Arriva in sala a Natale, dal 23 dicembre, distribuito da Cinema di Valerio De Paolis, “Paterson“, il nuovo film scritto e diretto da Jim Jarmusch (“Daunbailò”, “Broken Flowers”, “Solo gli amanti sopravvivono“), interpretato da Adam Driver e Golshifteh Farahani, che ha conquistato numerosi festival internazionali da Cannes a Toronto, da New York a Londra.
Paterson guida l’autobus nell’omonima città di Paterson, nel New Jersey. Ogni giorno, segue la solita semplice routine: fa il solito percorso con l’autobus, osserva la città che vede scorrere all’esterno del parabrezza e ascolta scampoli di conversazioni che hanno luogo intorno a lui.
Paterson scrive poesie su un taccuino, porta a spasso il cane, si ferma in un bar per bere sempre e solo una birra e torna a casa dalla moglie Laura.
L’universo di Laura, invece, cambia in continuazione. Nella sua vita, quasi ogni giorno si fanno strada nuove speranze, ciascuna delle quali si trasforma in un nuovo progetto o fonte d’ispirazione. Paterson ama Laura e lei corrisponde il suo amore. Lui appoggia le ambizioni
di sua moglie e lei incoraggia l’inclinazione del marito alla poesia.
Il film osserva sommessamente i successi e le sconfitte della vita di tutti i giorni, oltre alla poesia che emerge da ogni piccolo dettaglio.
Secondo Jim Jarmusch: “Paterson è una storia tranquilla i cui personaggi principali non vivono conflitti tangibili o drammatici. Il film ha una struttura semplice e segue la vita dei personaggi nell’arco di sette giorni. Paterson vuole rendere omaggio a ciò che di poetico esiste nei piccoli dettagli, nelle variazioni e nelle interazioni quotidiane, e il film si propone come antidoto al cinema cupo, drammatico o incentrato sull’azione. Si tratta di un film che dovremmo lasciarci scivolare addosso, come le immagini che osserviamo dai finestrini degli autobus e che si muovono come una gondola meccanica in una città piccola e dimenticata.”
Ecco la recensione di Ornella DallaValle che ha visto in anteprima il film:
“Paterson è una cittadina di neanche centocinquantamila abitanti, nel Jew Jersey, apparentemente piccola e dimenticata ma che in realtà nasconde tanti tesori: le meravigliose cascate, i natali dati a personaggi illustri (il poeta William Carlos Williams, il pugile Rubin ‘Hurricane’ Carter, Lou Costello, l’anarchico Gaetano Bresci che attentò alla vita di Umberto I di Savoia) e la sua tranquilla, quasi monotona, routine di cittadina di provincia.
Paterson, il protagonista, (che guarda caso si chiama proprio come la città) racchiude in sé un po’ tutto questo.
Jim Jarmusch fa qualcosa di davvero difficile in questo film: si occupa di poesia. E va addirittura oltre, riesce ad inserire, dentro al film, i componimenti e lo sguardo sul mondo del suo personaggio che scrive poemi, su un quadernetto, in pausa pranzo e ascolta, silenzioso, i discorsi di chi viaggia con lui. Non ci sono conflitti tangibili ma la drammatica e poetica realtà di tutti i giorni raccontata nell’arco di una settimana, tempo in cui il regista segue il suo personaggio e la moglie Laura (un po’ il suo alter ego).
E grazie a Peterson riscopriamo la meraviglia della quotidianità, dei piccoli gesti, dei momenti sospesi, sempre uguali e sempre diversi.
Quando sei un bambino impari che ci sono tre
Dimensioni
Altezza, larghezza e profondità
Come una scatola da scarpe
Più tardi capisci che c’è una quarta dimensione
Il tempo
Hmm
(Paterson)“
Ed ecco il poetico trailer italiano !!