Le due vie del destino

Martedì 16 settembre “Le due vie del destino” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.


 

Dati Tecnici
Regia: Jonathan Teplitzky
Cast: Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Colin Firth, Jeremy Irvine e Hiroyuki Sanada.
Durata: 116 min

Trama del film
“Basato sul libro omonimo, «Le due vie del destino», racconta la straordinaria storia vera di Eric Lomax (Colin Firth/ Jeremy Irvine), un ufficiale dell’esercito inglese ventunenne che venne catturato e torturato dall’esercito Giapponese durante la seconda guerra mondiale e impiegato nei campi di lavoro per la costruzione della “ferrovia della morte” in Thailandia. A quarant’anni di distanza, nonostante il conforto e la comprensione della moglie Patti (Nicole Kidman), Lomax continua ad essere tormentato dagli orrori della guerra fino a quando, grazie all’aiuto di un amico, scopre che il suo carnefice è ancora vivo, e decide di tornare in Thailandia per affrontare lui e i propri demoni.


Trailer


 

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  1. Davide Righini scrive:

    La vera sorpresa è stata alla fine, quando leggo nei titoli di coda che la vicenda del film è reale (!) e basata su un libro !
    Prima di questa precisazione il film mi è sembrata una neppure eccezionale operazione di marketing in cui si eleva un film “medio” all’attenzione del grande pubblico utilizzando i nomi degli attori.
    Colin Firth dopotutto ha il diritto di monetizzare dopo l’Oscar….Stellan Skarsgård recita in tre scene e poi sparisce (non dico come per non rovinare la sorpresa a chi voglia andarlo a vedere)…Nicole Kidman è assolutamente assente dal film (anche come personaggio) ma presentissima nei manifesti…una furbata dei distributori ovviamente, cui bisognerebbe imputare pure il titolo italiano creato appositamente per farci credere di essere davanti ad una storia d’amore…Il titolo originale “The railway man” si poteva tradurre “Il ferroviere” (che però è già stato un titolo di un film italiano di Pietro Germi) oppure “l’uomo della ferrovia” (che però avrebbe tolto quella patina di glamour al titolo evidentemente).
    Un film di cui si può dire cosa non sia (non è una storia d’amore, non è la storia della costruzione del ponte su fiume Kwai – per cui si rimanda al film omonimo – non è una riflessione sulla guerra e su come ci disumanizza) ; dire che cosa è non è possibile….la parola pastrocchio (già usata precedentemente è sicuramente la più adatta). Gli attori fanno il loro compitino e nient’altro. Se poi veniamo a sapere che è tratto da una storia vera dobbiamo sinceramente ritenere che il film non renda il giusto tributo a quest’ultima.

  2. Lorenzo Catacchio scrive:

    Condivido l’accostamento agli spot come tecnica. Interessante però è il grande messaggio di riconciliazione post bellico. Premesso che i crimini di guerra non conoscono prescrizione, d’altra parte quale produttore avrebbe finanziato un film per rinfocolare la vendetta degli inglesi verso i giapponesi dopo 70 anni dagli eventi? Concludo segnalando un piccolo anacronismo: Lomax torturato parla di aver sentito alla radio dei pesantissimi bombardamenti americani sul Giappone ma questi si concentrarono nel 1945 mentre la trama si svolge verso la fine del 1942 quindi quasi 3 anni prima

  3. Stefano Chiesa scrive:

    Per una volta il mio giudizio sarà un po’ estremo: questo film è un pastrocchio che non rende giustizia nè alla vicenda originaria nè agli attori.
    Dopo una prima parte molto mielosa il film vira verso il dramma, ma in entrambi i casi non è mai credibile, suona falso e non accende la minima emozione pur se le scene teoricamente dovrebbero essere molto forti.
    Colin Firth è bravo come sempre a delineare un personaggio ossessionato dal suo terribile passato, ma che riesce comunque a trovare (troppo facilmente?) le forze per perdonare.
    Il resto del cast però è inadeguato a partire da Nicole Kidman fino ad arrivare a Jeremy Irvine che non riesce proprio, neppure sotto tortura, a dare spessore a Lomax da giovane.
    Anche la regia di Jonathan Teplitzky è molto banale con i classici flashback che intramezzano la vicenda principale.
    Insomma una grande occasione persa

  4. Cristina Bellosio scrive:

    La vicenda di cui narra il film è realmente accaduta, ma l’eccesso di cura estetica toglie credibilità alla vicenda. Non convince il ricorso costante ad una fotografia patinata più adatta ad uno spot pubblicitario ( il regista, in effetti, proviene dal mondo degli spot) che ad una narrazione che parla di guerra, sofferenza ed orrore. Il ritmo narrativo è lento e non avvincente, se non in poche scene. Convincente la recitazione di Colin Firth, affiancato, ahimè, da una Nicole Kidman, bella, ma inespressiva..

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