Sole Alto: intervista a Tihana Lazovic

(grazie a Mauro Cesaretti per l’intervista)

 

Il nuovo film di Dalibor Matanic, “Sole alto“, ci vuole raccontare tre storie d’amore diverse ambientate rispettivamente nel 1991, nel 2001 e nel 2011.
E’ interessante notare come il regista abbia scelto di riutilizzare gli stessi attori per esaltare il rapporto costante che c’è tra i due innamorati, ovvero tra un ragazzo croato e una ragazza serba.


 

Sono nata da due genitori, uno croato e l’altro serbo, e conosco bene la situazione di entrambi i paesi!” racconta Tihana Lazovic, l’attrice protagonista del film, “E’ difficile e toccante il tema delle Guerra jugoslave e penso che la cosa più interessante, ma allo stesso tempo anche una delle più divertenti, sia stato passare da un personaggio all’altro dovendo filtrare anche il diverso periodo storico.”

Analizzando, infatti, i tre decenni insieme a caratteri sociali, tipici del periodo in questione, Matanic riesce a mostrarci quali sono i pensieri dei due personaggi in contesti simili, ma in periodi diversi.
È apprezzabile, inoltre, come il regista abbia legato le storie tra loro con immagini suggestive riportando caratteri della storia successiva.
 
Questo dà un grande senso di compattezza e “incarna” l’aspetto universale d’amore che va oltre la storia.

Vedendo i premi ricevuti, la prima cosa che viene da pensare è che il film in sala sia stupendo, ma in verità, nonostante la sua bellezza di significato e gli elementi sopracitati, ci sono vari problemi, il maggiore fra tutti è lo studio del tempo. Il film appare, infatti, prolisso, artificioso in alcune riflessioni e poco preciso in alcune inquadrature.
Certamente il tema dell’amore trattato non è banale e l’idea di utilizzare periodi storici diversi nel quale vi sono stati anche eventi politici a dividere i due paesi, è una questione singolare, ma onestamente credo che si potesse lavorare di più sulla sceneggiatura per ridurre i troppi silenzi.
Lo spettatore è portato ad annoiarsi e arrivati a metà, con un accumulo di silenzi, ho visto gente perdere il filo della narrazione e altri addormentarsi.
Questo film è fatto per appassionati del cinema, per coloro che apprezzano i contenuti e vogliono avere qualcosa che gli ronzi nella testa durante la strada del ritorno. Non è invece consigliato, secondo me, per coloro che amano le classiche storie d’amore, perché nonostante lo spettatore possa contemplare e studiare tre storie differenti, non sono storie canoniche e ci sono sempre degli elementi che fermano il loro “romanticismo”.

 


 

Alcune scene del film sono state emotivamente difficili, tanto che al termine del ciak è capitato più volte di piangere tra attori e altre volte anche con il regista!” esclama Tihana, “Per noi attori è stata un’emozione indescrivibile e sentiamo davvero nostro questo film! Io, inoltre, sento di essere cresciuta molto come attrice!”.

Parlando con Tihana del titolo, Sole alto, mi è stato risposto che indica “uno stato mentale” come quando fa molto caldo e si tende a “impazzire”. Certamente questo è uno aspetto molto interessante che si collega bene anche allo stato amoroso, al calore affettivo ripercorribile nel film anche attraverso il passaggio del sole durante le giornate, l’alba e il tramonto associato a determinati momenti della storia d’amore. Credo, però, che quest’idea di sole alto indichi anche una certa trasparenza, una mancanza di ombre tipica del sole di mezzodì che vuole esaltare e mettere in luce determinati eventi e anche alcuni periodi storici.
Detto ciò, posso dire che “Sole alto” non è un film per chi vuole dei messaggi diretti, anche perché a primo acchito non è possibile fare tali considerazioni e quindi per qualcuno questo potrebbe essere considerato un difetto cinematografico.

In conclusione, Tihana tiene a precisare come Matanic si concentri molto nei suoi film sul ruolo della donna regalandogli una superiorità e una forza maggiore rispetto ai ruoli maschili.

 

Dopo “Un Certain Regard” di Cannes e il Golden Arena come Migliore attrice, la carriera di Lazovic ha iniziato a prendere il volo.
Da quest’estate reciterà in tre spettacoli teatrali e con il buon riscontro della critica per questo film, sembra si sia aperta una strada per lei verso Berlino.

 

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