“Agnus Dei” esce giovedi’ prossimo al cinema: diretto da Anne Fontaine con Lou De Laâge, Agata Buzek e Agata Kulesza e’ un film commovente e duro sulla fede, sulla perdita della fede, sulla maternità, sulla violenza nei confronti delle donne e molto altro ancora.
Polonia, 1945. Mathilde, un giovane medico francese della Croce Rossa, è in missione per assistere i sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale. Quando una suora arriva da lei in cerca di aiuto, Mathilde viene portata in un convento, dove alcune sorelle incinte, vittime della barbarie dei soldati sovietici, vengono tenute nascoste. Nell’incapacità di conciliare fede e gravidanza le suore si rivolgono a Mathilde, che diventa la loro unica speranza.
Anna Baisi ha visto qualche settimana fa il film per il nostro sito ed ecco la sua recensione:
“Una dolce monaca benedettina corre in un paesaggio invernale in una meravigliosa cornice di neve che rimanda alla purezza e ad una una bellezza quasi mistica: in realtà questa immagine nasconde una realtà tragica, la guerra, la violenza ed il dolore e sono terribili i segreti che agitano la giovane sorella che sta cercando un medico che non sia né polacco né russo: un estraneo a quel mondo.
Siamo in Polonia, verso la fine della seconda guerra mondiale nel 1945 ed è necessario trovare un medico che soccorra alcune monache che oltre ad essere state barbaramente stuprate, con altre sorelle, in varie incursioni dei soldati russi, sono incinte e hanno bisogno di cure ma in segreto proprio perché spose di Cristo.
Troverà Mathilde Beaulieu giovane medico francese, assistente della Croce Rossa che porterà nel convento dove dietro al silenzio si nasconde omertà, disagio e paura.
La Madre Badessa infatti non vuole che si parli ad altri di ciò che è successo per non far trapelare quella “vergogna” e le monache non riescono a conciliare il voto di castità con quella maternità fisiologica non voluta e subita che alimenta in loro il dubbio verso il loro Dio che ora sentono lontano e poco misericordioso e che fa vacillare la loro fede.
Fede e maternità sono i temi dell’ultimo film di Anne Fontaine “Agnus Dei” (Les Innocentes) che si ispira al diario di Madeleine Pauliac, un giovane medico della Croce Rossa francese a cui si aggiunge una personale riflessione della regista che, sempre attenta alle tematiche femminili, qui approfondisce notevolmente lo sguardo e passa dall’individualità ad una visione collettiva: la comunità religiosa.
E’ un film che evidenzia le difficoltà delle scelte, sia religiose che personali, delle contraddizioni:
le monache che devono conciliare il ruolo di madre con quello di suora, l’istinto materno che però è in contrasto con quello di una vita monastica.
Commuovono le sorelle che devono vivere una maternità fisica, scoprire il loro corpo modificato dal sopruso che è difficile da comprendere e sopportare e che sostituisce una maternità spirituale che è propria dei loro valori religiosi a quella della carne a loro sconosciuta.
Mathilde (Lou De Laâge, bella ed energica) disubbidisce ai suoi superiori che la vogliono medico solo per i feriti di guerra e di nascosto si reca al convento di notte attraverso la foresta, rischiando anch’essa la stessa violenza inflitta alle monache, dapprima solo per deontologia professionale poi per solidarietà sia umana che squisitamente femminile quando trova in suor Maria (Agata Buzek, attrice molto intensa) un’empatia che non si aspettava.
Maria è una monaca che crede fermamente e rigidamente nelle regole dell’ordine mentre Mathilde è donna di credo marxista e di vita disinibita e pragmatica: il confronto fra loro sarà uno scambio che arricchirà entrambe e il sodalizio che ne nascerà le porterà ad un nuovo cammino interiore.
Mathilde dirà a Maria che per lei vivere da credente sono ventiquattro ore di dubbio per un minuto di speranza: d’altronde è una giovane donna con incertezze e fragilità e Maria ascolterà le preghiere e i canti religiosi con un trasporto di laica spiritualità.
E anche Maria disubbidirà alla madre Badessa (una notevole Agata Kulesza, già ammirata in “Ida”, in un ruolo veramente ingrato) perché sapendo la “fine” che attende quei bambini che vengono portati dalla Madre Superiora nella foresta ed affidati alla Divina Provvidenza pur di salvare le monache dal “disonore”, dovrà scegliere…
Maria e Mathilde troveranno un modo per salvare tutti i bambini trasgredendo alla chiusura mentale e dogmatica di entrambe le gerarchie a cui ognuna è subordinata sceglieranno la Vita: seguendo idealmente quella ”Disobbedienza civile” proclamata da Henry David Thoreau che suggeriva di disubbidire alle leggi ingiuste dello Stato, scelgono una “disobbedienza etica” di salvezza e di resistenza al male.
Nel suo diario Madeleine Pauliac scrive di questi stupri ma le autorità non le hanno mai volute divulgare e dal 1945 ad oggi nulla è cambiato nelle zone di guerra dove le atrocità verso le donne rimangono impunite da un colpevole silenzio.”
Come sempre terminiamo con le immagini di questo film, ovvero il trailer ufficiale !!