Giffoni 2016: My name is Emily

(ringraziamento Mauro Cesaretti per l’articolo)

 

My name is Emily” è un film narrativo nel quale viene raccontata la storia di una ragazza che dopo la morte della madre subisce l’allontanamento del padre, perché accusato di pazzia, e viene affidata ad una famiglia adottiva. Nonostante ciò, il padre era solito inviare una lettera al mese dal ospedale psichiatrico in cui era stato rinchiuso.
 
Un giorno, però, Emily vede non arrivare la lettera, pensando che fosse successo qualcosa, e così decide di partire con Arden, il suo unico amico, intraprendendo un viaggio verso il manicomio. Durante il viaggio i due si conoscono meglio, tramite lunghi discorsi, avventure e litigi fino a diventare sempre più intimi. Però, questo rapporto subisce un momento di subbuglio dopo che il dottor. Golding racconta a Emily della morte del padre e così lei disperata se la prende anche con Arden. Durante il litigio, però, ritorna il padre e alla fine appare una grande voglia di essere tutti assieme una nuova famiglia.


 

Partendo dall’analisi del titolo è interessante vedere come “My name is … ” sia una forma usata solitamente per incominciare una descrizione personale raccontando eventi della propria vita. Infatti, nel film tutto ci viene narrato allo stesso modo parlandoci prima delle origini della vita di Emily e poi della sua ultima avventura che l’ha portata a ritrovare il padre.

 

Per quanto riguarda l’input del film, la voce fuori campo della protagonista, in contemporanea a quando lei si trova in apnea nell’acqua (simbolo della nascita e del liquido placentare), narra la sua storia da prima che fosse nata fino all’inizio della sua avventura con Arden. Questo ci porta nella dimensione favolistica e di racconto. Intrecciando questa parte con alcune citazioni filosofiche (es. il discorso sui punti di vista argomentato al supermercato), il film permette allo spettatore di riflettere su ragionamenti filosofici, anche noti di fama, e che spesso e volentieri tendono a porre domande sui significati di vita e di morte (legati anche al personaggio che soffre una grande depressione e trova difficoltà dell’aprirsi alle altre persone).

 

Per creare la rottura decisiva tra il passato e il presente avviene lo scontro familiare, elemento di rivolta da parte del ragazzo in età adolescenziale, ma momento di calibrazione dei propri spazi vitali e delle giuste scelte. Questo permette ai giovani del film di prendere in pugno la propria vita e di iniziare un’avventura con la persona che più si desidera.

Anche se all’inizio vi è grande riservatezza tra i due, soprattutto per Emily, il viaggio “costipato” in una piccola auto permette di ridurre gli spazi e piano piano di aprirsi alla persona vicino conoscendosi meglio anche tramite le esperienze come il furto di biscotti, il poliziotto, i tentati stupratori, ecc.

 

Il ritorno del padre non è scontato a differenza dell’amore che scoppia tra i due protagonisti, ma l’antitesi di questi due eventi porta ad un finale completo e radioso tipico di una commedia, anche se rimane quel sapore di tristezza e riflessione su la sfortunata vita che viviamo.

 


 

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