Ieri (in questo articolo) vi abbiamo raccontato in lungo e in largo del festival di Cannes, oggi invece andiamo nel dettaglio e vi parliamo dei protagonisti indiscussi della rassegna francese… i film !!
Ovviamente considerando tutte le sezioni dovremmo scrivere un romanzo e quindi preferiamo concentrarci sulla categoria principale… quella che assegna il premio piu’ ambito… la Palma d’Oro.
Di sicuro i nomi prestigiosi non mancano e noi speriamo che tutte le pellicole siano poi all’altezza !!
Ecco i favolosi 19 (cliccando sul nome, dove gia’ rilasciato, potrete vedere il trailer) !!
Ecco il programma completo del Festival di Cannes 2017 nella sezione in concorso per la Palma d’Oro !!
Aus dem Nichts, regia di Fatih Akin (Germania)
Il regista turco ha una fruttuosa relazione con Cannes, nel 2007 vinse infatti il premio per la miglior sceneggiatura con il suo film “Ai confini del paradiso” (Auf der anderen Seite).
Ora Fatih Akin ritorna in gara con “Aus dem Nichts” (In the fade), con protagonista Diane Kruger.
Una bomba esplode nella zona abitata dalla comunità turco-tedesca di Amburgo. Una donna comincia ad organizzare una vendetta per la sua famiglia rimasta colpita nell’attentato.
Vedremo presto in sala questo film perche’ opzionato gia’ da BIM Distribuzione.
The Meyerowitz Stories, regia di Noah Baumbach (Stati Uniti d’America)
Una delle pellicole che ha hanno gia’ suscitato critiche ancora prima della proiezione perche’ legate alla diatriba tra il Festival e Netflix (qui maggiori informazioni).
A noi Baumbach piace davvero molto (qui la sua storia) e in questa pellicola ci racconta la storia dei membri di una famiglia che, dopo aver perso i rapporti, si ritrovano a New York in occasione di un evento organizzato per celebrare il lavoro in campo artistico del loro padre.
Fanno parte del cast Adam Sandler, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Emma Thompson, Elizabeth Marvel e Grace Van Patten.
L’inganno (The Beguiled), regia di Sofia Coppola (Stati Uniti d’America)
Colin Farrell nei panni di Clint Eastwood e Nicole Kidman in quelli di Geraldine Page: e’ il remake di Sofia Coppola di “La notte brava del soldato Jonathan” diretto da Don Siegel nel 1971,
E’ ambientato in una scuola femminile dello stato del Virginia nel 1864. Quando scoppiò la Guerra Civile, Il collegio per giovani donne Miss Martha Farnsworth venne protetto dal mondo esterno fino al giorno in cui un soldato ferito dell’Unione venne trovato nelle vicinanze e portato al riparo.
Nel cast anche Kirsten Dunst, Elle Fanning, Emma Howard, Oona Laurence, Angourie Rice e Addison Riecke.
“Happy End”, regia di Michael Haneke (Austria)
Il due volte vincitore (e anche in questa edizione ovviamente e’ uno dei favoriti) Michael Haneke presenta “Happy End”. L’autore austriaco che ama raccontare il lato oscuro, violento e morboso della psiche umana, mette in scena la storia di una famiglia dell’alta borghesia francese che ha sempre vissuto in una bolla, lontana da contesti sociali come quelli attuali dell’immigrazione che metteno l’Europa in stato di crisi.
Il patriarca e la figlia che ha rilevato gli affari di famiglia sono interpretati da Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert, mentre nel ruolo di un immigrato che entra in contatto con loro c’è Mathieu Kassovitz.
Wonderstruck, regia di Todd Haynes (Stati Uniti d’America)
Di Todd Haynes vi abbiamo raccontato tutti lo scorso anno (in questo articolo) e lo abbiamo ammirato nel suo bellissimo “Carol”.
Quest’anno presenta in concorso “Wonderstruck – La Ragazza Delle Meraviglie” con Michelle Williams e Julianne Moore.
Adattamento del romanzo di Brian Selznick (lo stesso di “Hugo Cabret”) noto in Italia col titolo di “La stanza delle meraviglie” racconta la storia di Ben, bambino sordo che sogna il padre che non ha mai conosciuto: quando scopre un indizio nella stanza della mamma, si mette in viaggio. Il suo destino s’incrocerà, a cinquant’anni di distanza, con quello di una bambina Rose, sorda come lui, e come lui in partenza solitaria dopo aver letto un articolo di giornale. Le due vicende si svolgono nel 1927 e nel 1977: nel libro, quella di Ben è raccontata con le parole, quella di Rose tramite immagini.
