È un momento molto felice per il personaggio nato dalla penna della scrittrice inglese Mary Shelley.
“I Frankenstein” è solo di un paio di anni fa, “Victor Frankestein” uscirà a inizio aprile.
Esce adesso dal 17 marzo “Frankenstein” regia di Bernard Rose con Xavier Samuel, Carrie-Ann Moss e Danny Huston
Ambientato nella Los Angeles dei giorni nostri – il film è raccontato interamente dal punto di vista del mostro. Dopo essere stato creato artificialmente e essere stato abbandonato al suo destino da una coppia di eccentrici coniugi scienziati, Adam – questo è il suo nome – viene aggredito e diventa oggetto di violenza da parte del mondo che lo circonda.
Questa creatura inizialmente perfetta, diventata in poco tempo mostro sfigurato, si trova presto a dover fare i conti con il lato più brutto dell’essere umano. Frankestein è un adattamento in chiave contemporanea del classico di Mary Shelley, ambientato nella Los Angeles dei giorni nostri e raccontato interamente dal punto di vista del mostro, il quale è stato eccezionalmente ricreato in laboratorio grazie a strumenti scientifici all’avanguardia come le stampanti 3D.
Mauro Cesaretti era all’anteprima milanese come nostro inviato e allora spazio alla sua recensione
“Il romanzo Frankenstein fu pubblicato da Mary Shelley nel 1818. Quest’opera ha sempre “turbato” vari artisti con il suo modo originale di trattare il tema della vita e fra i tanti “caduti in trappola”, da oggi, dovremmo contare anche il nome del regista e sceneggiatore Bernard Rose.
Rose ha deciso di crearne una chiave moderna che riproponesse il racconto trasformando le inquietudini in “tasselli” perfetti per comporre un film horror/thriller.
Vorrei, inoltre, ricordare che il film va visto a stomaco vuoto, perché, a mio parere, le prime scene catapultano direttamente in un ambiente alquanto “shoccante”, ricco di sangue e suspense, e quindi sento il dovere di non consigliarlo a coloro che hanno uno stomaco debole.
Superato questo scoglio, la prima cosa da notare è come il regista ci faccia entrare dentro la tematica della creazione presentandoci, con l’apertura degli occhi del “mostro”, la ricercatrice che nel film incarna il ruolo della madre volta ad abbracciare il proprio “figlio”!
Come ben sappiamo, la scienza vorrebbe sostituire la creazione “divina” producendo cloni per mezzo di conoscenze genetiche e biotecnologiche, ma, in verità, tutto questo potrebbe portare a distruggere la natura dell’uomo, l’essenza stessa.
Se “svelassimo” il mistero della nascita con il trucchi della medicina, non ci sarebbe più niente di naturale e saremmo creazioni unicamente artificiali.
Questo è, più o meno, il punto di visto del regista che cerca di farci capire come tutta questa tecnologia, o per meglio dire biotecnologia, sta prendendo il sopravvento su di noi e la nostra esistenza; se solo perdessimo il controllo su di essa ci ritroveremmo, probabilmente, ad essere vittime dei nostri “mostri”. Mostri che non si fermano di fronte a pallottole o tagli di strumenti chirurgici.
Un passaggio fondamentale nella storia originale di Frankenstein indica come il pregiudizio, talvolta, porti a distruggere l’animo di un uomo ed è proprio il cieco, nel film incarnato in un barbone, che riesce a capire l’innocenza del mostro, insegnandogli, come una madre, le basi per vivere la vita.
Oltre alla figura del barbone, Rose affianca quella della prostituta che, nonostante non abbia piacere di fare del sesso con tutti, soprattutto se “mostruosi”, pur di rendere felice una persona concede il proprio corpo, anche se nel film non tutto andrà per il verso giusto.
Ultimo punto interessante da ricordare è il ritorno dei nostri incubi! Quando abbiamo desiderio di disfarci di qualcosa, di cui siamo i creatori, non tutte le cose vanno sempre per il verso giusto, perché talvolta queste cose tornano ad impedirci la vita o loro stesse tornano per togliercela riconoscendoci in questo modo la paternità.
Infine, vorrei sottolineare come tutto il film sia stato incentrato sulla maternità e non sulla paternità, togliendo il significato, quasi completamente, al titolo di Shelley e di come i mostri più spaventosi siano quelli creati dal nostro genio.”
Pronti per immergervi nelle atmosfere di Frankenstein con il trailer ufficiale ?