Ancora film classici con il progetto “Happy Returns!” di Lab 80 film. Ed è la volta di una rassegna dedicata al grande Max Ophuls, maestro del cinema francese che tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta ha realizzato numerose indimenticabili pellicole.
La rassegna, intitolata “Max Ophuls, la giostra delle passioni”, porta nei cinema italiani da lunedì 3 luglio tre film in versione restaurata digitale in 2K: “Tutto finisce all’alba (Sans lendemain)” del 1939, “Da Mayerling a Sarajevo (De Mayerling à Sarajevo)” del 1940 e “Il piacere (Le plaisir)” del 1952.
Tre film diversissimi tra loro, per soggetto e ambientazione, tutti girati con assoluta maestria e capacità compositiva: i movimenti di macchina sono vivaci; i protagonisti sono disegnati con straordinaria attenzione e le loro vicende sanno coinvolgere profondamente lo spettatore; il bianco e nero della versione originale è reso perfetto da un ottimo restauro.
“Tutto finisce all’alba” è ambientato nella Parigi degli anni Trenta e dedicato alla complicata situazione sentimentale ed esistenziale della giovane Evelyne, rimasta vedova e senza risorse. Costretta a lavorare come entraîneuse in un locale notturno di Montmartre per mantenere sé e il figlio, ritrova un vecchio amore ma non ha il coraggio di ammettere la propria condizione: si affanna per mantenere le sembianze di una vita borghese ma si troverà di fronte ad una scelta definitiva. Una fascinazione, quella di Ophuls per il mondo dei protettori e delle “ragazze”, che trova nella storia di Evelyne lo spazio per esprimersi: il film, come ha affermato lo stesso regista, è stato censurato in diversi modi ed epoche.
“Da Mayerling a Sarajevo” racconta invece la commovente vicenda personale delle vittime dell’attentato che il 28 giugno del 1914, a Sarajevo, diede inizio al primo conflitto mondiale. Francesco Ferdinando, giovane arciduca dalle idee progressiste, e la moglie Sophie Chotek, accettata a corte ma solo come “morganatica” poiché di rango inferiore, vivono un amore vero e felice, fino alla morte violenta. Edwige Feuillère è raffinatissima nell’interpretazione di Sophie Chotek e Ophuls non fa mistero delle sue posizioni antimilitariste.
“Il piacere” è la trasposizione cinematografica di tre racconti di Guy de Maupassant: Le masque, La maison Tellier e Le modèle, uniti dalla voce narrante di Jean Servais. L’amore, la purezza e la morte si confrontano con il tema del piacere e il regista compone un’opera che dimostra in pieno la solidità di tutta la sua produzione, il cui asse portante è la passione raffinata che Ophuls ha coltivato per la letteratura e il teatro.
Spiega Angelo Signorelli, Presidente di Lab 80 film: “Dopo i classici del cinema americano, con una protagonista di raro appeal come Gene Tierney e film come Lettera a tre mogli e Infedelmente tua, con Max Ophuls ci spostiamo dall’America in Europa, riproponendo storie di passioni, di amori, di tradimenti, di destini che hanno segnato la storia del Novecento. Ophuls, profondamente influenzato dalla cultura mitteleuropea, mette in scena con eleganza e ironia, sottile causticità e tocchi di malinconia, l’eterna commedia sentimentale che donne e uomini recitano sul palcoscenico della vita. Grande cinema, grande scrittura, grandi interpreti. E il piacere di raccontare, come solo la grande letteratura sa fare“.