Le Redoutable, regia di Michel Hazanavicius (Francia)
Ecco un film che sicuramente dividerà il pubblico e la critica perche’ parla di una leggenda del cinema francese e per di piu’ ancora vivente.
Il ritratto di una delle figure più importanti del cinema francese e mondiale, quella di Jean-Luc Godard, vista attraverso gli occhi dell’allora giovanissima moglie Anne Wiazemsky. Il sessantotto, il maoismo, le proteste contro la guerra in Vietnam, ma soprattutto la storia d’amore appassionata e complicata, romantica e anticonformista, tra Anne e Jean-Luc.
Dirige Michel Hazanavicius (“The artist”) ovviamente sempre con la compagna Bérénice Bejo e poi anche con Stacy Martin, Louis Garrel, Grégory Gadebois, Micha Lescot e Louise Legendre.
The Killing of a Sacred Deer, regia di Yorgos Lanthimos (Grecia)
Cannes ha lanciato Yorgos Lanthimos con “The lobster” dopo molti film amati dalla critica, ma passati sotto traccia.
Colin Farrell (ancora lui), Nicole Kidman e Alicia Silverstone in questa pellicola la cui storia ruota attorno a Steven (Farrell), un carismatico chirurgo che viene costretto a fare un sacrificio impensabile quando la sua vita inizia a cadere a pezzi. Nello stesso momento un adolescente che aveva preso sotto la sua ala protettiva inizia a dare strani segni di squilibrio.
“L’amant double”, regia di François Ozon (Francia)
Il nuovo film di François Ozon (anche lui abitudinario alla Croisette) si chiama “L’amant double” ed e’ interpretato da Marine Vacth e Jérémie Renier (uno degli attori piu’ amati dai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne).
Chloé è una donna fragile che si innamora e instaura una relazione con il suo psicanalista. Dopo che sono andati a convivere, la donna scopre aspetti inquietanti del suo uomo che le ha nascosto parti della sua identità.
You Were Never Really Here, regia di Lynne Ramsay (Regno Unito)
Un paio di anni fa l’inquietante “…e ora parliamo di Kevin” aveva imposto Lynne Ramsay allo notorieta’ e aveva anche sfiorato la Palma d’Oro nel 2011.
Adattato dal romanzo omonimo di Jonathan Ames, questo suo nuovo film segue un veterano di guerra ingaggiato da un politico per salvare sua figlia adolescente da un bordello di Manhattan e che nel frattempo scopre un pantano di corruzione. Con Joaquin Phoenix.
The Square, regia di Ruben Östlund (Svezia, Danimarca, Francia, Stati Uniti d’America)
A noi “Forza maggiore” era piaciuto davvero tanto e quindi ci aspettiamo molto da questa nuova fatica del regista svedese Ruben Ostlund.
“The Square” è ambientato in un museo d’arte moderna e il titolo trae ispirazione da un’installazione creata per la sua prima mostra. Qualche giorno prima dell’inaugurazione di un evento, il curatore del museo, un uomo di successo, viene attaccato e sembra non aver nessuna intenzione di dimenticare l’accaduto: si imbarca infatti in una caccia all’uomo senza sconti, alla ricerca del suo aggressore. Assume poi un’agenzia di pubbliche relazioni per promuovere un evento, ma una svolta imprevista getterà lui e il museo in una crisi. Intanto, la ricerca del suo assalitore lo conduce ad una serie di situazioni sempre più comiche e lo spinge ad interrogarsi sui propri valori morali.
120 battements par minute, regia di Robin Campillo (Francia)
Montatore di tutti i film di Laurent Cantet, Robin Campillo ha anche co-firmato la sceneggiatura della Palma d’Oro “La classe” e adesso e’ alla sua terza regia (dopo gli acclamati “Les revenants” e “Eastern Boys”).
Nei primi anni novanta, mentre l’AIDS miete vittime da quasi dieci anni, gli attivisti di Act Up-Paris moltiplicando le azioni contro l’indifferenza generale. Nathan, il nuovo arrivato nel gruppo, rimane sconvolto dalla radicalità di Sean il capo di questo gruppo.
Nel cast l’argentino Nahuel Perez Biscayart e l’astro nascente Adèle Haenel (“La ragazza senza nome”).
Rodin, regia di Jacques Doillon (Francia)
Al centro della narrazione, il grande Auguste Rodin, considerato, da molti critici, il progenitore della scultura moderna. Contestato all’epoca per le sue forme che ben si distanziavano dalla tradizione, col tempo le opere dell’artista hanno letteralmente aperto una nuova concezione estetica per intere generazioni a venire.
Il nuovo film di Jacques Doillon e’ interpretato dal grande Vincent Lindon (gia’ premiato come miglior attore un paio di anni fa).
