Sta per finire anche questo 2016 e in questi ultimi giorni d’anno vogliamo ricordare tutti coloro che, nel mondo della Settima Arte, ci hanno salutato e dei quali purtroppo non potremo piu’ vedere opere e interpretazioni.
In generale noi pensiamo che quello che rimane di noi siano i gesti, le azioni e il ricordo che lasciamo nelle persone e a maggior ragione per un artista rimarranno film, recitazioni e tutte le emozioni che sono rimaste dentro noi spettatori.
Partiamo dagli attori che in questo 2016 ci hanno lasciato.
Ad inizio anno e’ mancato il grande David Bowie, di professione principale cantante, ma attore anche in molte memorabili pellicole come “L’uomo che cadde sulla Terra”, “Furyo”, “Miriam si sveglia a mezzanotte”, “Zoolander”, “The Prestige”. Ok vogliamo citare anche il nostrano “Il mio West” giusto per dire che anche David ogni tanto sbagliava !!
Ad Alan Rickman abbiamo dedicato un’intera settimana a settembre… ricorderemo l’attore londinese in “Trappola di cristallo”, “Robin Hood – Principe dei ladri”, “Love Actually – L’amore davvero” e per il grande pubblico per la sua iconica interpretazione del professore Severus Piton nella saga di Harry Potter.
Compagno della giovinezza cinematografica (e non solo) di molti di noi e attore molto sottovalutato e’ stato Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer che si e’ spento a Roma il 27 giugno. La sua filmografia e’ sterminata, oltre a tutte le pellicole con Terence Hill (uno per tutti “Lo chiamavano Trinità…,”), con Giuliano Gemma (“Anche gli angeli mangiano fagioli”) ha lavorato anche con Monicelli, Cervi, Montaldo, Argento, Lizzani in parti che probabilmente sono meno famose, ma che dimostravano la sua poliedricità.
E cosa maggiore ha contribuito alla passione e all’amore del cinema in tutto il mondo.
Altri due italiani famosi sono passati oltre in questo 2016: Giorgio Albertazzi, sommo attore teatrale, ma anche cinematografico (ad esempio “L’anno scorso a Marienbad” di Alain Resnais e Dario Fo, anche lui grande regista teatrale, ma anche soggettista per il cinema e attore ad esempio per Lattuada e Lizzani e piu’ recentemente voce per “Johan Padan a la descoverta de le Americhe” e “La freccia azzurra”.
E indimenticabile e’ anche uno dei piu’ grandi attori americani del secolo, Gene Wilder morto a fine agosto e nella mente e nel cuore di tutti noi cinefili con opere come “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”, “Non guardarmi: non ti sento”, “La Signora in Rosso”, “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)” ma soprattutto con il capolavoro “Frankenstein Junior”.
L’irresistibile intensità di quello sguardo, cosi tenero e penetrante ce lo ricorderemo per sempre.
Non abbiamo spazio per parlarne piu’ diffusamente, ma ricordiamo con affetto anche Giorgio Ariani, Lino Toffolo, Paolo Poli, Riccardo Garrone, Franco Citti, Robert Vaughn e Anton Yelchin.
Tra le attrici che ci lasciano il posto d’onore va a Silvana Pampanini, la grande diva del dopoguerra, la soubrette del cinema italiano, la “bellezza in bicicletta”, la «cotta» di Totò e’ mancata a 90 anni ad inizio anno. Nel 1983 il suo ultimo film con un’apparizione nel ruolo di se stessa ne “Il tassinaro” di Alberto Sordi.
Una crudele malattia ha portato via Karina Huff a soli 55. Famosa a metà degli anni ’80 per i film di Carlo Vanzina “Sapore di mare” e “Vacanze di Natale, era un volto fresco e sereno che ricordiamo con malinconia.
Anna Marchesini anche lei prematuramente scomparsa era una grande attrice teatrale con una piccola incursione al cinema in “A me mi piace” (1985) di Enrico Montesano. Ma i suoi spettacoli con Tullio Solenghi e Massimo Lopez saranno per sempre nei nostri cuori.
