Mercoledì 9 settembre “Taxi Teheran” ha riaperto la nuova stagione degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Jafar Panahi.
Cast: Jafar Panahi.
Durata: 82 min,
Trama del film
“Taxi è un documentario iraniano interpretato e diretto da Jafar Panahi. Si tratta di un ritratto della capitale iraniana ambientato in un taxi di Teheran che è guidato dallo stesso regista. Nel taxi, come passeggera una donna con pesci rossi in un sacchetto di plastica, simile ai pesci rossi del film The White Balloon dello stesso Panahi.”
Trailer
Film molto particolare, in bilico tra finzione e realtà, delicato, toccante e ironico, girato con mezzi semplici, quasi amatoriali, ma in cui si avverte il tocco leggero e raffinato del maestro, con scene elementari che però rimangono impresse nella mente. Vuole essere una denuncia in toni morbidi degli aspetti repressivi e contraddittori del regime ma anche un atto d’amore per il paese e la sua gente e per il cinema.
Forse l’idea poteva essere sviluppata maggiormente, mi aspettavo una maggiore ricchezza e varietà di storie e personaggi rappresentativi dell’Iran attuale. Ma si deve considerare il contesto della realizzazione del film. Il regista, accusato di attività e propaganda contro il regime, è condannato a sei anni di carcere (anche se non è in prigione) e a venti anni di proibizione di fare film, scrivere e rilasciare interviste e recarsi all’estero. Il film è stato girato di nascosto, in soli quindici giorni, con tre videocamere Blackmagic, in un’auto con il tetto apribile per avere una buona luce. Gli attori sono tutti non professionisti, conoscenti o parenti del regista, alcuni interpretano se stessi nella vita, per esempio la ragazzina che è effettivamente la nipote Hana del regista, ed è lei che ha ritirato il premio a Berlino. Il film è anche una testimonianza concreta e coraggiosa della lotta per la libertà di espressione.