I migliori film della nostra vita (con Caterina Landolfa)

C’è un confuso brusio di parole, proprio come in un set cinematografico prima del ciak, e macchie di colori e profumi.
Dove ci troviamo? Ecco, il brusio si placa rapidamente come un’onda che ritorna in mare, i colori si stemperano in una sola tinta indefinibile: silenzio, inizia il film…
Ma il vero film sappiamo bene che è fatto da ognuno di noi. Provate a voltarvi durante una proiezione e “guardare il film” sui volti stupiti, frementi, addolorati degli spettatori, anzi delle persone: mille sceneggiature in un unico film.
Ognuno di noi trova parte di se stesso nel personaggio o nella musica o nella storia. In qualche modo è ciò che siamo stati o che avremmo voluto essere almeno in un momento della nostra vita, che volevamo dire, fare… baciare.
In questa chiave, nessun film può essere considerato un brutto film, perché una pellicola vive attraverso le emozioni che una persona muove individualmente. Un film è molto più di una bella trama, un bravo attore, ottima fotografia, musica azzeccata; un film è quello che sei, che vorresti o non vorresti mai, e ridi e piangi proprio per questo.

E’ così che chiediamo ai nostri lettori di esprimere una preferenza sui tre migliori film della propria vita, con questa voglia di raccontarsi e raccontarcelo, perché quella sua emozione diventi anche nostra.

Ringraziamo come sempre Claudio Lupi autore anche dell’introduzione che leggete sopra e oggi vi presentiamo le emozioni e i film di Caterina Landolfa !!!


 
IO SONO LI (2012) del giovane regista emergente Andrea Segre.
Un film originale, commuovente, vero…ti tocca nel profondo senza nessun effetto speciale e nessun attore o attrice di fama mondiale nel cast. Ambientato a Chioggia (città insolita per un film) è la storia di una ragazza cinese che lavora in Italia per avere la quota necessaria per riavere con sè il figlio di 8 anni. Per questo fine sopporterà tutto e non avrà sconti da nessuno: la durezza del “capo cinese”, un lavoro estenuante a livello di quantità di ore giornaliere e serali, la difficoltà di ambientarsi in una realtà tanto diverse e distante dalla propria.
Delicatissimo e senza cadere nel banale è il rapporto d’amicizia e d’affetto che avrà con uno dei frequentatori del bar che tutti apprezzano la gentilezza e la dolcezza di LI.
Un film indimenticabile, un’opera d’arte, non trovo e sarebbero superflue altre definizioni.

 

 

 

 

ANNA KARENINA (2013)
Sono rimasta folgorata dalla bellezza delle scenografie, degli ambienti interni ed esterni, dei paesaggi glaciali, stupefacenti i costumi, la luce e le ombre i contrasti chiaro-scurali, la bravura dei celebri attori.
Due ore volate…ci si immerge in una favola se ben non a lieto fine e in un sogno: quello della vita nella società russa ottocentesca…ma dietro a sfarzo, gioielli scintillanti, meravigliose donne e uomini affascinanti…si scopre che la vita di ogni essere umano è in balia di: vizi, debolezze, invidia, dolore, gelosia, genierosità, perdono, ambizione. Ma sopra tutto sono sovrani l’AMORE e la PASSIONE che a seconda del destino d’ognuno possono essere fonte di salvezza o di dannazione.

 

 

 

 

MARIE ANTONIETTE di Sophia Coppola (2009)
Un acquarello cinematografico. Questa è la definizione più appropriata per questo film incantevole. Magistrale l’ambientazione, le scenografie, i particolari…non scontata bensì realistica e consapevole l’analisi psicologica dei regnanti di Francia, la crudeltà di una realtà dove la giustizia e l’equità non esistono: chi vive di sfarzo, vita dissoluta e spreco e chi lotta per un pezzo di pane. I film storici danno tutti un grande insegnamento: ci si rende conto che pur col passare dei secoli la vita di noi esseri umani non è cambiata e non cambierà mai.

 

 


 

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  1. Stefania Chines scrive:

    Uno dei film che non dimenticherò mai è “Fuga di mezzanotte”, in inglese “Midnight Express”. E’ un’opera del regista Alan Parker e uscì nelle sale cinematografiche italiane nel novembre del 1978.
    Per l’argomento trattato e la durezza di alcune immagini lo vietarono ai minori di 18 anni. Un divieto che oggi non esiste più, il cui ricordo fa sorridere, magari ancora innervosire. Essendo nata nell’ottobre del 1961, per me era un film proibito. Ma quel divieto esercitava un fascino irresistibile, aveva un potere enorme di attrazione. Non solo vedere una pellicola “vietata” era trasgressivo, ma costituiva una sorta di ingresso ufficiale nel mondo degli adulti.
    Ricordo che ci si metteva in fila trepidanti, sperando di dimostrare quella manciata di mesi in più che ti consentiva di diventare maggiorenne. E quando arrivavi di fronte alla biglietteria speravi ardentemente che la cassiera non ti chiedesse i documenti. Ma quella volta – e altre volte ancora – la signorina del cinema Ambra di Nervi non li chiese né a me né ai miei amici.
    Eravamo in vacanza e il cinema Ambra era un sogno per chi voleva godersi un film di sera. Perché aveva il tetto che si apriva. Improvvisamente, dopo circa mezz’ora dall’inizio della proiezione, si sentiva un leggero scricchiolio e in pochi secondi, alzando la testa, potevi ammirare il cielo stellato, il cielo delle notti d’estate. C’era qualcosa di magico in quel tetto scorrevole. Oggi purtroppo il cinema Ambra non c’è più. Al suo posto, un centro congressi.
    Ma io ho sempre in mente la storia realmente accaduta allo studente universitario americano Billy Hayes, magistralmente interpretato da Brad Davis. Arrestato all’aeroporto di Istanbul con qualche grammo di hashish, Hayes venne condannato dapprima a quattro anni di reclusione e in seguito all’ergastolo nel durissimo carcere di Sagmacilar, da dove riuscì miracolosamente a fuggire.
    Come dimenticare la bellissima colonna di Giorgio Moroder che si aggiudicò un Oscar e… quella notte degli Anni Settanta a Nervi.

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