Il Festival ha la sua sede all’Auditorium di Roma, ma molti film sono proiettati al cinema Barberini e altre attività si svolgono al MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo). Una navetta “Cinema” collega ogni 15 minuti i tre luoghi del festival per favorire gli spostamenti degli spettatori. L’ho presa ieri a Piazza Barberini: la navetta è salita per Via Veneto, è scesa per Villa Borghese fino a Piazzale Flaminio, quindi ha percorso via Flaminia fino all’Auditorium, dove, nella bella e grande Sala Sinopoli, ho visto il mio ultimo film del Festival.
Si tratta del film La foresta di ghiaccio, secondo lungometraggio del regista Claudio Noce, con Emir Kusturica, Ksenia Rappoport, Adriano Giannini, Domenico Diele.
Claudio Noce ha lavorato soprattutto come regista e sceneggiatore di cortometraggi e videoclip musicali e nel 2009 è uscito il suo primo lungometraggio Good Morning Aman, una storia di formazione e solidarietà nell’ambiente romano degli immigrati.
In sala sono presenti i produttori, il regista e gli attori principali, manca però Kusturica.
Il film è ambientato in uno scenario suggestivo, fra le nevi e le montagne delle Alpi, attorno ad una centrale idroelettrica, una diga e un piccolo paese, non lontani dalla frontiera con la Slovenia (il film è stato però girato in Trentino). Dietro l’apparente normalità del paesino si nascondono segreti e fatti strani. Un tecnico specializzato, Pietro, arriva nella valle per riparare la centrale elettrica, che subisce frequenti guasti. A dargli una mano è Lorenzo, un personaggio ambiguo, amichevole e gentile ma coinvolto in traffici illeciti insieme al fratello Secondo, un uomo burbero e solitario che lavora e vive nella centrale. Negli stessi luoghi si aggira Lana, che si presenta come una biologa che studia gli orsi ma è anche una poliziotta che indaga sulla morte di una giovane donna. A poco a poco emergono i ruoli nascosti dei personaggi, i loro intrecci legati al passato, fino a un crescendo finale drammatico, dove traffici legati all’immigrazione clandestina si intrecciano con vicende personali.
Il film ha come sfondo una bella fotografia, luminosa e ampia nei paesaggi nevosi diurni, buia e contrastata nelle molte scene notturne. La recitazione di Kusturica (Secondo) è intensa e vigorosa, Ksenia Rappoport è molto brava nella parte della giovane Lana, che ha un ruolo centrale nello sviluppo del racconto. Tuttavia, la rappresentazione delle situazioni e degli eventi rimane a lungo debole e solo abbozzata. Le caratteristiche dei personaggi e le dinamiche psicologiche dovevano essere trattate con maggiore attenzione, con scene più elaborate e dialoghi più accurati. La storia rimane a lungo oscura, lo spettatore non è aiutato a sufficienza da indizi e rivelazioni e rischia di perdere il filo della trama e l’interesse. La prima parte è lunga e lenta e solo dopo il primo evento drammatico inizia a crearsi un clima di tensione che coinvolge lo spettatore. Nella parte finale, il racconto diventa più ricco ed efficace e il senso del puzzle narrativo si ricompone, mostrando una certa forza espressiva e di significati.
Il film uscirà nelle sale il 13 novembre.
Ora il vostro inviato parte, lascia la bella città con tante fontane per tornare al nord, nella regione con tanti laghi.