Mercoledì 30 novembre, “Il cittadino illustre” è stato protagonista della classica uscita infrasettimanale degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Gastón Duprat, Mariano Cohn.
Cast: Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio.
Durata: 118 min
Trama del film
“Daniel Mantovani, premio Nobel per la letteratura, l’ha profetizzato nel suo antiretorico discorso svedese: la massima onoreficenza farà di lui un monumento, spedendolo anzitempo al museo. Da cinque anni, infatti, non scrive niente di nuovo, e sono più gli inviti che rifiuta di quelli che accetta. Quando però arriva via lettera una richiesta da Salas, minuscolo paese argentino, decide di andare. A Salas, Daniel Mantovani è nato e cresciuto, e da là è fuggito, senza mai tornare, quarant’anni or sono, costruendo la sua identità sul rifiuto di quel luogo e della sua mentalità. Una volta in Argentina, lo scrittore è oggetto di un’accoglienza trionfale, ma col passare dei giorni le cose peggiorano, le sue opinioni non piacciono, si solleva un malumore sempre più generalizzato,un’aria nientemeno che di violenza.”
Trailer
Un piccolo gioiello della cinematografia argentina. Il tema del film mi ha riportato alla memoria “Il vento fa il suo giro” dell’italiano Diritti. Nel film di Diritti è la chiusa comunità di un piccolo paese occitano a non saper accogliere una famiglia straniera, portatrice di visioni nuove ed anticonformiste. Qui è l’astio ed il risentimento, non esplicitato, di una comunità verso uno scrittore di fama internazionale, che entra in conflitto con l’ipocrisia di chi lo accoglie come cittadino illustre, ma lo denigra per le sue scelte artistiche e la libera espressione del proprio pensiero. Il film ricorre al grottesco ed al surreale per mostrare la condizione di emarginazione, di esiliazione e di rifiuto a cui può essere sottoposto l’artista che non accetta di conformarsi ai gusti del pubblico, alle pressioni mediatiche. L’apparente arroganza che mostra l’artista nel rifiutare impegni pubblici ed inviti è, in realtà, il desiderio di mantenere un pensiero coerente, di difendere la libertà di espressione, di fare scelte etiche ponderate.