Il 15 gennaio 2009, il mondo assiste al “Miracolo dell’Hudson” quando il capitano “Sully” Sullenberger (Hanks) atterra in emergenza col suo aereo nelle acque gelide del fiume Hudson, salvando la vita a tutti i 155 passeggeri presenti a bordo. Tuttavia, anche se Sully viene elogiato dall’opinione pubblica e dai media, considerando la sua impresa eroica senza precedenti, delle indagini minacciano di distruggere la sua reputazione e la sua carriera.
E da ieri a raccontarci in versione cinamtografica questa storia tutta americana e’ arrivato appunto “Sully” diretto dal grande Clint Eastwood con Tom Hanks (il capitano Sully appunto, in odore di Oscar), Aaron Eckhart e Laura Linney.
Cristina Bellosio era presente all’anteprima stampa e come sempre condividiamo con tutti gli Amicinema le sue impressioni:
“Il miracoloso ammarraggio sull’Hudson, è una vicenda profondamente drammatica, fortunatamente a lieto fine.
Eastwood, si affida alle fonti di informazione ufficiali, ai racconti del capitano Chelsey Sullenberger, del suo equipaggio e dei soccorritori , per restituirci una visione dei fatti veridica, meticolosa e precisa, attenta ad ogni dettaglio.
Nel film c’è la pregnanza drammatica di una narrazione che sembra mostrare in diretta ogni singolo momento : il decollo, l’incidente in volo che danneggia i motori, le azioni dei piloti, il dialogo con la torre di controllo, il momento della decisione dell’azione di emergenza, l’ammarraggio dell’aereo, i minuti interminabili in cui i passeggeri e l’equipaggio attendono i soccorsi in mezzo al fiume, l’azione dei soccorritori ; ma c’è soprattutto il dramma interiore di chi ha vissuto questa esperienza da passeggero, da soccorritore, da copilota e da pilota. Lo sguardo sulla vicenda si sposta con maestria dalla narrazione esterna dei fatti al vissuto interiore dei protagonisti. L’uomo al centro di questa vicenda fortemente drammatica è Sully, il capitano responsabile di una scelta che, in pochi secondi, può decidere la vita o la morte di tutte le persone dell’equipaggio e dei passeggeri . Il dramma di questo uomo forte ed umile, va ben oltre i pochi minuti delle operazioni di salvataggio, ma si prolunga per i lunghi mesi in cui, sottoposto all’inchiesta della National Transportation Safety Board, deve difendere l’adeguatezza della sua decisione relativa all’atterraggio sull’Hudson.
La valenza drammatica di quanto accadde a quest’uomo si riassume nelle sue stesse parole : “ho 40 anni di volo alle spalle, ma alla fine, sarò giudicato in base a 208 secondi”.
Tom Hanks, impeccabile nei panni di “Sully”, riporta in luce gli effetti postumi di questo evento traumatico . 208 secondi fu il tempo per prendere una decisione che potesse determinare la vita o la morte di 155 passeggeri dell’ aereo : un tempo breve, troppo breve per affidarsi alla razionalità.
L’emergenza impose una scelta immediata, un’intuizione più profonda, che solo un pilota con anni di esperienza fu in grado di mettere in gioco, mantenendo fiducia e controllo delle proprie azioni. I media inneggiarono al miracolo, all’eroe, salvatore di vite umane, ma Eastwood si concentra sul conflitto profondo del pilota esperto, che viene sottoposto a giudizio per la sua scelta. E’ un uomo che si interroga, che soffre in silenzio con dignità, che ha certezze e dubbi, che ha ineccepibile competenza professionale, ma mostra la fragilità di una persona comune. Lo sguardo di Eastwood su di lui è profondamente empatico : Sully è un uomo che ha agito con fierezza, determinazione e coraggio, interessato più a difendere il valore della sua competenza professionale che al riconoscimento del gesto eroico che gli viene attribuito. Come sostiene Tom Hanks stesso” un eroe è chi pensa ed agisce oltre le proprie capacità, per far del bene agli altri. E quel che certamente ha fatto Sully, svolgendo il suo lavoro, con la consapevolezza di poter effettuare quell’atterraggio.” Clint Eastwood stesso, parlando di “Sully” afferma “ la vicenda di Sullenberger mostra che nelle situazioni di emergenza ci sono uomini capaci di mettere a rischio il proprio tempo, i propri sforzi, addirittura la vita, per gli altri , ma il film riguarda tutti noi , mettendo in mostra la parte migliore che c’è in ognuno”. Da spettatori di questa vicenda reale, come i passeggeri che si sono salvati, non possiamo che provare ammirazione per un uomo, che riesce ad essere straordinario ed eroico, semplicemente agendo secondo coscienza, facendo tutto ciò che è umanamente possibile per portare in salvo altri esseri umani.”
Sentiamo anche le parole del protagonista Tom Hanks presente a Roma settimana scorsa per la presenzione di questo film:
“Sully è un pilota, con la stessa maniacalità con cui controlla l’aereo prima del decollo ha ispezionato la sceneggiatura e fatto correzioni. Alcune erano giuste: i due piloti non possono parlare in fase di decollo, sarebbero licenziati. A un certo punto però ho dovuto staccarmi dalla realtà per seguire la sceneggiatura. Gli ho ripetuto quel che avevo detto al Capitano Philips e a Charlie Wilson per gli altri film: io cercherò di essere più realistico possibile, ma dirò cose che non hai detto e farò cose che non hai fatto. Un film è un film.
Eastwood ha capito che quella di Sully era una storia opposta all’11 settembre. C’è un aereo in picchiata tra i grattacieli, il pensiero va al terrorismo “mio dio, accade di nuovo”, e invece è un pilota che ripaga la fiducia dei passeggeri che gli hanno affidato le loro vite facendoli tornare a casa sani e salvi.”
Finiamo in bellezza con il bel trailer italiano !!