Mercoledì 6 aprile, “La Comune” è stato protagonista della classica uscita infrasettimanale degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Thomas Vinterberg.
Cast: Ulrich Thomsen, Fares Fares, Trine Dyrholm, Ole Dupont e Julie Agnete Vang.
Durata: 90 min
Trama del film
“I desideri e le esigenze personali si scontrano con la solidarietà e la tolleranza, negli anni ’70, in una comune danese dove si intrecciano le vite di varie persone, divise tra gli impulsi personali e il senso di solidarietà collettiva che caratterizza la società che hanno scelto.”
Trailer
Secondo me, il film è carente proprio sul tema centrale, cioè la comune. Si concentra quasi esclusivamente sulla vicenda familiare del classico triangolo con figlia, trattato con sensibilità ma senza uscire dall’ordinario. Gli altri personaggi sono solo di contorno, non sono sviluppati, anche la studentessa, che ha un ruolo rilevante nella vicenda, è una figura appannata e anche improbabile.
C’è la convivenza nella stessa grande casa ma manca la motivazione e la spinta ideale dell’idea di una comune, cioè il tentativo di sperimentare e costruire un modo diverso di organizzare le relazioni affettive, meno chiuso e opprimente della famiglia tradizionale dell’epoca, un’idea che è anche una critica della società in generale e dei suoi schemi troppo vincolanti e limitanti. Anche le discussioni nelle riunioni sono banalizzate e mancano di spessore. In questo modo il film perde la sua originalità, e si sostiene solo grazie alle intense interpretazioni della protagonista e della figlia, bravissima la prima, molto espressiva la seconda.
D’altronde, la formazione del gruppo non è quella di alcuni giovani che uscendo dalla famiglia d’origine non vogliono riprodurre gli stessi schemi familiari e cercano nuove vie di libertà e autenticità, ma si tratta per lo più di persone adulte e anche di coppie consolidate con figli, che sembrano essere lì un po’ per caso, per necessità o per convenienza. E i due protagonisti, molto concentrati sulla loro carriera professionale, non sono certo rappresentanti esemplari di contestatori sociali sostenitori di nuove idee egualitarie e libertarie.