Mercoledì 15 gennaio “Il capitale umano” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
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Dati Tecnici
Regia: Paolo Virzì
Interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Bebo Storti e Gigio Alberti.
Durata: 109 min
Trama del film
“La vicenda comincia una notte, sulla provinciale di una città brianzola, alla vigilia di Natale, con un ciclista investito da un Suv. Che cosa è successo esattamente? L’unica cosa certa è che questo incidente cambierà il destino di due famiglie, quella di Giovanni Bernaschi, top rider della finanza, e quella di Dino Ossola, ambizioso immobiliarista sull’orlo del fallimento. E forse potrebbe cambiare per sempre anche la vita di qualcuno che con quelle smanie di arricchimento non c’entrava niente.”
Quale è il valore che dai a una vita, qual’e il valore che dai alla tua vita……quanto vale la tua dignità…..non so se esiste una risposta assoluta ma Il capitale Umano cerca di dare una corretta valutazione del senso di una vita.
Paolo Virzì prende spunto dal best seller di Stephen Amidon ambientato nel Connecticut per raccontare il dramma dell’avidità umana della nostra società uscendo per la prima volta dai territori familiari livornesi e incastrando la sua storia in Brianza (suscitando non poche polemiche tra le forze politiche locali)….
Un tragico incidente, un ciclista investito da un pirata della strada è l’evento fortuito che cambierà i destini di due famiglie i Bernaschi e gli Ossola raccontate da diverse prospettive i 4 intensi capitoli.
Fabrizio Bentivoglio interpreta Dino Ossola la classica rappresentazione della differenza tra il ricco e l’arricchito, un immobiliare coi soldi che ne vorrebbe ancora di più e farebbe di tutto pur di entrare nei fondi d’investimento Bernaschi……look alla Maroni è il classico Bauscia che fa lo splendido cercando di apparire quello che non è pur di essere presente……la sua interpretazione è magistrale nel rappresentare un uomo privo di alcuna dignità o rigore morale che si prostra davanti all’arroganza rappresentata dal finanziere Bernaschi…….un uomo che mantiene la solita espressione sia per dire “Sei Bellissima” che per dire “sei rovinato” guardando tutto e tutti dall’alto verso il basso come il ruolo sociale gli riconosce……un Fabrizio Gifuni spaventosamente in parte tanto sicuro di se da permettersi un ardito frontal…..
Ma il vero contro altare di Dino Ossola è Carla la moglie di Bernaschi anche lei vive all’ombra del potere del marito che tenta di uscire dal ruolo assegnatole cercando la strada di un riscatto culturale rappresentato dal salvataggio di un teatro Stabile……interpretata da una Valeria Bruni Tedeschi mai stata così brava nella sua carriera…..
E poi ci sono i giovani, le vere vittime di questo rampantismo senza scrupoli che cercano di uscire, di trovare una speranza per il proprio futuro…….è la personalità determinata di Serena Ossola il vero motore……una ragazza che cerca di trovare in un sofferto amore una luce per uscire dalla cappa buia che avvolge lei e tutti i protagonisti della storia.
Il capitale umano segna la laurea in regia per Paolo Virzì, il raggiungimento di un percorso iniziato con La Prima cosa bella e continuato con il piccolo ma bello Tutti i santi giorni fino ad arrivare a questa opera più curata da tutti i punti di vista……
Un’orchestra di attori dove ognuno suona alla perfezione il suo strumento, colonna sonora del fratello Carlo che calza alla storia e la sua capacità di rappresentare questo mondo cinico e disilluso con scene azzeccate e toccanti dalla scena di sesso che vede protagonista la Bruni Tedeschi attraversata dalle immagini di Carmelo Bene, al distrurbante contratto capestro di Bentivoglio dentro uno scalcinato teatro, fino alla disperata scena finale con la giovane Matilde Gioli (ma potremo usare Jolie visto la somiglianza con l’attrice americana) urlante per il suo amore impossibile…….
Ma il vero colpo di genio che sintetizza il senso di tutto il film è il dialogo tra una rassegnata Bruni Tedeschi e il cinico marito
“Avete scommessa sulla rovina di questo paese e ci siete riusciti”……”Ci siamo….”
Come a voler dire che nessuno è esente da colpe in questa società……la speranza, forse, è nel sorriso di due ragazzi……
Chapeau voto 9
La scena che mi è piaciuta di più in questo film e che mi sembra rispecchiare l’Italia di oggi, è quella in cui Carla Bernaschi convoca il consiglio di amministrazione del rinato teatro Politeama, presenta una sua proposta di spettacoli, ma vuole anche suggerimenti, pareri, proposte. Questo teatro Politeama ha visto nel passato attori come Buazzelli, registi come Strheler, si vorrebbe riportare ai vecchi fasti, peccato però che alcuni componenti (il leghista vestito elegantemente e la giornalista critica teatrale, o presunta tale) stronchino con i lro interventi l’entusiasmo di Carla Bernaschi. Trova solo il sostegno di Donato Russomanno (professore di storia del teatro), ormai il teatro classico è morto, annoia la gente, meglio il coro dialettale della zona. Anche il marito di Carla chiede: “Ma c’è proprio bisogno di un teatro?”. Dopo averlo comprato, Giovanni Bernaschi, rivenderà il teatro per rientrare da alcuni investimenti andati a male. Insomma il nuovo che avanza non ha idee, critica, stronca e siede nei consigli di amministrazione.
Ho visto un film con ritmo, interessante la struttura per atti con il nome del protagonista perché è la stessa storia vista dal punto di vista di un protagonista diverso, tutti i caratteri sono così veri e contemporanei per il nostro paese che ognuno di noi si può identificare nei loro difetti (e in qualche pregio)