Il Ministro – L’esercizio dello stato

Mercoledì 24 Aprile gli Amicinema sono andati a vedere Il Ministro, uscito finalmente in Italia, dopo due anni dal premio vinto a Cannes.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

Dati Tecnici
Regia: Pierre Schoeller
Con: Olivier Gourmet, Michel Blanc, Zabou Breitman, Laurent Stocker
Durata: 115 min

Trama del film

ll ministro dei trasporti Bertrand Saint-Jean viene svegliato in piena notte dal responsabile del gabinetto. Un’auto è caduta in un burrone. Deve andare, non ha scelta. Così comincia l’odissea di un uomo dello Stato in un mondo sempre più complesso e ostile. Velocità, conflitti di potere, caos, crisi economica… Tutto è incatenato e collide contro se stesso. Un’emergenza sostituisce un’altra. Per quali sacrifici sono fatti gli uomini? Quanto a lungo possono resistere in uno Stato che divora chi lo serve.

Trailer

http://www.youtube.com/watch?v=f_fMT21UXrw

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  1. Stefano Chiesa scrive:

    Finalmente un film che è stato all’altezza delle attese (almeno delle mie!!!).
    “Il ministro” è un amaro, disilluso, anche cinico affresco della politica (in primis quella francese, ma per me estendibile anche al nostro paese) e di come si è disposti a perdere la propria anima e i propri ideali per raggiungere il potere.
    È un’opera complessa (ammetto francamente di non aver sempre compreso tutto), che ci porta direttamente nella densità e nella viscosità dei meccanismi della politica.
    Oliver Gourmet è molto bravo a tratteggiare un ministro senza ideali e che, mentendo anche a se stesso, persegue solo il proprio utile dipingendolo come bene del paese.
    Un malinconico Michel Blanc invece è l’unico personaggio che ci restituisce un po’ di speranza e di coerenza personale.
    Ma anche lui sul finale lo vediamo allontanarsi piano piano sconfitto dagli intrighi del potere allo stesso modo nel quale il regista Pierre Schoeller ci suggerisce di lasciare da parte ogni illusione sulla politica.
    Da vedere assolutamente.

  2. Lorenzo Catacchio scrive:

    Prima scena molto interessante, quella del caimano, altre metafore, gli incappucciati, poi l’incidente in macchina molto crudo, ma si fa fatica a seguire il filo narrativo e rimane la sensazione che i problemi della politica transalpina siano comunque distanti dai nostri. Sigh!

  3. Daniela Lazzara scrive:

    Un film sull’esercizio del potere, che mi è piaciuto molto e che mi ha scosso, soprattutto da un certo momento in poi (sul quale sorvolo), perché avrei voluto vedere un barlume di incertezza, di esitazione, un cedimento che trattenesse il ministro (Bertrand Saint Jean) dal percorrere la sua strada univocamente mosso dall’ambizione e dalla sete eccitante – sebbene logorante – del potere e di una poltrona da salvare. Il cambiamento, coincidente con un’azione politica onesta con le proprie idee e principi, coerente, consapevole dei rischi di insuccesso e che si sottrae alla regola ossessiva del consenso ad ogni costo, non si verifica e non c’è neppure spazio per un differente approccio concesso alle relazioni più significative (si presume che la moglie, alla quale il ministro promette solo altri 18 mesi di sacrifici, sognando ad occhi aperti, continuerà a “vedere” il vento e non il suo uomo).
    Una riflessione senza speranza su chi esercita il potere in un certo modo, avvalorata dal discorso emblematico, e che mi piacerebbe riascoltare, che, nella bellissima scena in Chiesa, Bertrand Saint Jean rivolge sottovoce per ricordare l’autista Kuypers. Quasi in parallelo, diverse le parole pronunciate da Malraux nell’elogio funebre per un partigiano e che Gilles, il collaboratore più fidato e competente di Saint Jean, oltre che suo contraltare, ascolta come un disco da cui trarre ispirazione.
    Bellissimo, inoltre, il volto di Kuypers e il modo in cui il regista l’ha reso in parte protagonista con i suoi silenzi.
    Unica nota poco apprezzata: il realismo crudo che nulla, in termini di orrore, risparmia in una scena, malgrado questa sia costruita talmente bene da rendere lo spettatore molto partecipe.

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