlare delle capacità attoriali dei leader politici, invece che delle loro idee.
A parte, i contenuti, il film ha ritmo, è divertente, ha attori eccezionali, primo tra tutti Servillo che riesce a cartterizzare due personaggi completamente diversi, con la stessa faccia e gli stessi vestiti.
Unico appunto lo farei alla sceneggiatura, che nel finale non mi ha convinto. Penso infatti che nel libro i due gemelli siano in realtà lo stesso personagio che alla fine si ricongiunge in un unica persona.
Il finale del film è più aperto: non è chiaro se la scena finale ci mostra Enrico o Giovanni. Ma in fondo non ha più importanza.
Gli occhi lucidi nel buio della sala come mai mi è successo per un film di connotazione politica, lo sconforto del chiedersi “Perché non potrebbe davvero essere così?”…un bel calcio metaforico e non a questa politica becera e incapace e l’avvento del genio pazzo che riesca ad infiammare, ad accendere cuori, speranza, voglia di partecipazione ! Un bel calcio all’autocentrico Enrico e un bel benvenuto al poetico, colto senza spocchia ma con tanta umanità Giovanni! Che parla di alleanza con la coscienza della gente e non con altri scacchisti della cadrega, che parla di passione e non di giochetti e strategie politiche.
Ma alla fine il sogno si infrange, Giovanni ha infiammato, ma soprattutto ha innalzato lo “share”, visto che è tutto spettacolo….il compito del fallito Enrico di rinfocolare gli elettori è raggiunto…adesso si può vivere di rendita! E la bellezza di Giovanni torna nell’utopia e l’amarezza riprende ancora una volta il sopravvento.
Abbiamo seguito un folle, un visionario più realista del re, che però niente ha a che fare con il film, la finzione della politica.
Toni Servillo grandioso, capace con pochi tratti del viso, con un guizzo nello sguardo, di cambiare meravigliosamente personalità. Valerio Mastrandrea anche lui perfetto nel rendere la metamorfosi dal rassegnato lacchè del segretario al sorpreso ed entusiasta assistente e artefice di un miracolo, fino allo sguardo finale pieno di sconforto ma anche di un sottile imperituro filo di speranza in cui mi ritrovo.
Roberto Andò trasforma in opera cinematografica il suo libro “Il trono vuoto” , affidando la parte di protagonista al bravissimo Toni Servillo : il risultato è un film che mostra con ironia e intelligenza l’attuale situazione di stallo, abulia ed immobilismo in cui giace il mondo politico italiano, ma regala, contemporaneamente la voglia di sperare e di credere che una chiave di svolta possa ancora esistere.
Il messaggio è chiaro, condivisibile : l’agire politico in grado di conquistare le persone implica l’abbandono delle maschere, del costume politico, delle apparenze, per ritrovare la libertà di essere se stessi, di essere autentici e trasparenti nelle parole pronunciate con profonda e vera passione. L’alleanza con la coscienza delle persone è l’unica vera chiave per ricostruire la fiducia della gente nella politica, l’unica salvezza verso la deriva…
Cristina, io credo sia esattamente il contrario: Giovanni, il pazzo, non è un uomo politico, è un attore che recita questo ruolo, usando Brecht, e altre citazioni. Ciò che è in grado di conquistare gli elettori è finzione non verità. La politica è diventata puro teatro.
Ok, Giovanni è un attore e veste i panni del fratello….in questo c’è finzione, mancanza di verità…ma dietro l’apparenza, la maschera che indossa c’è l’uomo vero con il suo modo di essere e di agire..quest’uomo è forse pazzo, ma non falso…e per questo acquista credibilità, conquista le persone…
Un uomo politico che sa conquistare il favore della gente , certo, è anche un uomo che sa utilizzare i modi del teatro a suo favore, ma
credo che nessun attore possa essere convincente senza essere se stesso, senza credere nelle parole che racconta e recita…….citando Stanislavskij direi che l’attore ( come il politico ideale) è l’uomo che, senza perdere se stesso, deve creare il personaggio…