Dal Vostro Inviato a Venezia: il giorno del primo film Italiano

La giornata cinematografica del vostro inviato ancora una volta inizia con l’assalto dei fan a un attore americano, un tipo ricciolino e mingherlino, mai visto prima. Mi informo e questa volta è un ragazzino si e no quindicenne che dice il nome del divo: Mark Ruffalo. Quello che ha fatto Hulk? Il cinema è davvero magia.
 
Il pomeriggio inizia con la premiazione in Sala Darsena del regista americano Jonathan

Premio al Talento Visionario Jonathan Demme e il direttore della mostra Barbera

Demme. Il vostro inviato deve essere l’unico spettatore in sala a non aver visto il silenzio degli Innocenti. Vince il Premio per il suo talento visionario e il pubblico del Lido gli tributa un lunghissimo applauso. Poi, siccome è anche il presidente della giuria Orizzonti, si accomoda proprio dietro al vostro inviato per assistere alla proiezione del primo film italiano in concorso nella sezione Orizzonti.
Si tratta di Italian Gangsters di Renato de Maria, che il vostro inviato aveva apprezzato per Hotel Paura, Paz e La prima linea. E’ un film delizioso che racconta la malavita milanese degli anni del dopoguerra per bocca dei suoi protagonisti, interpretati da giovani e bravissimi attori, e con le immagini dei film degli anni ’60/’70 ambientati

I protagonisti: Andrea di Casa, Paolo Mazzatelli, Luca Micheletti, Aldo Ottobrino, Sergio Romano, Francesco Sferrazza Papa accanto a Isabella Ferrari

a Milano. Il vostro inviato ha riconosciuto, aiutato da google,  La classe operaia va in paradiso, Milano Calibro 9, Mimì metallurgico, La banda Casaroli. Completano il racconto alcune immagini di repertorio. C’è un gran lavoro di montaggio, il film non perde mai ritmo  e la storia dalla parte dei banditi è commovente. Da non perdere, soprattutto se amate Milano. E in effetti, anche Jonathan Demme ha appludito De Maria e gli attori alla fine del film.


 
 
 
 
 
Il secondo film di Orizzonti della giornata è brasiliano e si intitola Boi Neon, ovvero Bue al Neon. E’ la storia di un vaccaro che sogna di diventare sarto e dei suoi compagni di lavoro. C’è anche una bimba, figlia della camionista che trasporta i tori,  che sogna di avere un cavallo. Ma non sapremo mai se questi sogni si realizzeranno, perchè il film non ce lo dice. Racconta uno spaccato di vita, molto materico a tratti godibile ma di cui al vostro inviato è sfuggito il senso ultimo. E Tuttavia l’urlo “Bella Merda” che si è udito in sala all’accendersi delle luci è senz’altro eccessivo.

E finalmente arriviamo al clou della serata, ancora un film americano, ancora fuori concorso (ma quando comincia ‘sto concorso direte voi?) Ancora grandi protagonisti: Michael Keaton, Liev Schreiber, Mark Ruffalo e Stanley Tucci. Quest’ultimo irriconoscibile nel film perchè il suo personaggio ha i capelli! Stiamo parlando di Spotlight di Tom McCarthy, che racconta lo scandalo dei preti pedofili svelato dal Boston Globe. E’ il classico film d’inchiesta americano, il nostro punto di vista di spettatori è quello dei giornalisti e come loro

scopriamo la verità passo passo. Il ritmo è serrato, gli interpreti bravissimi. Le due ore passano senza accorgersene. Ma certo non c’è nulla che faccia gridare al capolavoro.
 
Finalmente arriviamo al primo film in concorso Beasts of No Nation del regista americano Cary Fukunaga. In realtà il primo sarebbe stato l’ australiano Looking for Grace di Sue Brooks, ma era in contemporanea a Boi Neon e il vostro inviato ha dovuto rinunciarvi.

Beasts of No Nation è un film potente, ambientato nella giungla di una nazione africana volutamente indefinita. Narra la storia di un bambino arruolato suo malgrado in un esercito di ribelli.Tra scene di guerra a suono di musica, la giungla, gli eccessi di violenza gratuita, il narcisismo del comandante, gli acquitrini delle scene finali, strizza un po’ troppo l’occhio ad Apocalipse Now, rinunciando a una propria originalità. Ma il bambino protagonista Abraham Attah è davvero bravo e da solo riesce a far volare il film.

Abraham Attah e il regista Cary Fukunaga

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