Vincitore di 5 Premi EFA, Candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero (uno dei favoriti), miglior film del 2016 per “Cahier du cinema”, “Vi presento Toni Erdmann” è la sorprendente commedia che racconta il complicato ma tenero rapporto di una giovane donna manager, dedita solo al successo e alla carriera, con l’eccentrico padre, che fa di tutto per farle tornare il senso dell’umorismo e la leggerezza della vita.
Winfried non ha spesso occasione di vedere sua figlia Ines, impegnata nel lavoro.
Insegnante di musica improvvisamente senza studenti, decide di farle una visita a sorpresa dopo la morte del suo anziano cane. Una mossa azzardata, dal momento che Ines è una seria donna in carriera e sta lavorando a un progetto importante come esperta di strategie aziendali a Bucarest.
Il cambiamento geografico non contribuisce a facilitare i rapporti tra i due.
Inguaribile burlone, Winfried adora infastidire sua figlia con scherzi di dubbio gusto.
Quel che è peggio sono le sue frecciatine allo stile di vita quotidiana di Ines, fatto di lunghe riunioni, bar di alberghi e resoconti di performance aziendali. Padre e figlia raggiungono un momento critico di impasse e Winfried decide di tornare in Germania.
Quand’ecco che compare l’appariscente Toni Erdmann, che altri non è che il bislacco alter ego di Winfried. Mascherato con indosso un abito pacchiano, una bizzarra parrucca e ancor più bizzarri denti finti, Toni irrompe nella vita professionale di Ines spacciandosi per il coach del suo amministratore delegato. Sotto le mentite spoglie di Toni, Winfried è ancora più audace e incapace di contenersi, ma Ines accoglie la sfida. Più in là si spingono, più si avvicinano.
In un vortice di follia, Ines comincia a comprendere che forse il suo eccentrico genitore tutto sommato ha diritto di occupare uno spazio nella sua vita
Emanuela Dini ha visto per Amicinema il film ed ecco la sua recensione:
“È la storia del difficile (o inesistente?) rapporto tra Ines, business woman di successo di un’azienda petrolifera, tutta affari e tailleur nero, tedesca expat a Bucarest, “iena” senza scrupoli e con i sentimenti richiusi in freezer, e suo padre Winfried, professore di musica in pensione, molto probabilmente ex hippy anarcoide che non ha mai perso la voglia di prendere la vita alla leggera ironizzando e scherzando su tutto. Winfried, rimasto senza studenti e senza affetti (gli è morto anche il cane) decide di partire per andare a trovare la figlia e le piomba, inaspettato e non invitato ospite, in casa.
La sinossi racconta di un “padre burlone bizzarro che ama i travestimenti e irrompe nella vita della figlia, scombinandola”, ma non è proprio (o solo) così.
E già dalle prime sequenze il messaggio emerge chiaro e forte nella sua plateale semplicità: la vita di una donna in carriera è sterile e arida, il padre dall’animo generoso e anarcoide cerca di farla riflettere e tenta un riavvicinamento inchiodandola subito con le Grandi Domande: cos’è la felicità, cosa vuoi dalla vita, per che cosa vale la pena vivere…il tutto a bordo piscina di un hotel a 5 stelle, con la conversazione interrotta per rispondere a una telefonata di lavoro. Il film, peraltro, si snoda poi per quasi tre ore -troppe!- su binari prevedibili e con tono piuttosto monocorde, affrontando tutti i prevedibili stereotipi della situazione.
La figlia schiava della carriera e incapace di relazionarsi a livello emotivo, non solo col padre, ma anche con i colleghi, i sottoposti, l’amante; il padre che non molla la presa e, cacciato dalla porta, si ripresenta nel grottesco travestimento del sedicente coach Toni Erdmann (da cui il titolo del film) con dentiera di gomma e parrucca inverosimile; i cinici giochi di potere dei top manager dell’azienda petrolifera, che pensano solo a come ridurre i costi e licenziare; la scontatissima “tiratina” di coca con altrettanto scontata fuga in giardino a metà del party milionario tra petrolieri; la figlia che, nonostante l’imbarazzo, non smaschera e, anzi, si fa complice del padre; la solitudine nell’organizzare la festa di compleanno e la decisione poi di trasformarla in un party nudista…..
Insomma, una lunga sequenza di situazioni già viste e tirate per le lunghe con l’intento di far capire all’algida Ines che il suo bizzarro genitore sta cercando di ricucire un rapporto e ha diritto di entrar nella sua vita. Ma l’impresa non è così semplice e l’unico abbraccio tra padre e figlia è quello in cui Winfried è nascosto sotto una maschera da kukery, una sorta di gorilla dalla testa lunga e gigantesca.
Molta e diffusa perplessità tra i critici in sala.”
Maren Ade, vincitrice di due Orsi d’Argento alla Berlinale del 2009 con il film “Alle Anderen” – Gran Premio della giuria e Premio per la Miglior attrice a Birgit Minichmayr – lavora anche come produttrice. Nel 2000, ha fondato la società di produzione cinematografica Komplizen Film insieme alla produttrice Janine Jackowski.
E per capire se siete d’accordo con la nostra recensione ecco il trailer italiano !!