Ore 20. Sul palco del Palais des Festivals et des Congrès de Cannes, Laurent Lafitte annuncia il vincitore di questo 69o festival di Cannes. Uno dei festival piu’ incerti di sempre, in quanto in pratica quasi ogni film (a parte forse l’irriso “The last face” di Sean Penn) aveva delle buone possibilità di andare a premio.
Alla fine la giuria (diretta dal regista americano George Miller) ha ribaltato tutte le previsioni e ha consegnato il premio piu’ ambito a Ken Loach e al suo “I, Daniel Blake” e cosi’ dopo 10 anni esatti da “Il vento che accarezza l’erba” il regista britannico vince nuovamente qui a Cannes.
Anche sugli altri premi principali i favoriti della vigilia hanno ricevuto una bella delusione.
“The Salesman” di Asghar Farhadi ha vinto sia per la sceneggiatura che per il miglior attore (Shahab Hosseini) e, pur non essendo all’altezza del suo capolavoro “Una separazione”, il film del regista iraniano e’ stato molto apprezzato dalla critica.
Jaclyn Jose per “Ma’ Rosa” di Brillante Mendoza ha superato invece Sonia Braga e Isabelle Huppert e non era mai menzionata tra le possibili vincitrici del premio come migliore attrice. Sicuramente una scelta che ha lasciato molti dubbi.
Il Premio della giuria e’ andato ad “American Honey” di Andrea Arnold e premia il talento della regista americana, mentre il premio come miglior regista e’ andato a Cristian Mungiu per “Bacalaureat” ex aequo con Olivier Assayas per “Personal Shopper”. Il film del regista rumeno era tra i favoriti alla vittoria, mentre quello del regista francese ha ricevuto molti fischi alle proiezioni stampa.
Per finire uno dei premi piu’ contestati: ovvero il Grand Prix a “Juste la Fin du Monde” di Xavier Dolan, film che ha diviso l’opinione anche perche’ Dolan purtroppo non e’ proprio simpatico a tutti e giudizio sul film e sulla persona a volte si mischiano non correttamente.
Ecco gli altri premi minori:
- Miglior cortometraggio – Premio speciale della giuria: A Moça Que Dançou com o Diabo di Joao Paulo Miranda Maria
- Miglior cortometraggio – Palma d’Oro: Timecode di Juanjo Gimenez
- Caméra d’Or (miglior opera prima): Divines di Houda Benyamina
- Palma d’Onore: Jean-Pierre Léaud
- Premio FIPRESCI a “Toni Erdmann”
- Premio della Giuria Ecumenica a “Juste la fin du monde” di Xavier Dolan.
- Cannes Soundtrack Award a Cliff Martinez per “The Neon Demon”.
- Palm Dog Award a Nellie per “Paterson”.
Nella sezione “A certain regard” invece i premi sono andati a:
- Migliore film: Hymyilevä Mies (The Happiest Day in the Life of Olli Mäki) di Juho Kuosmanen, Finlandia. Il film in bianco e nero è basato sulla storia vera del boxer finlandese Olli Mäki e del suo combattimento contro il campione americano Davey Moore nel 1962.
- Premio della giuria: Harmonium di Kôji Fukada (Giapppone)
- Migliore regia: Matt Ross per Captain Fantastic (Stati Uniti). Film con Viggo Mortensen gia’ passato al Sundance Festival.
- Migliore sceneggiatura: Voir du pays di Delphine e Muriel Coulin (Francia)
- Premio speciale della giuria: The Red Turtle di Michael Dudok de Wit (Francia-Giappone). Il film di animazione realizzato assieme allo Studio Ghibli.
Alla “Quinzaine Des Realisateurs” il primo premio è andato all’afgano “Wolf and Sheep”, opera prima di Shahrbanoo Sadat. A “L’Effet Aquatique” di Solveig Anspac è stato assegnato il premio SACD ai film in lingua francese, mentre il premio Europa Cinemas è stato assegnato a “Mercenaire” di Sacha Wolff.
Infine alla “Semaine De La Critique” e’ stato assegnato il Grand Prix Nespresso a “Mimosas”, il film franco/marocchino/spagnolo diretto da Olivier Laxe. Il premio rivelazione France 4 è andato ad “Album” di Mehmet Can Mertoglu, mentre il premio Fondazione Gan è andato a Sophie Dulac per la distribuzione di “One Week and a Day” di Asaph Polonsky. Il premio SACD degli autori francesi è andato a “Diamond Island” di Davy Chou e Claire Maugendre.