(ringraziamo Mauro Cesaretti per articolo e foto)
E’ uscito oggi il film “Pelè“, che racconta l’incredibile storia vera del leggendario giocatore di calcio che da semplice ragazzo di strada, appena diciassettenne, raggiunge la gloria trascinando la nazionale brasiliana alla vittoria del mondiale del 1958.
Da quel suo primo mondiale partì una serie di successi, tra cui la vittoria di altre due Coppe del Mondo e quasi 1300 goal segnati, che lo portarono ad essere considerato dalla FIFA il Miglior calciatore del secolo.
“Quando mi hanno proposto di fare questo film improntato sulla mia vita, ho pensato che fossero matti!” racconta il calciatore Pelè sorridendo, “Ma leggendo il copione e capendo che si voleva parlare degli inizi della mia vita da calciatore, mi sono emozionato all’idea e ho accettato!”.
Il film, infatti, è la prima opera biografica sulla persona di Pelè e il calciatore, contento del progetto, ha deciso di collaborare anche come co-produttore.
Il produttore Ivan Orlic spiega: “ E’ stato molto difficile trovare i giovani attori, soprattutto per quanto riguarda colui che avrebbe interpretato Pelè diciassettenne, perché oltre ad essere bravi attori dovevano essere buoni calciatori. Abbiamo fatto circa 3000 provini, ma onestamente per quel personaggio non ci aveva colpito nessuno, quando un giorno, facendo delle riprese in spiaggia abbiamo notato questo ragazzo, Kevin de Paula, che giocava molto bene e facendogli fare un provino, nonostante fosse la sua prima esperienza d’attore, è stato in grado di fare un’audizione strepitosa.”
L’intero film è un intreccio di azione, con le scene degli allenamenti, delle partite e dei goal, e di una grande storia d’amore avente come fulcro la famiglia, che nonostante fosse povera e umile, per merito del grande cuore dei genitori e la voglia di realizzare il sogno del proprio figlio, racimola i soldi per investire sul suo futuro.
Dopo la sconfitta del 1950, nessun brasiliano pensava che la nazionale brasiliana potesse vincere un nuovo mondiale, ma la vittoria della prima coppa del mondo da parte di una squadra non europea, grazie anche a Pelè, ha sovvertito le sorti del calcio e riscritto la storia di esso.
Quello è stato il vero inizio della sua carriera e con il tempo le varie vittorie lo hanno portato ad una fama planetaria.
Però il mondiale che ricorda meglio è quello del 1970, racconta con una certa emozione negli occhi, perché fu il suo ultimo mondiale e la considera “la vittoria più bella della sua vita”. I goal più belli, invece, sono stati per lui quelli della sfida Santos-Juventus a San Paolo e il suo millesimo goal, un rigore al Maracanà, perché per la prima volta sentì tremare le gambe.
Nel film troviamo una tematica che viene più volte citata ed è quella della ginga, una mossa della capoeira, tipica brasiliana, che faceva parte del suo modo di fare calcio, ma che inizialmente era visto come un metodo poco ortodosso rispetto allo stile calcistico europeo. “La ginga ha a che vedere con l’anima e non con la forza!” esclama Pelè, “E’ il cuore delle persone che viene fuori, ma non è facile tirar fuori la personalità e la ginga è una cosa molto personale e unica in ogni calciatore, ha sguardi e gesti diversi! E’ uno spettacolo!”. Inoltre dice che è difficile trovare in un giocatore che abbia tante caratteristiche e le sappia usare tutte in maniere perfetta, forse, per lui quello che attualmente si avvicina di più a questa idea di calciatore “completo” potrebbe essere Messi.
“Ricordo con piacere il grande Pelè” racconta in sala Pizzul, il noto cronista italiano e l’unica voce italiana nel film, “perché il massimo per noi cronisti esordienti era poter conoscere Pelè un tempo ed ero molto emozionato quando ciò avvenne per me, perché vivevo questa cosa come un onore!”
Sul fine della conferenza, Pelè afferma di essersi commosso più volte durante il film perché le varie scene gli hanno ricordato numerosi momenti del suo passato, ma indubbiamente la più intensa scena per lui è quella che gli ha permesso di ricordare quando vide piange il padre per la sconfitta del Brasile al mondiale del 1950 e inoltre conclude dicendo: “Io ho recitato in diverse occasioni e anche con grandi attori del cinema mondiale, ma la cosa più importante, per me, è trasmettere sempre un buon messaggio soprattutto ai giovani, perché ogni ragazzo di strada con l’impegno può raggiungere il successo”.
A Milano trovate il film nei cinema Plinius, Odeon, UCI Bicocca e Certosa.