Il vostro inviato a Venezia quest’anno si è attardato in Grecia ed ha perso l’inaugurazione della 71esima Mostra , il tappeto rosso dei divi, i motoscafi con l’arrivo degli invitati alla serata di gala e le loro divertenti toilettes. Insomma poco gossip, ahimè per voi, e i film di due grandi registi Inarritu e Makhmalbaf, che hanno inaugurato Venezia 71 e Orizzonti rispettivamente, assenti dalle cronache del vostro inviato, che pure è loro grande ammiratrice.
L’inviato sopperisce a questa mancanza, riferendovi il “sentito dire” è il “letto qua e la” corredato da qualche osservazione personale.
Il film di Inarritu è una riflessione sul cinema e sul teatro, realizzato con lunghissimi piano sequenza che evidenziano il virtuosismo di regista e attori. Personalmente ho molto amato Inarritu sceneggiato da Arriaga (Babel e 21 grammi), meno Buitiful, che come il Birdman di Venezia 71 è sceneggiato dallo stesso Inarritu con altri collaboratori. Ma ci sono Michael Keaton, Edward Norton e Emma Stone: sono davvero curiosa di vederlo. Purtroppo dovrò aspettare fino a febbraio.
Molto diverso immagino invece il film di Makhmalbaf, regista che ho amato per il Silenzio e Viaggio a Kandahar.
Le storie che racconta sono spesso metafore politiche o filosofiche che partono dalla sua esperienza in Iran, ma si estendono all’intera Umanità. Da quanto ho sentito “The President” non fa eccezione. La storia è quella della caduta di un dittatore, ma le riflessioni sulla violenza e le sue conseguenza hanno una valenza universale. Makhmalbaf è un regista di silenzi, non sempre facile per noi spettatori occidentali. Ma la bellezza delle sue immagini e la profondità delle sue storie valgono lo sforzo. Chissà se i distributori italiani condividono questa mia opinione. A Milano possiamo sperare nella lungimiranza del cinema Beltrade.
A questo punto il vostro inviato deve darsi una mossa per la sua prima giornata di Mostra, di cui vi racconterà domani, su questi stessi schermi.