Giovedi’ 10 settembre esce il tutte le sale italiane “Dove eravamo rimasti” il nuovo film di Jonathan Demme con la grande Meryl Streep.
La sceneggiatura di questa pellicola e’ di Diablo Cody, la sceneggiatrice al momento più acclamata d’America.
Partendo da una interessante intervista di Repubblica ve ne parliamo oggi su Amicinema con le sue stesse parole.
Una stripper che diventa una blogger che scrive di sesso. Che poi diventa sceneggiatrice. Vende un copione, vince un Oscar e diventa una delle sceneggiatrici più corteggiate a Hollywood. È questa in sintesi la storia di Diablo Cody, nome d’arte di Brooke M. Busey, nata a Chicago nel 1978.
Diablo Cody diventa famosa nel 2007 con la pellicola “Juno” (regia di Jason Reitman con Ellen Page, J. K. Simmons, Jason Bateman e Michael Cera).
All’epoca disse in una intervista:
“Mi considero un’inesperta. Di fatto Juno è la prima sceneggiatura che scrivo e non ho nessun tipo di formazione in questo campo. Non ho mai scritto su commissione, ma esclusivamente per la mia propria soddisfazione e in questo internet si è dimostrata una risorsa fantastica. Quando ho iniziato a lavorare su Juno non ho utilizzato uno stile particolare, seguito uno schema o pensato a un modo originale per scrivere i dialoghi e mi ha sorpreso positivamente che la gente li abbia trovati particolarmente interessanti. È stata anche una sorpresa per me scrivere come prima cosa una commedia, perché in realtà sono un’appassionata di horror“.
Quattro anni dopo sempre con Jason Reitman, Diablo Cody realizza lo script di “Young Adult” con protagonista sempre un personaggio immaturo e che sconta sulla propria pelle l’incapacità di crescere.
L’immatura trentasettenne Mavis Gary, ghost-writer di libri per adolescenti (definiti Young-adult), vive nella “grande città” di Minneapolis la sua illusione di donna realizzata e di successo, mal celando le proprie insicurezze e insoddisfazioni dietro un trucco che mantenga la sua incontestabile bellezza e l’abuso di alcool; e spacciando fieramente la propria solitudine per indipendenza. Ricevuto l’invito per il battesimo del figlio di Buddy, il suo ragazzo ai tempi della scuola, si mette in testa di tornare nel suo paese d’origine da cui era fuggita, per rivivere i giorni ruggenti da reginetta del ballo e per riconquistare il fidanzato; il quale ora è però un neopapà felicemente sposato e perfettamente a suo agio in quella che lei invece ritiene una vita monotona ed asfissiante.
Una sceneggiatura nella quale di ride, ma molto amaramente: un marchio su ogni film che Cody scrive. Lei conferma: «È vero, marco il territorio. Sono una femmina alpha».
E adesso e’ arrivato il film di Jonathan Demme sul quale in una recente intervista ha dichiarato:
«Ho pensato a mia suocera, che ancora canta e suona in un gruppo rock, e al mio amore per i musicisti, sopratutto quelli che, pur avendo talento, non sfondano. Poi ci sono io che adoro scrivere, ma ho scoperto di adorare ancor di più essere madre, stare coi miei figli. Così ho pensato a Ricki/Streep: ha figli adulti che non l’hanno mai perdonata per aver messo la musica davanti a loro. Insomma, era inevitabile mettere in scena molti dei miei conflitti personali.
Non osavo sognare che Meryl Streep potesse interpretare un mio copione, lo giuro. Credo che non esista sceneggiatore a Hollywood che non sogni di avere la Streep come protagonista femminile. Quasi svenivo quando mi hanno detto che la rocker Ricki sarebbe stata lei.
Anche io ho sperimentato il sessismo: purtroppo esiste ancora persino in un’industria teoricamente progressista, libera e liberal. Ma il sessismo peggiore l’ho visto esercitato contro i miei personaggi di donne estreme. Ho capito che Hollywood non le sopporta. Possiamo mostrare personaggi maschili pieni di difetti, ma se sono donne no, il pubblico non le digerisce. Se “Ricki” fosse un rocker alla ricerca del tempo perduto, interpretato da Jack Nicholson, sarebbe tutto più facile. Scrivere film su donne incasinate è complicatissimo: devi assomigliar loro almeno un po’”.