La giornata del vostro inviato inizia con una piacevolissima colazione ai piedi del ponte di Calatrava, in compagnia di una compagna di scuola delle elementari/medie che non vedeva da anni. Col passare delle ore il grigiore del cielo si dirada la temperatura si alza, ritorna qualche raggio di sole. La laguna dal vaporetto mi appare così.
Tempo perfetto per un gelato e un caffè in terrazza, di fronte al mare. Lì ci sono anche Cristiana Capotondi (nella foto sotto) e poi Mila Jovovich che viene presa letteralmente d’assalto dai fan che,chissà come, sapevano che sarebbe arrivata lì. L’onniscenza dei cacciatori di autografie/selfie è uno dei misteri meglio custoditi della Mostra.
Il primo film della giornata è un documentario collettivo firmato da nove registi italiani, ciascuno dei quali ha realizzato un corto di 10 minuti con materiali dell’istituto luce, che quest’anno compie novant’anni. Per questo si chiama “9×10 = 90″. Tra i nomi dei registi Alice Rohrwacker e Alina Marazzi. Alcuni sono molto poetici, come “Confini”di Alina Marazzi, che mi ha ricordato la sequenza finale de “La grande illusione”, altri invece sono decisamente noiosi. Il vostro inviato, notoriamente vetero femminista, si diverte particolarmente con “Progetto Panico” di Paola Randi. Nella foto, una panoramica dei registi che hanno partecipato al film. Al centro Alice Rohrwacker, in fondo a sinistra Alina Marazzi.
Poi, sempre nella sezione Orizzonti c’è “Cymbeline” del regista americano Michael Almereyda con Mila Jancovich, Ethan Hawke, Ed Harris e Dakota Johnson. Anche Hawke, come si vede dalla foto è venuto al Lido con il regista. Il film è la classica operazione di rivisitazione di Shakespeare in chiave contemporanea. Così il re Cymbeline diventa il capo di una gang di motociclisti e i romani cui bisogno pagare le tasse sono i poliziotti. Il vostro inviato in genere ammira queste trasposizioni, in cui le parole sono seicentesche e l’azione è contemporanea. Ma in questo film non tutto funziona e in alcuni punti (il selfie del bacio tra tutti) suscita l’ilarità del pubblico.
E non è chiaro se il comico è voluto o involontario. Da vedere rigorosamente in lingua originale.
A questo punto il vostro inviato, che per il film seguente non ha il biglietto per la sala grande, è costretta a sgomitare in prossimità del tappeto rosso per carpire una foto da inserire qui. Ahimè, come vedete, i risultati sono abbastanza scadenti, complici il muro di fotografi che si è frapposto tra le dive francesi e noi poveri mortali.
Poi, di corsa un panino veloce e si entra al Palabiennale. Il film francese “Le dernier coup de marteau” della regista Alix Delaporte è un film delicato, classico nel suo genere, che racconta le difficoltà di un ragazzino adolescente alle prese con un padre che conosce per la prima volta, e una madre malata di cancro. E’ il genere di film che il vostro inviato ama a prescindere. Ma questo è anche particolarmente riuscito, perchè non cade mai nel patetico o nel melodramma e mantiene tutta la freschezza degli occhi adolescenti attraverso i quali racconta.
Ultimo film di questa ricca giornata, è anche uno dei momenti clou di questa 71 Mostra: “La trattativa” di Sabina Guzzanti. Il vostro inviato era scettico:pur ammirandone il coraggio, aveva trovato ben poco riusciti gli ultimi film da lei realizzati. E invece si è dovuto ricredere. A partire dalla struttura del film: un brillante mix di immagini di repertorio insieme ad uno spettacolo teatrale, guidate da una voce fuori campo alla “Report”, che mette ordine nei fatti raccontati. Forse in alcuni momenti perde un po’ di ritmo, una sforbiciata qua e là non gli farebbe male. Ma sono difetti minori. Splendido il finale, che il vostro inviato non rivelerà, invitandovi invece ad andarlo a vedere