Academy Two dedica una rassegna alla nuovo cinema iraniano.
“Nuovo Cinema Teheran“, in sala dal 23 Giugno, propone 4 film, tre opere prime e una conferma, realizzati da giovani registi iraniani provenienti dai più importanti festival internazionali.
“Un mercoledi di Maggio” di Vahid Jalilvand, in Concorso nella sezione Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia dove ha vinto il Premio Fipresci. “Nahid“, della regista Ida Panahandeh, Future Promising Prize al Festival di Cannes 2015, “A Girl Walks Home Alone At Night“, di Ana Lily Amirpour, con protagonista una ragazza vampiro, presentato al Sundance Film Festival e il nuovo film divertente e avventuroso di Mani Haghighi, “A Dragon Arrives!“, presentato in Concorso alla 66esima Berlinale.
Una occasione per scoprire la nuova generazione di registi che opera oggi in Iran. Una generazione che si sente finalmente libera di raccontare storie che parlano persiano, che traggono ispirazione dal vissuto della società e della cultura iraniana senza necessariamente dover rendere conto del sistema politico, del sistema religioso, delle contraddizioni, dei paradossi, delle ingiustizie e delle disuguaglianze che la Storia ha messo loro davanti. Una rassegna che testimonia la maturità che questi autori hanno acquisito negli anni a dispetto di tutte le limitazioni, le censure e gli ostacoli.
Il 23 Giugno arriverà al cinema “Un mercoledi di maggio”, a seguire “Nahid” ( versione originale sottotitolata), “A dragon arrives!” ( versione originale sottotitolata) e per finire la versione italiana di “A girl walks home alone at night”.
Oggi vi parliamo di “A Dragon Arrives!” diretto dal regista Mani Haghighi (classe 1969) e che trovate in proiezione a Milano al cinema Anteo/Ariosto.
Il detective Babak Hafizi sta per essere interrogato dalla polizia segreta. Ogni cosa ha avuto inizio il 23 Gennaio 1965, il giorno dopo l’attentato al primo ministro davanti al Parlamento. Hafizi è stato incaricato di indagare sul sospetto suicidio di un esule politico prigioniero nella remota isola di Qeshm, nel Golfo Persico. Su una nave abbandonata vicino al vecchio cimitero nel deserto, Hafizi è attirato da un mistero ancora più grande..
Haghighi sul film ha dichiarato:
“Circa 15 anni fa, mi hanno raccontato la storia di un assistente fonico che stava lavorando ad un documentario sulle vecchie grotte del sud dell’Iran. Il ragazzo aveva registrato il suono di gocce d’acqua che cadevano e producevano l’eco nella grotta. Il suono era così ipnotico dopo un po’, così meraviglioso e intrigante, che il fonico iniziò ad inoltrarsi sempre più in profondità nella grotta, ad allontanarsi dal punto in cui era entrato e ad inoltrarsi nel buio assoluto.
Improvvisamente inciampò e cadde in un crepaccio. La troupe del film ci mise due giorni a ritrovarlo. Quando riemerse dall’oscurità raccontò di aver incontrato una strana creatura nel buco dove era precipitato e che la creatura gli aveva insegnato a parlare tedesco. Naturalmente nessuno credette al racconto del fonico fino a quando non inizio a declamare un poema di Holderlin fluentemente in tedesco.
Non ho mai incontrato questo tipo o qualcuno che lo avesse conosciuto direttamente. E non ho mai incontrato nessuno che fino ad adesso ha mai creduto a questa storia. Ma ho sempre pensato che poteva essere una grande idea per un film. Inizialmente volevo intitolare il film Enter the Dragon, un omaggio al film di Bruce Lee del 1973.
Quando poi ho realizzato il film, sia l’idea che ispira la storia che il titolo sono cambiati, ma solo leggermente. Uno dei protagonisti è un ingegnere che si imbatte in una strana creatura sotterranea, e ho comunque mantenuto il dragone nel titolo ma non volevo scatenare una battaglia legale con gli eredi di Bruce Lee e soprattutto non volevo che chi cercasse il titolo su Google fosse sepolto da pagine e pagine sul Kung-Fu.
Ecco il perché della scelta del titolo: A Dragon Arrives!”