La mafia uccide solo d’estate

Mercoledì 4 dicembre “La mafia uccide solo d’estate” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

Dati Tecnici
Regia: Pif (Pierfrancesco Diliberto)
Interpreti: Cristiana Capotondi, Pif (Pierfrancesco Diliberto), Ginevra Antona e Alex Bisconti
Durata: 90 min

 

Trama del film
“Crescere e amare nella Palermo della mafia. Un racconto lungo vent’anni attraverso gli occhi di un bambino, Arturo, che diventa grande in una città affascinante e terribile, ma dove c’è ancora spazio per la passione e il sorriso. La mafia uccide solo d’estate è, infatti, una storia d’amore che racconta i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della sua amata Flora, una compagna di banco di cui si è invaghito alle elementari e che vede come una principessa. Sullo sfondo di questa tenera e divertente storia, scorrono e si susseguono gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia tra gli anni ‘70 e ‘90.”


Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=i7SfARhL9ws

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  1. Pietro Diomede scrive:

    Definirei “La mafia uccide solo d’estate” un film palindromo nel senso che tu lo legga come una storia d’amore dentro 20 anni di mafia o 20 anni di mafia dentro una storia d’amore questo film è di sicuro l’opera prima più intelligente e di spessore degli ultimi anni del panorama italiano.
    Il vero punto di forza del film di Pif è di aver azzeccato la chiave di lettura……
    Non era semplice parlare di Mafia e di quello che ha fatto a Palermo in vent’anni con un sorriso dal retro gusto amaro.
    Il regista mette al centro della storia il puro Arturo, una sorta di Forrest Gump che lega la propria vita, fin dal concepimento, a un doppio filo con la mafia……
    Il suo lungo inseguimento verso il grande amore chiamato Flora lo porta a entrare in contatto con i protagonisti che con le loro vite hanno contrassegnato i periodi più bui del nostro Paese ma in principal modo di Palermo.
    Pif ci mette tanta poesia nell’inserire Boris Giuliano come l’uomo del primo regalo all’amata, il Giudice Rocco Chinnici come testimone oculare di questo grande amore o incastrare un soffertissimo bacio durante i funerali della scorta di Borsellino……questa prospettiva che viene dal cuore oscura le defezioni e imperfezioni tipiche dell’opera prima.
    La direzione è sicuramente timida, come il suo personaggio, e la voglia di rappresentare la mafia in maniera caricaturale rischia di scivolare nel macchiettismo di alcuni personaggi per esempio il direttore della TV locale o alcuni dialoghi tra Totò Riina e Bagarella……
    Ma la sua voglia di cambiare la prospettiva della messa in scena e il suo sentito impegno civile che ci regala nel bellissimo e commovente (almeno per me) finale (che sarebbe piaciuto a Paolo Borsellino) eleva questo film a un qualcosa da vedere assolutamente per non dimenticare.
    Voto 7,5

  2. Silvia Serra scrive:

    L’ho trovato un ottimo film: direi proprio che, trattandosi di un’opera prima, fa ben sperare nelle prossime. Pif è riuscito a parlare di mafia con un sorriso, attraverso gli occhi di un bambino, ma a parlarne veramente, descrivendo , sempre con un sorriso, anche la cultura all’interno della quale il fenomeno mafioso attecchisce e si propaga. “La mafia uccide solo d’estate”, “E’ solo una questione di femmine”…emblematiche le rassicurazioni del padre, che nel film è la perfetta incarnazione di questa cultura del non volere vedere, sapere, capire e che tenta, dapprima riuscendoci, di inculcare al figlio che addirittura sviluppa l’insana passione per Andreotti. Un film che si potrebbe tranquillamente portare nelle scuole italiane, dove siedono i ragazzi che dello stragismo degli anni 70 e 90 sanno probabilmente troppo poco.

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