Anche in questo caso ricordiamo piu’ velocemente Gloria DeHaven, Laura Troschel, Marina Malfatti e Adriana Innocenti.
Parliamo infine dei registi.
Il cinema italiano ad inizio anno ha perso uno dei suoi piu’ grandi personaggi: Ettore Scola e’ mancato a Roma il 19 gennaio e con lui se ne va forse l’ultimo dei grandi registi della commedia italiana.
Tra i suoi capolavori non possiamo non citare “C’eravamo tanto amati (1974)”, “Brutti, sporchi e cattivi (1976)”, “Una giornata particolare (1977)”, “La terrazza (1980)” e “La famiglia (1987)”.
I film di Ettore Scola sono capitoli di un grande romanzo che ha per tema il lato buffo dell’esistenza e che ci hanno commesso e divertito e magari fatto guardare un po’ dentro di noi.
Un altro regista italiano da non dimenticare e’ Giuseppe Ferrara, meno famoso al grande pubblico, ma autore di film di impegno morale sulla storia italiana recente come “Cento giorni a Palermo”, “Il caso Moro”, “Giovanni Falcone” e “I banchieri di Dio”.
Abbas Kiarostami per tutti e’ stato il piu’ grande regista iraniano di lui hanno detto: “ll cinema inizia con Griffith e finisce con Kiarostami”.
Palma d’oro a Cannes per il suo capolavoro ” Il sapore della ciliegia” nel 1997, ma di lui ricordiamo anche “Il vento ci porterà via”, “Copia conforme” (visto anche in una lontana uscita degli Amicinema) fino al recente “Qualcuno da amare”.
Ne riparleremo di lui nel 2017 ve lo promettiamo !!
Jacques Rivette è l’ultimo esponente della Nouvelle Vague che se ne va: lo ricordiamo per “Parigi ci appartiene”, “L’Amour fou” (ben 4h30 di lunghezza !!) e ” L’amour par terre”.
Con i suoi film ha registrato i mutamenti storico-politici della Polonia con sensibilità e passione e ci mancherà molto: parliamo di Andrzej Wajda, regista teatrale e sceneggiatore polacco, non famosissimo in Italia, ma comunque capace di portare ben quattro suoi film a essere nominati per l’Oscar come miglior film straniero: “La terra della grande promessa (1975)”, “Le signorine di Wilko (1979)”, “L’uomo di ferro (anche Palma d’oro al Festival del cinema di Cannes nel 1981)” e “Katyn (2007)”.
Lo ricordiamo recentemente anche per “Walesa – L’uomo della speranza” con Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci.
Ci salutano anche due famosi registi statunitensi: Michael Cimino ha avuto un grande successo con “Il cacciatore” (chi non ricorda la discussa scena della roulette russa con Robert De Niro ?) e un grande insuccesso con “I cancelli del cielo” (uno dei piu’ grandi flop di Hollywood seppur ingiustamente), ma di lui ricordiamo anche “L’anno del dragone” con Mickey Rourke, mentre Curtis Hanson ha ,avuto il suo massimo nella fine degli anni ’90 con “L.A. Confidential”, “Wonder Boys”, “8 Mile” e il sottovalutato “In Her Shoes – Se fossi lei”.
E sempre americano (di New York) era Garry Marshall, prima produttore di serie televisive fondamentali nella storia dell tv come “Happy Days”, “Laverne & Shirley” e “Mork & Mindy” (che lancio’ Robin Williams) e poi regista di film come “L’ospedale più pazzo del mondo”, “Pretty Woman”, “Paura d’amare”, “Se scappi, ti sposo” e del recente “Mother’s Day”.
Senza mancare di rispetto per la brevità del saluto quest’anno ci hanno lasciato anche Tonino Valerii, Ronit Elkabetz (“Viviane”, “La banda”), Andrzej Zulawski, Giuseppe Laganà (uno dei piu’ grandi registi d’animazione italiani), Arthur Hiller (“Love story”, “Appartamento al Plaza”, “Non guardarmi: non ti sento”) e Guy Hamilton (“Agente 007 – Missione Goldfinger” e tanti altri 007).