Fantascienza: Allucinazioni di un viaggiatore. Capitolo 3

Lo aspettavamo da un po’ ed ecco ritornare sui nostri schermi l’ineffabile “Dottor K” che continua anche in questo 2015 a parlarci dei film più famosi e belli della storia di questo sottovalutato genere cinematografico !

E oggi parla in un certo senso di se stesso !!


“Oggi vi parlerò di un film dal titolo molto noto e divenuto un simbolo nel panorama del cinema fantascientifico o forse è meglio dire horror fantascientifico.
Mi riferisco a “L’esperimento del dottor K (The Fly)” del 1958 diretto da Neumann e tratto dall’omonimo romanzo di George Langelaan. Nel 1986 c’era bisogno di rendere la pellicola più attuale e venne girato il celebre remake, “The fly” diretto da David Cronenberg, con Jeff Goldblum.

 

Il film, che vanta la solida figura di Vincent Price come co-protagonista, narra di un esperimento effettuato dallo scinziato Andrè Delambre che finisce tragicamente. La moglie Helene, che aveva in parte seguito gli eperimenti del marito, viene accusata di omicidio allorchè Andrè viene trovato morto in circostanze cruente e misteriose, con la testa e un braccio sotto una pressa, e la moglie Helene si dichiara colpevole della sua morte.

 

La pellicola, quindi, inizia subito con un dramma e un giallo che entra nello spettatore e crea i giusti presupposti per seguire il film con attenzione. Inoltre è uno dei pochissimi film di fantascienza ad utilizzare il flashback, destinato di solito a film drammatici.

Gli aspetti umani sono subito evidenti non appena parte la narrazione di Helene su quanto accaduto. L’amore che unisce i due coniugi è sancito anche dal successo degli esperimenti di laboratorio di Andrè che desidera coinvolgere la moglie quale prima testimone di un’invenzione che cambierà l’umanità: il teletrasporto.

 

Inizialmente Helene è quasi sconvolta dalla grandezza di questa scoperta arrivando ad esclamare “E’ come sfidare Dio”. Andrè però cerca di farle comprendere la portata dell’evento e i vantaggi dell’intera umanità incluso il trasporto di viveri.

Andrè è quindi un buono ed esce dal ruolo canonico dello scienziato pazzo che mette a rischio l’umanità per le proprie folli ambizioni. Al contrario mette a repentaglio se stesso a favore del mondo.

 

Molto inquietante è l’esperimento fatto su Isabel, la gatta di casa, che diventa una manciata di atomi disintegrati che vagano nello spazio il cui miagolio fa sobbalzare Andrè e noi con lui. L’accostamento a “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe è quasi naturale.

L’esperimento su se stesso si concluderà tragicamente poichè nella capsula di smaterializzazione insieme ad Andrè entra anche una mosca. Al momento della materializzazione gli atomi si mescolano creando un mostro.

 

Andrè, nonostante la disperazione, mantiene la dolcezza verso Helene ed è commovente quando, non potendo parlare, le scrive sulla lavagna “Ti amo”.

Allo spettatore sensibile richiamerà alla memoria “The elephant man” poichè l’aspetto mostruoso non coincide con la nobiltà e il sentimento che fino all’ultimo Andrè riuscirà a mantenere.

 

Ma in questo caso non c’è rivalsa, Andrè immola se stesso e tutto il suo lavoro avendo compreso a sue spese i rischi della sua stessa scoperta.

Come spesso capita, anche in questo caso, il mostro non ci atterisce ma ci commuove essendo vittima di una totale perdita, il suo genio, la sua amata, la sua vita.

 

Il Dottor K”

 


 

Vi aspettiamo al prossimo appuntamento con la fantascienza e con il “Dottor K” e se volete leggere le precedenti puntate di questa rubrica, potete leggerle su questa pagina !!

 

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