Ed ecco i il nostro consueto spazio per commenti e pareri sul film protagonista dell’uscita di ieri sera al cinema Apollo. Alla mostra di Venezia, dove il film era in Concorso, il film di Amelio non è apparso convincente e ha ricevuto una tiepida accoglienza. A voi lo spazio per il dibattito..
Dati tecnici
Regia : Gianni Amelio
Attori principali : Antonio Albanese, Sandra Ceccarelli, Alfonso Santagata
Durata : 104 minuti
Trama : Antonio Pane vive a Milano e ha un lavoro particolare: fa il ‘rimpiazzo’ cioè sostituisce gli assenti in qualsiasi tipo di attività; un giorno può essere muratore, in quello successivo tramviere e così via. Antonio è un uomo fondamentalmente solo: la moglie lo ha lasciato per unirsi a un uomo dalle fortune decisamente più certe e il figlio studia sassofono contralto al Conservatorio e cerca in qualche modo di aiutare il genitore. Un giorno, a un esame di Stato, Antonio conosce una giovane donna, Lucia, a cui offre un aiuto disinteressato.
Beh…più no che sì. Bella e meritevole l’idea di disegnare un “eroe” che secondo i (non) “valori” di oggi potrebbe sembrare un perdente, mente in realtà è un uomo che non rinuncia mai alla sua dignità – “voglio farmi la barba, tutte le mattine” – e in questo consiste la sua ricchezza. Però..però…ho trovato una sceneggiatura presuntuosa e velleitaria, imperdonabili errori di regia (la sequenza iniziale, col ghiaccio per le strade, per cui si ipotizza pieno inverno, e la didascalia ore 6.30…con una luce da mezzogiorno pieno. In inverno, a Milano, alle 6.30 è buio pesto !!), una visione macchiettistica della precarietà lavorativa, situazioni più da feuilletton che da realtà 2013 (l’incontro con la ragazza, i vicini di casa, il negozio di scarpe da copertura). E’ un fil che non è reale né surreale, vuole essere poetico ma sconfina nel melenso,…lento e a tratti noioso. Si salva la bravura di Albanese e la colonna sonora. Sorvoliamo poi sul pistolotto finale di ringraziamento a Pisapia e alla sua giunta e su alcune sequenze super marchettare………lì la dignità proprio è andata a farsi benedeire.
Mah.. il film, a parte l’interpretazione di Albanese sempre bravo anche nei ruoli drammatici (ma migliore di gran lunga nel film “Giorni e nuvole” ) non mi ha convinto; non tanto per la tematica sul lavoro, purtroppo attualissima, ma dal punto di vista della realizzazione: il ritmo mi è parso un tantino lento, ed anche le dinamiche tra i personaggi – Antonio e la ragazza ed il figlio , non avevano, a mio parere, quella presa emotiva che forse i personaggi potevano trasmettere. Insomma, x me non ha fatto centro. Mi aspettavo qualcosa di più.
mi spiace, non mi e’ piaciuto molto, l’idea del “lavoro a rimpiazzo ” carina, ma mi hanno infastidito due cose che non interpreto come “cuore intrepido” ,ma come mancanza di consapevolezza.la scena della prostituzione del bambino, intollerabile!e la seconda e quella genitoriale, per esperienza posso assicurare che non basta un discorso di un minuto e mezzo per quanto accorato ad un figlio CON CRISI DI PANICO per risolvere.
Nel film: “La finestra di fronte” di Ferzan Ozpeteck si parla di rimpiazzi e cioè lavoratori extracomunitari che sostituiscono loro connazionali, in una catena produttiva per un giorno, due, oggi causa crisi il sostituto è italiano. Un’ennesima bella prova di Albanese, cerca con il suo ottimismo di affrontare al meglio i problemi di tutti i giorni: il posto di lavoro, i rapporti col figlio.