Un ricordo di due grandi del cinema

Una delle tristi notizie cinematografiche della fine del 2015 e l’inizio del 2016 riguardano due grandi direttori della fotografia che ci hanno lasciato.

 

Vilmos Zsigmond è morto all’età di 85 anni il primo gennaio. Attivo per oltre 50 anni a Hollywood, era originario dell’Ungheria, dove era nato nel 1930, figlio di un famoso calciatore. Ancora studente, era fuggito nel 1956 dopo l’invasione sovietica del suo paese e si era rifugiato in America assieme al compagno e collega László Kovács, con cui aveva realizzato delle riprese della rivoluzione ungherese e della successiva repressione sovietica che avevano venduto alla CBS.


 

Nei primi anni della sua carriera americana aveva lavorato a molti film minori, a partire da The Sadist, soprattutto di genere (horror e mondo movies) prima di approdare al cinema d’autore negli anni Settanta con Robert Altman, per cui aveva fotografato “I compari”, “Images” e “Il lungo addio”.

Dopo “Un tranquillo weekend di paura” e la collaborazione con Jerry Schatzberg in “Lo spaventapasseri”, aveva iniziato quella con Steven Spielberg per “Sugarland Express” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, per cui nel 1978 aveva vinto il suo primo Oscar. Nonostante questo, si dichiarò insoddisfatto dell’esperienza fatta col regista e non lavorò mai più con lui.

 

Nel 1979 venne candidato di nuovo all’Oscar per “Il cacciatore” di Michael Cimino, di cui fotografò anche l’epico fallimento de “I cancelli del cielo”.

Tra i suoi altri celebri film “Complesso di colpa”, “Blow Out”, “L’ultimo valzer”, “Le streghe di Eastwick”, “Il fiume dell’ira” e “Black Dahlia” (altre due nomination all’Oscar) e tre collaborazioni con Woody Allen per “Melinda e Melinda”, “Sogni e delitti” e “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”.

 


 

Si è spento invece il 27 dicembre scorso una leggenda di Hollywood, Haskell Wexler, storico direttore della fotografia vincitore di due premi Oscar. Il primo portato a casa nel 1967 per “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, il secondo 10 anni dopo per “Questa terra è la mia terra”.

 

93 anni all’anagrafe, Wexler aveva lavorato con alcuni dei più celebri registi della storia del cinema. Da Elia Kazan (“Il ribelle dell’Anatolia”) a Mike Nichols, da George Lucas (“American Graffiti”) a Milos Forman (“Qualcuno volò sul nido del cuculo”), da Terrence Malick (“I giorni del cielo”) a Blake Edwards (“I miei problemi con le donne”).

 

Haskell è stato definito come uno dei 10 più importanti direttori della fotografia di sempre dai membri dell’International Cinematographers Guild, avendo di fatto rivoluzionato l’uso della luce in ambito cinematografico. Nel 1993 è stato insignito di un Lifetime Achievement Award dall’American Society of Cinematographers. Con “Questa terra è la mia terra” fu il primo ad utilizzare la Steadicam, da poco inventata.

 


 

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