Vendetta e riscatto con un comune catalizzatore: l’amore

Il suo primo film da regista, “La mossa del pinguino” nel 2014, aveva ottenuto un ottimo riscontro dalla critica con tre candidature ai Nastri d’argento.

 

Ora Claudio Amendola ritorna dietro la macchina da presa per “Il permesso – 48 ore fuori” portato in sala da Eagle Pictures e interpretato dallo stesso Amendola con Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè.

 

A Luigi, Donato, Angelo e Rossana sono state concesse 48 ore di permesso fuori dal carcere di Civitavecchia. Per motivi differenti si trovano in galera, dove devono scontare il loro debito con la giustizia. Ma adesso sono fuori, e devono decidere in che modo spendere il poco tempo che gli è stato concesso. Vendetta, redenzione, riscatto, amore. Una volta usciti ognuno di loro dovrà fare i conti con il mondo che è cambiato mentre erano dentro.


 

Il film è stato girato in Abruzzo, più precisamente a Pescara, e vede alla sceneggiatura Giancarlo De Cataldo, autore di Suburra e Romanzo Criminale, con la collaborazione dello stesso regista e di Roberto Jannone.

 

Rossella Casapollo era presente all’anteprima stampa e sentiamo subito il suo commento:
 
“Questa opera seconda di Amendola come regista è un noir che, concentrandosi sul racconto delle 48 ore di permesso fuori dal carcere di quattro detenuti, ne traccia la loro storia, i sentimenti, le colpe, la voglia di vendetta e di riscatto, con un comune catalizzatore: l’amore.
Partiamo proprio con il percorso fatto per uscire dal carcere dai quattro protagonisti che già ne definisce il carattere e la volontà: il passo cupo e determinato di Silvano (Luca Argentero), dentro per coprire la moglie e i compagni della banda di cui non ha più notizie; il passo giovane e felice di Angelo (Giacomo Ferrara), una rapina andata male, che gode al solo contatto dell’aria aperta; il passo stanco e saggio di Luigi (Claudio Amendola), omicidio, che esce per seguire il dovere di padre chiamato a salvare il futuro del proprio figlio ed infine il passo elegante e sfrontato della ricca e ribelle Rossana (Valentina Bellè), rampolla e pecora nera di una famiglia altolocata, che è stata trovata, forse solo per gioco, con svariati chili di cocaina.
Pene diverse per reati diversi, questi personaggi non hanno nulla in comune eppure due di loro per un verso e due per un altro avranno un comune epilogo.
Siamo a Roma, ma potremmo essere ovunque, ovunque ci sia un carcere, dei detenuti, voglia di riscatto o redenzione, ovunque un uomo abbia un conto in sospeso e perseguiti il suo scopo ad ogni costo, ovunque ci sia l’amore di padre, l’amore per una donna e un amore che nasce.
Il soggetto e parte della sceneggiatura sono di Giancarlo De Cataldo (Romanzo criminale e Suburra) ed anche qui troviamo il sua cifra stilistica e la sensibilità nella analisi dei personaggi, eppure al termine del film non ho cercato termini di paragone con questi romanzi italiani, ma il rimando è andato a qualcosa di molto più internazionale: trovo che questo film sia esportabilissimo e non abbia nulla da invidiare ad un ‘Moonlight’.
Film bello, da vedere nonostante un paio di piccole carenze: manca un po’ di grinta e carattere, manca forse la forza di una esperienza registica di peso e risulta poco convincente proprio il personaggio interpretato dallo stesso regista il quale dice di essersi così innamorato di questo padre da non averlo voluto assegnare ad nessun altro attore, a parer mio: scelta poco felice, Amendola sa recitare molto meglio di così.
Nota di grandissimo merito invece a Luca Argentero, che qui esce completamente dai suoi cliché e si ‘sporca’ in un personaggio chiuso e asociale dal fisico super-allenato ai combattimenti clandestini, uomo che non si ferma davanti a nulla: un ‘Rambo’ tutto italiano. “

 

E sentiamo anche la bella presentazione di Claudio Amendola:
 
“Se esordire alla regia è un passo importante nella carriera di un regista, il secondo film lo è ancora di più e dopo aver letto la prima versione de “Il permesso – 48 ore fuori” ho capito che questa era la storia giusta.
I personaggi e la trama sono tipici di un genere di cinema che ho avuto la fortuna di interpretare da attore in numerosi film e che credo mi rappresenti, ma forse la cosa che più mi ha convinto è il comune denominatore che spinge i personaggi, perché, nonostante sia una storia dura e anche violenta, il sentimento che li muove è sempre l’amore; per un figlio, per una donna, e l’amore da trovare.
La struttura ad incastro della sceneggiatura mi ha molto colpito e affascinato, credo che contribuisca a tenere alta la tensione senza, spero, distrarre lo spettatore. Molto importante il lavoro fatto da Maurizio Calvesi, che ha illuminato questa storia con sfumature diverse per i quattro protagonisti rendendo l’immagine del film cruda e violenta, ma allo stesso tempo dolce e malinconica.
Valentina Bellè e Giacomo Ferrara hanno regalato ai loro personaggi qualcosa in più di quanto avevamo scritto, li hanno resi veri e vivi, mettendoci tantissimo impegno e tanta anima: li ringrazio per questo. Un discorso a parte merita Luca Argentero, che ha accettato la scommessa di uscire da personaggi che ormai conosce alla perfezione per affrontare un ruolo difficile e rischioso; lo ha fatto nel migliore dei modi con grandi sacrifici e dedizione e ha centrato in pieno l’obbiettivo. Una nota particolare la voglio dedicare al montaggio di Roberto Siciliano. La struttura della sceneggiatura ci permetteva di “giocare” con il montaggio ed è stato un lavoro molto istruttivo.
Per me è stata una grande esperienza che, ancora una volta, mi ha ricordato l’immensa fortuna che abbiamo noi che facciamo questo mestiere.”

 

Se volete farvi un idea se questo film merita un paio di ore in sala, oltre alle nostre parole, c’e’ anche da vedere il trailer ufficiale !!

 


 

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