Seguendo il suggerimento dell’amico Francesco Rizzo, la giornata del Vostro Inviato inizia con il film in Realtà Virtuale di David Hansen “Jesus VR – The Story of Christ“, presentato dallo stesso regista, (in piedi al centro della foto) come il primo lungometraggio in realtà virtuale. La visione avviene con degli occhiali appositi e una cuffia e l’esperienza è decisamente interessante: il film accade tutto intorno, non solo davanti: si è circondati dall’azione. Particolarmente utile per il Vostro Inviato la possibilità di girarsi ed evitare la visione di scene particolarmente raccapriccianti come, nel caso di questo film, l’inchiodatura delle mani sulla croce. Anche le modalità di realizzazione del film cambiano completamente: campi e controcampi li decide lo spettatore aggirandosi all’interno della scena rappresentata. Peccato che la qualità dell’immagine lascia ancora a desiderare, perchè con la tecnologia sperimentata al Lido ci si affida alla potenza di calcolo di un cellulare. Il vostro Inviato già intravede Il futuro prossimo,in cui ci si affiderà a grossi elaboratori collegati via wireless ai fruitori. Lasciati gli esperimenti, dopo gli ottimi tramezzini del Leone d’Oro (Il Lion’s per i veneziani) è il turno del primo film italiano in concorso, il documentario Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (a sinistra nella foto). Il Vostro Inviato, nella sua ignoranza, si aspettava il classico docufilm da Festival come SacroGra o Fuocoammare. E invece rimane spiazzata da un film che a parte una lettura in francese che parla di immortalità è fatto solo di immagini. Che per tutta la prima parte del film restano indecifrabili, ma che poi, per chi ha la pazienza di non abbandonare, si chiariscono a poco a poco. Così i marmi estratti dalla terra servono per il continuo restauro delle statue del duomo di Milano, gli organismi galleggianti nell’acqua sono le meduse rosse capaci di ringiovanire e rigenerarsi. Le immagini in technicolor raccontano la ribellione dei Lakota Sioux che nel 2007 hanno rivendicato uno stato indipendente dal governo degli Stati Uniti. Il cerchio di metallo lavorato diventa un tamburo dalle sonorità inaspettate, capace di aiutare i neonati prematuri a sopravvivere. Infine, le note di regia informano che ognuna di queste storie rappresenta un elemento: acqua, terra, fuoco, l’aria. Mentre le parole francesi sono l’Immortale di Borges letto in francese da Marina Vlady ( accanto alla regista nella foto). Ci vuole molta pazienza per apprezzare un film girato così. Avrebbe meritato almeno mezz’ora in meno, eppure alla fine il Vostro Inviato deve ammettere che il film è intrigante e in alcuni momenti anche emozionante. Nel frattempo Maurizio e Simona in Sala Darsena vedevano Reparer le vivants della regista francese Katell Quillévéré. Film sulla imprevedibilità del destino, racconta la storia di un ragazzo che entra in coma dopo un incidente stradale. Il tormento dei genitori messi di fronte alla scelta di donare il cuore del figlio, viene contrapposto al tormento dei figli la cui madre questo cuore dovrebbe ricevere.
Il film è in molte parti intenso e drammatico, tuttavia indugia un po’ troppo sulla parte strettamente medica, l’operazione di espianto del cuore e il successivo innesto nell’altra paziente, senza escludere anche il volo dell’aereo con il cuore espiantato. Barnard forse, avrebbe apprezzato questa parte del film e l’evoluzione della chirurgia dai suoi tempi ai giorni nostri, lo spettatore francamente molto meno. E arriviamo al clou della giornata il bellissimo film argentino El Ciudadano llustre. I due registi (a sinistra nella foto) Mariano Cohn e Gaton Duprat raccontano con grande ironia a tratti velata di malinconia che cosa significa diventare uno scrittore famoso. Nel farlo, affrontano anche i temi classici legati al significato dell’arte e della lettaratura, alla indistinzione tra verità e finzione che ci porta a dare realtà a personaggi inventati. Racconta anche dell’appartenenza profonda di ciascuno di noi ai luoghi dove siamo nati e cresciuti anche se da molto tempo abbandonati. Per il Vostro Inviato, dopo “El Clan” dell’anno scorso e attualmente nelle sale italiane, El Ciudadano llustre è l’ennesima conferma della vitalità del cinema argentino.
Dopo una salutare cena a base di pizza il Vostro Inviato, sdegnando John Landis, si mette in coda per l’ultimo film della serata “The Secret Life of Pets” e per il rotto della cuffia riesce ad entrare in sala. Presentato dal produttore Chris Meledandri con il microfono nella foto, il film è una delusione. Carina l’idea iniziale: cosa fanno gli animali domestici quando i loro padroni sono assenti? Lo sviluppo tuttavia presenta poche idee originali, ed è tutto incentrato su inseguimenti e battaglie che piaceranno soprattutto agli spettatori più piccoli. Grande successo di pubblico al Lido, dove hanno dovuto aggiungere una proiezione in più per soddisfarne le richieste.