La paura torna nelle sale italiane

Fa piu’ paura agli spettatori un film di M. Night Shyamalan o ai produttori gli incassi delle sue ultime pellicole ?

 

Lo ammettiamo e’ una domanda che con il cinema puro non c’entra molto, ma fornisce bene l’idea del punto critico nel quale e’ arrivata la carriera del regista americano-indiano dopo i recenti flop di film come “E venne il giorno”, “L’ultimo dominatore dell’aria e “After Earth”.


 

Sembra invece che con “The visit“, in uscita giovedi’ prossimo 26 novembre con Olivia DeJonge e Ed Oxenbould, sia andato leggermente meglio (quando scriviamo era arrivato a 65 milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti).

 

Mauro Cesaretti nelle vesti di inviato di Amicinema ci parla di questo film:
Leggendo a primo acchito che il produttore Jason Blum e il regista M. Night Shyamalan hanno collaborato per la realizzazione di questo film, sapendo tra l’altro del loro passato, ci si crea un’idea diversa di come si evolve in verità il film stesso! Diciamo che il maneggiare veloce di videocamere, senza alcun tipo d’impostazione fotografica, può ricordare per certi versi il film Paranormal Activity, ma allo stesso tempo è geniale pensare come il reportage di un video amatoriale possa rientrare in una realtà così moderna che sente il bisogno di documentare ogni istante della propria vita. Ebbene è proprio da questo che voglio partire, dal bisogno incessante di ricerca che parte proprio dalle domande che i due ragazzi pongono alla madre, dove fin dall’inizio sono presenti dei lati oscuri e indicibili.

 

È da qui che parte la storia, dalla ricerca, dallo scavare nelle origini, nelle problematiche familiari.
Tutto ci appare normale all’inizio. Infatti, vi è una madre, che avendo un nuovo compagno, decide di lasciare i propri figli ai nonni per godersi una bella crociera. Ma come si dice, troppo bello per essere vero! Qual è, per l’appunto, il secondo tema su cui verge l’intera storia? Il non vedere! C’è chi non vede da tempo, chi non ha mai visto, chi non doveva vedere e chi diventa “cieco” alla vista. Tutto questo perché è ciò che non si vede che talvolta si rivela i massimi aspetti del misticismo e della tensione.
Ovviamente a questa tensione c’è il rincaro dato dallo stereotipo dello “strano”, del “pazzo”, che porta sempre a mettere agitazione e a creare instabilità psicologica in noi stessi. Infatti i ragazzi sono turbati dalla malattia “del calar del sole” e dalla schizofrenia dei due “nonni”.
 
E qui voi vi chiederete perché il termine nonni è stato virgolettato? Perché è qui che la svolta si fa significativa, è qui che i figli, spiegando alla madre gli strani atteggiamenti dei nonni, viene a conoscenza tramite la webcam del computer che quei due non sono i suoi veri genitori.
A questo punto il film, prende una nuova piega, il pubblico stesso si sente partecipe degli eventi e compagno o fratello dei due ragazzi.
Sale una grande suspense che fa ricollegare nello spettatore alcuni tasselli dell’intero film: i troppi comportamenti strani dei finti nonni, la cantina “piena di muffa” e il fatto che non volessero mai essere ripresi.
Il tutto termina con una “battaglia ad armi pari”: la follia sconfigge la follia. In pratica i due ragazzi portati all’esasperazione uccidono i due vecchi che a loro volta avevano freddato i loro veri nonni. Subito dopo arriva la polizia e la storia si conclude con le rivelazioni della madre piangente, che si ricollegano alle stesse rivelazioni della finta nonna, ovvero il perdono e il non rancore.
In pratica questo film non vuole che mettere in luce quanto la nostra stessa psiche e i nostri comportamenti talvolta facciano più paura di qualsiasi altra cosa. L’uomo in generale, dalla nascita fino alla morte, ha innato in stesso un senso di follia che sotto determinati aspetti può essere scaturito sotto stress, durante la notte o il giorno, in situazioni di grande paura, ecc.
 
Noi viviamo di malattia! Anche il solo pensare non è altro che un “tarlo” doloroso, ma necessario. Anche la conoscenza, la ricerca, la curiosità, talvolta sono esempli dolorosi che portano a spiacevoli inconvenienti.
L’uomo ha bisogno di relazionarsi con la propria follia, ma talvolta solo il pianto può stemperare l’inquietudine dell’animo, perché ciò che siamo è troppo grande per essere controllato da noi stessi.”

 

E per tutti quelli poco impressionabili ecco il trailer italiano !!

 


 

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