Un’altra splendida giornata estiva oggi al Lido di Venezia. Più che vedere film viene voglia di fare un tuffo nel mare azzurrino oggi così calmo da sembrare una grande piscina. E invece il Vostro Inviato, conscio delle sue responsabilità, ha in programma ben tre film. Il primo in sala Darsena presentato nella sezione Orizzonti è Malaria del regista iraniano Parviz Shahbazi (il secondo da sinistra nella foto). E’ la storia della fuga di Hannah da un padre autoritario, aiutata dal suo ragazzo e da un musicista incontrato per strada, Azi. Il racconto si svolge nell’arco di pochi giorni a Teheran dove accade un po’ di tutto, dalle manifestazioni di festa per la firma dell’accordo sul nucleare, alle vicende tragicomiche della band musicale di Azi, la Malaria del titolo.Nonostante la sceneggiatura un po’ sfilacciata, il film è interessante e a tratti anche divertente. Bello il finale, che rimane aperto. Poi sarebbe il turno del penultimo film in concorso, il fluviale “The woman who left” del filippino Lav Diaz, regista pluripremiato in tutti i festival che contano.Il vostro Inviato vi confessa però che un film di quattro ore l’ultimo giorno del festival è superiore alle sue capacità, pur essendo ben cosciente che questo film è il probabile Leone d’Oro.
Si passa invece all’ultimo film in concorso, On the Milky Road, il nuovo film del grande Emir Kusturica. Nel mezzo della guerra nella ex-jugoslavia, nasce l’amore tra Costas, un pianista che in guerra fa il lattaio per i soldati, e una misteriosa profuga italiana, interpretata da Monica Bellucci. Il film è girato con la vitalità, la musica, gli animali e gli struggenti paesaggi jugoslavi che contrastano con le bombe, la morte e la distruzione totale che porta la guerra. Forse un po’ troppo lungo nella seconda parte, è comunque uno splendido film. Potrebbe candidarsi al premio per la miglior regia, contendendolo a Brizè che appariva il favorito fino ad oggi. Ultimo film della giornata, presentato fuori concorso, è A’ jamais di Benoit Jacquot, di cui due anni fa il Vostro Inviato aveva apprezzato Tre Cuori. Tratto da un romanzo di Don de Lillo, il film è ambientato in una splendida casa sul mare e racconta di Rey regista, di Laura performer e della loro storia d’amore che evolverà in maniera del tutto imprevedibile. Il finale, ovviamente metafilmico, ha almeno due interpretazioni possibili. Il film mette in scena situazioni ai limiti del ridicolo e ripetute ossessivamente, non appassiona e non emoziona mai, nonostante la brava interprete Julia Roy, con il regista nella foto.