Okja, regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud)
Nelle uscite infrasettimanali di Amicinema e’ capitato anche il precedente film di Bong Joon-ho “Snowpiercer” ed era stato abbastanza apprezzato. Adesso Okja e’ in concorso a Cannes e vediamo se ci meraviglierà ancora.
Per dieci anni meravigliosi la giovane Mija si è presa cura di Okja – un enorme animale, ma un amico ancora più grande – nella sua casa tra le montagne della Corea del Sud. Tutto cambia quando la multinazionale Mirando Corporation prende Okja e lo porta a New York: la CEO Lucy Mirando, ossessionata dall’apparenza e da se stessa, ha grandi progetti per il più caro amico di Mija. Senza un piano particolare, ma determinata come non mai, Mija si imbarca in una missione di salvataggio. Il suo viaggio diventa rapidamente più pericoloso quando incontra sulla sua strada un gruppo di manifestanti che vuole avere l’ultima parola sul destino di Okja, mentre tutto quello che Mija desidera è riportare il suo amico a casa.
Hikari, regia di Naomi Kawase (Giappone)
Naomi Kawase assieme a Hirokazu Koreeda e’ una dei registi/e nipponiche piu’ famose di questi ultimi anni (ricordate il recente “Le ricette della signora Toku” ?) e a Cannes ha anche vinto nel 2007 il Grand Prix Speciale della Giuria.
In “Hikari” Misako è un’appassionata autrice di versioni cinematografiche per non vedenti. Durante una proiezione incontra Masaya, un fotografo più grande di lei che sta lentamente perdendo l’uso della vista. Tra i due nasce una bella complicità che riporta Misako al suo passato.
A Gentle Creature, regia di Sergei Loznitsa (Ucraina)
Sergei Loznitsa lo abbiamo visto recentemente in Italia anche di personale (al cinema Beltrade) con il suo affascinante (a modo suo ovviamente!! ) “Austerlitz”.
Qui alla Croisette porta un film drammatico che dalla trama sembra viri molto verso il grottesco/surreale.
Una donna vive sola ai margini di un villaggio in Russia. Un giorno riceve un pacco dal marito che si trova in carcere. Sul pacco c’è scritto ‘respinto la mittente’. Scioccata e confusa, la donna decide di mettersi in viaggio verso la prigione sita in una regione remota in cerca di una spiegazione. La donna intraprende una lunga battaglia contro la prigione fortezza, luogo in cui le forze del male sono costantemente all’opera.
Jupiter’s Moon, regia di Kornél Mundruczó (Ungheria)
Due anni fa “White God – Sinfonia per Hagen” fece il grande colpo nella sezione “Un Certain Regard” (le critiche purtroppo furono meno positive) e adesso il regista ungherese ci riprova nel concorso principale.
Il giovane immigrato Aryan viene ferito mentre attraversa illegalmente il confine. Terrorizzato e in stato di shock, capisce di aver acquisito il potere di levarsi da terra. Costretto ad entrare in un campo di profughi, verrà notato dal dottor Stern, un medico che vorrebbe cercare un modo per sfruttare il suo incredibile strumento.
Good Time, regia di Joshua Safdie e Ben Safdie (Stati Uniti d’America)
Un esperto rapinatore di banche cerca di sfuggire alla polizia per le strade di New York. Riuscirà nel suo intento?
Si sa poco di questo film della coppia Ben Safdie, Joshua Safdie (“Heaven Knows What” del 2014 la loro precedente regia), interpretato da Jennifer Jason Leigh, Robert Pattinson e Barkhad Abdi.
Possibile sorpresa ?
Geu-Hu, regia di Hong Sang-soo (Corea del Sud)
Hong Sang-soo porta ben due film a Cannes uno tra le Proiezioni Speciali, mentre l’altro (questo) in Concorso.
È il primo giorno di lavoro per Areum che ha finalmente un’occupazione presso una piccola casa editrice. Il suo capo Bongwan ha avuto una relazione finita male con la persona che Areum è venuta a sostituire. Quando la moglie di Bongwan trova un biglietto d’amore, sbotta e scambia Areum per l’amante del marito.
Nelyubov, regia di Andreï Zviaguintsev (Russia)
Andrey Zvyagintsev qui a Cannes aveva impressionato con il bellissimo Leviathan (Miglior sceneggiatura nel 2014) e per questo abbiamo alte aspettative per “Loveless” (che vedremo in autunno grazie ad Academy Two).
Zhenya e Boris sono divorziati ed entrambi hanno già nuovi fidanzati. Hanno voglia di lasciare il passato alle spalle ma la scelta non è facile perché di mezzo c’è il figlio dodicenne che, dopo averli visti litigare per l’ennesima volta, scompare nel nulla.
E come sempre buon concorso a tutti !!