Finalmente al Lido è tornata l’estate, un’estate fresca, ma pur sempre estate. L’ombrello rimane a casa e il piumino nella borsa. Il primo appuntamento del Vostro Inviato oggi è in Sala Grande con il grande Michael Caine, ispiratore e narratore di un bellissimo documentario di David Batty (a sinistra di Caine nella foto) “My Generation” sulla Swinging London degli anni ’60.
Con un montaggio d’eccezione Beatles, Rolling Stones, Who, Twiggy, Marianne Faithful raccontano in tre capitoli la rivoluzione della giovane working class londinese che cambierà il modo di pensare, cantare, vestirsi delle nuove generazioni di tutto il mondo occidentale. Lunghissimo applauso in sala per Michael Caine che nel film alterna fotogrammi d’oggi con altri girati negli anni ’60. Un film imperdibile per tutti gli adolescenti degli anni ’60 (ma anche anche ’70).
Il secondo film della giornata è il nuovo lavoro di Hirokazu Koreeda, uno tra i registi preferiti del Vostro Inviato. Un regista capace di ritrarre il giappone contemporaneo con una sensibilità che lo rende universalmente accessibile. Apparentemente diverso dai soliti temi del regista, “The Third Murder” all’inizio è un legal thriller dove un giovane avvocato ha il compito difficilissimo di difendere un reo confesso. in realtà nel corso del film i temi cari a Koreeda, i rapporti familiari complicati, l’egoismo, e l’ipocrisia dei genitori, emergeranno tra le pieghe delle indagini dell’avvocato. Splendida la conclusione, molto orientale, che al Vostro Inviato ha ricordato quella di Gran Torino. Lascerà però insoddisfatti tutti gli amanti dei legal thriller americani dove la verità, spiattellata davanti alla corte, trionfa sempre. Nella foto Koreeda ( il primo a sinistra) con gli interpreti del film.
Usciti dalla Sala Grande c’è grande fermento intorno al Red Carpet per l’arrivo di Xavier Bardem e Jennifer Lawrence, protagonisti del film clou della serata “Mother” di Darren Aronofsky. Ogni modalità è buona per carpire qualche immagine degli amati attori. Come i tre ragazzini nella foto qui a fianco.
All’inizio Mother sembra un un film horror in cui però non accade nulla di pauroso. Sono i rumori costanti e sinistri e la faccia perennemente spaurita della Lawrence a comunicarci che dobbiamo temere il peggio. Quindi si trasforma in Chi ha paura di Virginia Wolf, per poi virare in direzione Stephen King, perchè ai rumori da film horror si aggiunge il sangue che fuoriesce inopitamente da muri e pavimenti. La seconda parte, quando la Lawrence sta per diventare madre raggiunge l’apice di improbabilità: i fan di Bardem, brillante scrittore, arrivano alla guerra di setta pur di accaparrarsi qualcosa del loro idolo, in un crescendo di rumori e immagini di distruzione insopportabili. Quando finalmente finisce, il Palabiennale esplode in urla e applausi di sollievo. Che dire: sicuramente un film coraggioso, disturbante, irritante, interessante perchè fa discutere. Al momento, il più controverso del concorso. Ma al Vostro Inviato e a molti altri spettatori ha evocato soprattutto Fantozzi.