E’ uscito lo scorso giovedi’ “La mia famiglia a soqquadro“, film di Max Nardari con Gabriele Caprio, Marco Cocci, Bianca Nappi, Elisabetta Pellini, Eleonora Giorgi, Ninni Bruschetta.
Martino è un bambino di 11 anni che, arrivato nel nuovo mondo della scuola media, si trova di fronte ad una realtà inaspettata: i suoi genitori non sono separati! È l’unico della classe ad avere ancora i genitori insieme… Pian piano inizia ad invidiare ai compagni i sontuosi viaggi, le vacanze e i regali ricevuti dai genitori e dai loro rispettivi nuovi partner che fanno a gara per accaparrarsi l’affetto dei figli. Da qui scatta in lui l’idea diabolica: far separare i suoi genitori per diventare un bambino come tutti gli altri e godere anche lui degli stessi fantastici benefici dei compagni di scuola. La situazione però gli sfuggirà di mano e tutto sembrerà andare per il peggio per sé e per la famiglia, ma alla fine non tutto sarà perduto…
Sentiamo le sempre interessanti note di regia di Max Nardari:
“In questo mondo in cui tutto sembra andare al rovescio la normalità diventa un problema”.
L’originalità de La mia famiglia a soqquadro sta proprio nel fatto che il concetto di diversità, ossia avere i genitori separati, qui viene completamente ribaltato. Avere una famiglia solida con sani valori, non è più vissuto come un plus valore ma come un disagio.
Quello che mi diverte è trattare una vicenda che appartiene ormai alla nostra contemporaneità, spingendo gli spettatori a chiedersi qual è il confine tra ciò che è normale e ciò che non lo è.
Ho sentito l’esigenza di raccontare una storia a me molto vicina in quanto Martino, il piccolo protagonista, vive delle dinamiche interiori che conosco molto bene. Io stesso, negli anni dell’adolescenza, ho trascorso il periodo scolastico con delle difficoltà relazionali.
Ritenevo che l’unico modo per essere accettato dai miei coetanei fosse uguagliarli il più possibile, seguendo i loro interessi, i loro hobby e il loro look, ma tutto questo era davvero uno sforzo inutile e soprattutto illusorio. Crescendo mi sono reso conto dell’importanza di dare valore alla propria identità e che la diversità che tanto mi spaventava era proprio il mio punto di forza.
Anche Martino capirà tutto questo, ma solo dopo un percorso lungo e travagliato nel quale coinvolgerà tutte le persone che gli vogliono bene.
Proprio attraverso di lui, tutti i personaggi del film avranno modo di mettere in discussione la loro vita e le proprie scelte.
Anna, la madre di Martino, si accorge che per dedicarsi alla famiglia ha messo da parte se stessa, probabilmente perché avendo avuto una madre assente, vuole essere il suo opposto. Proprio questa vicenda le darà l’occasione di avere finalmente un confronto con sua madre Fiore, la quale a sua volta capirà i propri errori ed il suo egoismo.
Carlo, il padre di Martino, si rende conto di aver sempre vissuto prima all’ombra di suo padre e oggi del suo capo. Solo nel momento in cui rischia di perdere la moglie, tirerà fuori una grinta inaspettata che gli permetterà di ottenere il suo riscatto.
Anche i personaggi minori vengono coinvolti inevitabilmente in questa vicenda e anche loro saranno costretti a guardarsi allo specchio, facendo un percorso di cambiamento. Sono tematiche profonde che potrebbero sembrare non adatte ad un film “leggero”, ma il mio obiettivo è proprio quello
di toccare temi importanti, utilizzando il linguaggio fresco e immediato della commedia, per arrivare più facilmente a tutti. Ritengo che a volte il modo migliore per riflettere è farlo ridendo tra le lacrime, come quei film nei quali si passa da un momento d’ilarità e divertimento ad una commozione inaspettata.
Il film mira ad essere una commedia sofisticata che si colloca a cavallo tra la popolarità dell’americano Mamma ho perso l’aereo e l’ironia impegnata di film come Little Miss Sunshine ed il recente La famiglia Bélier. Lo spettatore potrà entrare nella storia non solo attraverso gli occhi ingenui del
nostro protagonista e delle sue immaginazioni, ma anche attraverso la reale quotidianità dei personaggi che gravitano attorno a lui.
Il tema principale dell’omologazione e dell’accettazione si intreccia con il problema sociale molto attuale delle separazioni, sempre più frequenti, e delle ripercussioni che hanno sui figli.
Il periodo d’uscita del film fa da perfetta cornice a questa vicenda in quanto Martino, che vive in una famiglia profondamente tradizionale, si trova a doversi confrontare con suoi coetanei, già ad undici anni sempre più succubi di una tecnologia decisamente invasiva.
LA MIA FAMIGLIA A SOQQUADRO vuole essere un film per tutti. I ragazzi si divertiranno a partecipare alle vicende dei nostri piccoli protagonisti, mentre gli adulti apprezzeranno la leggerezza con cui la tematica della disgregazione familiare viene affrontata, immedesimandosi – perché no! – nei vari personaggi.”
A Milano lo troverete all’UCI Bicocca.
Ecco il divertente trailer italiano !!