Al Palazzo del Cinema e in tutta la zona davanti all’Hotel Excelsior fervono i preparativi per l’inaugurazione di domani. Al momento solo la biglietteria è aperta, e sono pochi gli accreditati e gli spettatori che sono già arrivati al Lido. L’atmosfera è quella di una sonnacchiosa giornata d’estate.
Il vostro inviato domani cercherà di cogliere qualche sguardo di George Clooney o di Sandra Bullock, protagonisti del film d’inaugurazione della mostra Gravity 3D e attesi entrambi al LIdo. Trovo interessante che il primo film in programma sia in 3D. E’ probabile che molti cinefili e notabili di festival abbiano snobbato la nuova tecnologia. Mentre questa volta saranno costretti a confrontarcisi. E’ da quando ho visto Hugo Cabret di Scorsese che penso che il 3D sia interessante e appoggio quindi in pieno questa scelta controcorrente del direttore della Mostra Barbera.
In attesa della Mostra, quest’estate Venezia ha offerto parecchie anteprime cinematografiche. Il vostro inviato ne ha viste ben tre. Monster University, che consiglio a tutti, è un prequel di Monster &Co. che non delude i fan della Pixar e nemmeno i bambini, che arrivati numerosissimi nell’Arena all’aperto di Campo San Polo, si sono divertiti moltissimo.
In another country, del regista coreano Sang-soo Hong, partendo da un’idea simile a “Nella Casa” di Ozon, la sviluppa in modo completamente diverso, realizzando un film tra zen e nouvelle vague. Se in Ozon, lo scopo del racconto era essere affascinante, passionale, empatico (questi i suggerimenti del professore all’allievo), in Hong l’idea guida sembra essere quella di trovare il giusto posto ad ogni personaggio e ad ogni oggetto.
Infine, il terzo film è Foxfire (Ragazze Cattive) di Laurent Cantet, tratto da un romanzo di Joyce Carol Oates. Racconta la storia di un gruppo di ragazze adolescenti costrette ogni giorno a confrontarsi con la violenza maschile e l’assenza dei genitori in una cittadina del nord america negli anni ’50. Bravissime le giovanissime attrici, interessante la storia. Purtroppo non sempre il film (che dura due ore e un quarto) riesce a mantenere la tensione e il ritmo del racconto. Peccato.