Aragosta alla greca

Dopo due film passati in concorso al Festival di Venezia e in pratica apprezzati solamente dai critici e dal pubblico piu’ cinefilo (ma molto molto cinefilo) come “Alps” e soprattutto “Dogtooth/Kynodontas” (premio “Un Certain Regard” a Cannes), il regista greco Yorgos Lanthimos approda finalmente nelle sale italiane.

 

Lo fa con il suo primo film americano “The Lobster“, in uscita il prossimo 16 ottobre distribuito da Good Films.

 

Emanuela Dini ha assistito all’anteprima stampa di questa surreale commedia e lasciamo quindi la parola al suo commento.

 

In un grand hotel, per metà spa di gran lusso e per metà prigione vengono rinchiusi uomini e donne single. Spogliati di abiti e volontà, hanno tempo 45 giorni per individuare l’anima gemella, venire “promossi” a coppia con tanto di camera matrimoniale col bagno più grande, e ricevere applausi e diploma nella sala da ballo agghindata con palloncini e coriandoli.

Se non ci riescono, verranno trasformati in un animale, a loro scelta.
 
Ma, nel frattempo, devono dare la caccia ai “solitari”, che sono fuggiti dall’hotel-prigione e si sono rifugiati nel vicino bosco dove vivono in una sorta di comune dalle regole rigidissime e spietate, dove è permesso solo chiacchierare e essere amici, ma è severamente vietato flirtare, provare sentimenti, figuriamoci innamorarsi. Ai trasgressori vengono riservate punizioni crudeli dal sapore mafioso-nazista (punizioni corporali, mutilazioni, scavati da solo la fossa in cui sarai sepolto ecc….)

Prigione di qua e prigione di là, insomma, come sperimenta il protagonista David (un Colin Farrell in stato di grazia), che scappa dall’hotel convinto di trovare la libertà nel bosco, si unisce ai “Solitari”, si innamora, trasgredendo le regole, e….

 

In un’atmosfera e in un tempo indefinito, un po’ anni ’50 e un po’ boschi di Robin Hood, si snoda The Lobster, con tocchi di fantascienza soft, zeppo di citazioni che manderanno in solluchero i cinefili (Kubrick, Forman, Antonioni), personaggi e caratterizzazioni grottesche, qualche tocco splatter ma anche molta ironia e soffocata disperazione.

Non è tanto la storia a fare da filo conduttore – anche perché ci sono più di una situazione in cui non si capisce il significato e il filo logico- quanto l’atmosfera e la disperata filosofia che sottende il film, dove l’amore e la vita di coppia pare sia possibile solo nella finzione o nella cecità (occhiali, lenti a contatto e difetti visivi hanno un ruolo primario in tutto il film), e i rapporti umani dominati sempre e comunque da regole gelide e dispotiche cui non è consentito trasgredire e che annullano la personalità.

E probabilmente non è un caso che i personaggi (salvo un paio di eccezioni) anche nei titoli di coda non abbiano un nome, ma siano identificati solo con il loro ruolo o caratteristica: la donna miope – il capo dei solitari – la donna che sanguina dal naso – la donna dei biscotti –il nuotatore solitario – l’uomo zoppo.

 

Gelo e spersonalizzazione che però vengono stemperati e smentiti da una recitazione calda e deliziosa, da ambientazioni suggestive e affascinanti -l’albergo sulla costa irlandese, il bosco fitto e inospitale, la città dalle architetture contemporanee- e tocchi di grottesca ironia che strappano sorrisi.

 

Il cast è di tutto rispetto, con un Colin Farrell in stato di grazia e una Rachel Weisz solare anche quando è coperta di fango.

“The Lobster”, ovvero L’aragosta, animale in cui vorrebbe essere trasformato il protagonista qualora non riuscisse a trovare l’anima gemella, «vuole essere una riflessione sull’attuale significato dell’amore per gli esseri umani e come sia collegato al concetto di solitudine e di compagnia» (Efthimis Filippou, sceneggiatore). Agli spettatori decidere se c’è riuscito.”

 

Nel cast della pellicola troviamo anche John C. Reilly e Léa Seydoux.

E questo e’ il trailer italiano in attesa di vedere il film direttamente in sala !!

 


 

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