Mercoledì 15 ottobre “I due volti di gennaio” è stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Hossein Amini
Cast: Viggo Mortensen, Kirsten Dunst, Oscar Isaac, Daisy Bevan e David Warshofsky.
Durata: 96 min
Trama del film
Grecia 1962. Tre esistenze si incrociano in un torbido triangolo: quella di Chester (Viggo Mortensen), elegante e carismatico consulente d’affari americano, di sua moglie Colette (Kirsten Dunst), giovane seducente e inquieta, e di Rydal (Oscar Isaac), una guida turistica in fuga dai fantasmi del passato. Tra le rovine del Partenone, Rydal resta affascinato dalla bellezza di Colette e impressionato dalla ricchezza e raffinatezza del marito. Ma non tutto è come sembra: l’apparente affabilità di Chester nasconde un labirinto di segreti, sangue e bugie. Gli eventi prendono una piega sinistra e, dopo un omicidio, in un crescendo di tensione e mistero, nessuno dei tre avrà più sotto controllo le proprie emozioni e i propri istinti…
Trailer
Un thriller on the road, con una certa suspense su cosa succederà ai tre protagonisti sempre più nei pasticci. Ma si aspetta un colpo di scena, qualche rivelazione d’effetto, che invece non arriva, e un po’ si cade nella monotonia. Viggo Mortensen è molto bravo, mediocri gli altri due attori. La dinamica psicologia del terzetto meritava più forza e attenzione, invece è solo sfiorata e non riesce a coinvolgere veramente. Soprattutto il giovane e la moglie non si capisce bene cosa vogliono e pensano. Qualche bel paesaggio greco, neanche ben valorizzato, ma nel complesso uno spettacolo mediocre, più da telefilm d’azione che da buon cinema.
Tipica storia alla Patricia Highsmith: ci si ritrova coinvolti e in ansia mentre si empatizza con personaggi che sono sempre dalla parte sbagliata della legge certo, ma anche del senso etico, almeno del mio. In questo film, forse, la storia è più sfumata, perchè in fondo le categorie di “buono” e “cattivo” appaiono meno nette, rese ambigue dalle circostanze, le casualità e soprattutto l’amore. Qualche buco di sceneggiatura rende poi la storia abbastanza poco plausibile. Si perdonerebbe se il resto fosse all’altezza. Purtroppo non è così.